In una settimana in cui la classifica ATP non regala particolari sorprese, con la pioggia che tiene in stand-by i punti più pesanti delle due finali, ne approfittiamo per fare il punto classifica dei nostri portacolori.
Non prima di aver placato gli animi di coloro i quali bramano già da ora di sapere cosa ci riserverà il tabellone di Wimbledon. Andy Murray si assicura la testa di serie n. 2, grazie alla vittoria di Dominic Thiem su Roger Federer nella semifinale di Stoccarda, e Stan Wawrinka sarà numero 4, con Rafael Nadal che ha risolto la disputa in favore dello svizzero optando per un supplemento di vacanze riabilitative nella sua isola.
Ci piace essere noiosi e ricordiamo ancora una volta il sistema di assegnazione delle teste di serie. Partendo dal ranking dei primi 32 nella settimana che precede Wimbledon, quindi la classifica di lunedì prossimo, si procede a rettifica aggiungendo il 100% dei punti conquistati su erba nei 12 mesi che precedono Wimbledon + 75% dei punti del miglior risultato su erba dei 12 mesi ancora precedenti. Sia chiaro, l’aggiustamento riguarda soltanto i primi 32 della classifica ATP, non si pensi che uno che chi è trentaquattresimo per effetto dell’aggiustamento può entrare tra le teste di serie, no. Lotta aperta quindi per il numero 32 (o diciamo anche numero 33, essendo certo il ritiro di Rafael Nadal), tutti in pochissimi punti, con Querrey che nell’ultima settimana, pur non giocando,ha beneficiato di qualche punticino perso dai suo colleghi.
Della partita non dovrebbe essere l’attuale numero 34 della classifica odierna, al secolo Fabio Fognini. Se i ritiri dei suoi colleghi non ostacoleranno il suo progetto “mina vagante”, come accaduto a Parigi, Fabio potrà essere lo spauracchio di Church Road già dal primo turno. E con la fede al dito c’è davvero da tremare.
Ma se Fabio nella stagione su erba non ha praticamente nulla da perdere e in programma ha soltanto una passerella a Wimbledon per chiudere la luna di miele, ben diverso il discorso di Andreas Seppi che già questa settimana difende i 300 punti della finale di Halle 2015. In caso di prematura sconfitta, Seppi rischia di precipitare intorno alla posizione n. 60.
Ma veniamo alla nota “positiva”, se non fosse che parliamo di un atleta sì encomiabile per l’impegno, la dedizione e perché no i risultati, che però a 34 anni non può e non deve essere la consolazione del tennis azzurro. Paolo Lorenzi con il titolo conquistato nel Challenger di Caltanissetta raggiunge il suo best ranking al numero 48, era stato numero 49 a marzo 2013 per una settimana. Il traguardo era nell’aria, da più settimane si aggirava in quelle posizioni. Un traguardo meritato per l’instancabile Lorenzi che nel 2016 ha tirato il fiato soltanto a marzo, saltando Indian Wells e Miami, e ad inizio maggio saltando Madrid, con i Masters 1000 che sembrano essere i tornei meno importanti nella sua programmazione. Del resto la programmazione non deve essere letta solo in chiave atletica ma anche economica, come ha raccontato lo stesso Lorenzi in esclusiva per i lettori di Ubitennis. Si giocano i Challenger per avere una classifica tale da disputare i tornei importanti, ma in alcuni casi il rapporto punti/montepremi può spingere a non giocare alcuni tornei come i Masters 1000 che, una volta disputati, riempiono la casella punti del ranking indipendentemente dal risultato.
Adesso per lui un mese di digiuno dal mattone tritato, unica superficie sulla quale ha giocato dopo gli Australian Open. Lo aspetta un trittico erbivoro Halle, Nottingham e Wimbledon su una superficie sulla quale in carriera ha giocato soltanto 14 match, tutti a livello di circuito maggiore, vincendone soltanto 3. E poi di nuovo terra battuta, iscritto al torneo di Bastad nella settimana post-Wimbledon che coincide anche con il week-end di Davis (stessa situazione per Fognini che è iscritto ad Amburgo dove nel 2015 uscì sconfitto dalla turbolenta finale con Nadal) e ancora a Kitzbuhel, prima di avere il piace di assaggiare l’emozione della competizione a cinque cerchi.
Ma le migliori buone notizie in prospettiva per il futuro del tennis azzurro arrivano sempre dalla Sicilia dai due giovani da tempo più attesi, Quinzi e Donati. La cura Leitgeb sembra far davvero bene a Gianluigi Quinzi che dopo i due Futures conquistati ha colto i quarti di finale nel Challenger di Caltanissetta, superando per la seconda volta un top 100, e cedendo nei quarti proprio a Matteo Donati. L’alessandrino in finale ha venduto cara la pelle e ha pagato la minore esperienza sprecando ben 6 match point. Ad ogni modo si riaffaccia sulla soglia della top-200 e lo aspetta subito un altro derby nel Challenger di Perugia contro Marco Cecchinato, sperando che esca quanto prima l’uomo o gli uomini del futuro del tennis azzurro.
RANKING ITALIANI