Dal nostro inviato a Londra
La Gran Bretagna ha il suo quartetto per le Olimpiadi 2016. Saranno i fratelli Andy e Jamie Murray nel maschile e le giovani Heather Watson e Johanna Konta nel femminile, guidati dal capitano del team britannico di tennis Iain Bates, a volare questo agosto a Rio de Janeiro a caccia di medaglie. I nomi sono stati resi noti in un appuntamento con i media, tenutosi questo pomeriggio nella sala conferenze del Queen’s Club, dove lunedì partiranno gli Aegon Championships (ATP 500). Del team, presentato dallo Chef de Mission Mark England, erano presenti tutti ad eccezione dell’uomo più atteso, Andy Murray, dispensato ufficialmente per motivi di salute.
Il secondogenito dei Murray si troverà a difendere, in Brasile, l’oro conquistato nel 2012 ai Giochi Olimpici “casalinghi” di Londra in finale contro Roger Federer, una delle 17 medaglie iridate conquistate dalla Gran Bretagna in quella occasione. Il totale delle medaglie conquistate dai padroni di casa quattro anni fa fu di ben 44, tra le quali anche un argento nel doppio misto, grazie alla coppia formata dallo stesso Andy Murray e da Laura Robson. Nel tempo trascorso tra le due Olimpiadi, il tennis britannico ha conquistato due Slam e soprattutto una Coppa Davis nel 2015. La salute del movimento britannico è stata segnalata anche dal gran numero di tennisti osservati durante il quadriennio. A questo proposito, verrà fatta richiesta alla ITF per dei posti anche per Kyle Edmund nel singolare maschile, per Dominic Inglot e Colin Fleming nel doppio maschile e per la possibilità di far giocare Konta e Watson nel doppio femminile, nonostante il loro ranking non permetta loro una ammissione immediata. La coppia che parteciperà al torneo di doppio misto, infine, verrà scelta soltanto all’ultimo momento.
Jamie Murray, alla terza convocazione olimpica – “Non me lo aspettavo, la comunicazione mi è arrivata da un paio di mesi ma l’ho detto ai miei genitori soltanto pochi minuti fa” – è convinto di essere al picco della propria carriera, e di stare esprimendo il proprio miglior tennis. Ha voglia di riscatto dopo l’eliminazione al primo turno nel 2012, davanti al pubblico amico: “Le Olimpiadi sono una prova importantissima, se sbagli devi attendere quattro anni per avere un’altra chance”. Appurata la decisione di Andy Murray di non fare base al villaggio olimpico, ma di pernottare in un hotel con il proprio fisioterapista, sarà Jamie a fare da guida alle ragazze. Per una emozionatissima Johanna Konta, che sfoggia un sorriso a trentadue denti, si tratta dell’esordio alle Olimpiadi, e se per Heather Watson è già la seconda rassegna, giocare oltreoceano e non nel giardino di casa sarà un’esperienza ben diversa. Pur con l’ombra del grande assente, il team sembra andare d’amore e d’accordo: alle domande meno originali della stampa, ad una serie di risposte perfettamente identiche seguono le risate e gli scimmiottamenti, guidati dalla più giovane del trio. C’è anche spazio, inevitabilmente, per la questione-Sharapova, ma Heather Watson riesce ad alleggerire il clima, definendo la vicenda come “una soap opera, molto interessante da seguire”.
La conferenza stampa si conclude con la consegna formale delle convocazioni, prima che i giocatori si prestino a un servizio fotografico. Per loro, però, non è ancora finita: dovranno essere ricevuti dalla Regina Elisabetta II, in qualità di rappresentanti della nazione. E Jamie Murray, soffermatosi un momento con qualche giornalista rimasto, non nega di sognare di essere, in caso di vittoria, nominato baronetto. “Sir Jamie Murray”… non suona poi così male, in fondo.