Dopo la dura sentenza nei confronti di Maria Sharapova, prosegue il pugno duro della International Tennis Federation (ITF) contro il doping. A farne le spese questa volta è stata la dottoressa ucraina Elena Dorofeyeva, sospesa per 4 anni per aver somministrato alla giocatrice Kateryna Kozlova il Dimetilbutilamine (DMBA), uno stimolante illegale secondo il regolamento.
Kozlova nel maggio del 2015 era risultata positiva ad un test anti-doping. La 22enne tennista ucraina si era difesa dichiarando di assumere quelle che lei pensava fossero semplici vitamine prescritte dal suo medico di fiducia, appunto Elena Dorofeyeva. Dimostrando l’involontarietà delle proprie azioni, Kozlova si è vista comminare una pena ridotta a soli 6 mesi ed è presto tornata alle competizioni tanto che questa settimana è entrata per la prima volta nella Top100 del ranking WTA.
Le cose sono andate diversamente per Dorofeyeva. La colpa della violazione delle normi anti-doping è ricaduta su di lei. La dottoressa ucraina ha tentato di appellarsi sostenendo praticamente di non poter essere considerata parte integrante dello staff personale della Koslova. La ITF ha però rigettato l’appello concludendo che “un medico che si ritiene un esperto di medicina dello sport ha una grande responsabilità”. Dorofeyeva sarà così sospesa dal mondo del tennis fino al 31 aprile del 2020.