[6] C. Vandeweghe b. M. Brengle 6-4 6-2
Colleen Vandeweghe detta CoCo è a proprio agio sui prati e i quarti di finale raggiunti a Wimbledon 2015 sono lì a dimostrarlo. Ed ecco che anche quest’anno, all’ esordio sull’erba, CoCo è giunta a quest’incontro in carrozza, senza perdere neanche un set. Alle soglie della finale nel Ricoh Open di s-Hertogenbosch affronta oggi la connazionale Madison Brengle, che ha estromesso subito la tds 5 Laura Siegemund in tre set ben meritandosi poi la semifinale odierna. Le contendenti sono separate da 23 posizioni nel ranking WTA, 43 CoCo e 68 Madison ma curiosamente è quest’ultima a condurre 3-2 negli scontri diretti, ultimo successo agli Aus Open 2016. Ha però perso l’unico confronto sull’erba nel 2011 a Nottingham. È Brengle a servire per prima ed è un esordio da brivido perché precipita sullo 0-40 prima di salvarsi. Gioca un tennis compatto e in pressione dal fondo mentre Coleen cerca spesso la rete dietro ad attacchi pesantissimi. Inoltre Madison deve cercar di chiudere gli scambi in fretta perché se l’altra prende ritmo le strappa la racchetta di mano. Difficile, troppo difficile. Per tutto il primo set il livello di gioco è molto buono, con numerosi colpi vincenti e games combattuti duramente. Anche Vandeweghe deve annullare due palle break nel quarto gioco con altrettanti dritti vincenti, splendido il secondo, e lei ha il merito di continuare a credere nel suo “All In Tennis” venendo ripagata poco dopo. Reagisce allo spavento spingendo ancor di più la palla e azzecca cinque minuti di Nirvana che le consegnano di fatto il primo set. Sul tre pari manca banalmente due palle break ma si procura la terza con un rovescio lungolinea che suona come una fucilata e concretizza con una risposta vincente. Sul 5-4, 40-0 la macchina perfetta perde qualche colpo e Brengle recupera incredibilmente procurandosi due occasioni ai vantaggi senza poterle sfruttare. Così Vandeweghe riesce infine a prendersi il primo set con un attacco a rete. Il secondo parziale vede ancora CoCo in gran ritmo, Brengle risente delle occasioni mancate poco prima e deve subito annullare quattro palle break ma nel terzo gioco crolla e perde la battuta. Vandeweghe sembra posseduta, non sbaglia mai pur colpendo fortissimo, attacca continuamente la rete ed è un martello sia con la prima che con la seconda di servizio. Madison è con la testa sott’acqua e subisce un secondo break confermato facilmente che porta la sua avversaria sul 5-1. Giusto il tempo di rifiatare e Vandeweghe chiude la sua impressionante esibizione di tiro con l’ottavo ace e una volée in allungo di dritto. Ora aspetta Kristina Mladenovic. La francese farà bene a prestare attenzione a CoCo, che oggi ha mostrato un tennis superlativo ma soprattutto una grande attitudine per gli schemi da erba nonostante uno stile di gioco non adattissimo.
[3] K. Mladenovic b. [1] B. Bencic 2-6 6-3 6-4
La semifinale nobile del torneo femminile comincia al termine di quella maschile vinta da Gilles Muller su Ivo Karlovic. Si affrontano Belinda Bencic e Kristina Mladenovic, prima e terza favorita del torneo olandese. Ma se il seeding spesso inganna e la differenza in classifica WTA – 8 contro 32 – potrebbe far pensare ad un incontro segnato l’unico precedente, proprio qui un anno fa nei quarti, racconta una storia diversa. Vinse Bencic al termine di una battaglia lunga tre set, trentotto games e due tie break. Kiki de France ha gran servizio e ottima mano, tutte doti che le possono consentire di vendere cara la pelle contro la più quotata avversaria. Mladenovic serve per prima e usa subito traiettorie esterne in battuta ma Bencic mostra riflessi felini in risposta riuscendo spesso ad intuire e colpire d’anticipo. Così nel terzo gioco è già battaglia, in sette minuti lunghissimi segnati da gran colpi la svizzera si impadronisce della battuta avversaria alla quarta occasione. Belinda bada al sodo, colpisce durissimo da fondo campo, continua a leggere bene i servizi dell’avversaria mettendola sempre in pericolo. Spreca quattro palle break nel quinto gioco ma gestisce i propri turni velocemente e la sensazione generale è che stia dominando l’incontro. Kiki lotta come una forsennata ma Bencic sta semplicemente giocando ad una velocità proibitiva e lei è relegata costantemente in difesa. In queste condizioni è durissima e la francese cede una seconda volta la battuta nel settimo game, e poco dopo il set, con un doppio fallo che dice molto. Il padre Dragan al cambio campo la spinge a prendere maggiormente l’iniziativa e lei inizia il secondo parziale con due aces e il primo game tranquillo in battuta. Ma in risposta non incide e se la prima palla non entra per lei son dolori perché sulla seconda Bencic è una sentenza. La diciannovenne svizzera si muove velocemente, è sempre a posto con i piedi e arriva bene anche sulle smorzate con le quali l’avversaria cerca di variare il ritmo. Il punteggio del secondo set rimane in equilibrio senza occasioni per i primi tre giochi quando nel quarto Kiki, come un fulmine a ciel sereno, ha l’occasione di rientrare nel match sotto forma di due palle break consecutive sul 15-40, le manca e subito dopo rischia la frittata. Gioca una game da montagne russe con la bellezza di quattro doppi falli, va 0-40 ma recupera e difende la battuta solo dopo aver annullato un’altra occasione ai vantaggi. Ora il pubblico è tutto per lei, vuole la lotta e Bencic sembra accusare il primo vero calo dell’incontro. Mostra tempra da campionessa e resiste ma Mladenovic ora è pienamente nel match e le strappa finalmente la battuta con due super passanti in corsa di dritto incrociato per il 5-3 per poi chiudere il set sul proprio turno.
Si va al terzo come un anno fa e la svizzera ha il lieve vantaggio di servire per prima. La tensione ora è altissima ed entrambe giocano i rispettivi colpi con accuratezza e attenzione. Bencic esordisce senza soffrire e forse pensa che chi ben comincia è a metà dell’opera e così aggredisce subito in risposta procurandosi due occasioni consecutive ma Kiki serve bene e sopravvive. A questo punto Belinda ha fallito quattordici palle break su sedici, il dato potrebbe pesare nella sua testa però lei riesce a non pensarci e mantiene il comando nel punteggio. È brava ad appoggiarsi ai suoi colpi migliori, fra i quali un mortifero rovescio lungolinea, per rimanere avanti e l’equilibrio ora è costante perché anche Mladenovic è al suo meglio e sfonda spesso con fendenti piatti e velocissimi. “Dio è nei particolari”, diceva Mies van der Rohe e il motto val bene anche per questa contesa. Sono due nastri colpiti dalla francese in risposta sul quattro pari a decidere, Bencic perde il servizio nel momento peggiore e l’orgoglio non le basta per raddrizzare il match. Mladenovic serve con qualche tremore ma è splendida nell’annullare la diciassettesima palla break con un drittone prima di appoggiarsi al servizio e chiudere su un colpo lungo dell’avversaria. Grande abbraccio al termine fra due amiche che se le sono date di santa ragione.