Siamo veramente agli sgoccioli. Il momento che gran parte degli appassionati di tennis aspetta sta per arrivare. Prima però abbiamo l’ultimo antipasto: Nottingham. Sono state due settimane nelle quali non sono mancate di certo le sorprese. In primis è arrivato il forfait di Rafael Nadal per la stagione sull’erba, poi le sconfitte di Roger Federer per mano delle due nuove stelle del tennis mondiale, infine l’assenza di Novak Djokovic che arriverà a Wimbledon senza essere mai sceso in campo per la stagione sul verde.
Prima di parlare di tutto ciò, per quello appuntamento alla prossima settimana, tocca soffermarci sull’ultimo piccolo tassello, come detto il torneo di Nottingham. Il 250 inglese è tornato di gran diritto in calendario la passata stagione dopo sei anni trascorsi nel circuito Challenger. Il torneo ad ogni modo è decisamente longevo, anche se non tutte le edizioni possono vantare un alto prestigio, la prima fu giocata nel lontanissimo 1887 ma solo nel 1970, quando il torneo divenne di categoria Gran Prix, la qualità si è alzata notevolmente. Vincitore di quell’edizione Stan Smith, giusto per rendere l’idea. Longevità comunque spezzata per quasi vent’anni visto che dal 1977 al 1995 il torneo scomparì dai radar dell’ATP. Al suo rientro trionfò Javier Frana. Fino al 2008 fu giocato sempre a Nottingham, successivamente fu invece Eastbourne a prendere l’onere di ospitarlo, fino al 2014. Facendo chiarezza infine bisogna precisare che per l’ATP la competizione nasce nel 1995 e si protrae fino all’edizione di quest’anno, poco importa la sede. Se invece consideriamo tutte le competizioni giocate in terra inglese vediamo come, anche negli anni di assenza (sia di questo secolo, che di quello scorso), la storia di questo torneo non nutre invidia nei confronti di nessuno.
Il record di vittorie è detenuto, in concomitanza, da Edward Roy Allen e Arthur Gore che guidano la classifica con 5 successi cadauno. Dopo di loro un nutrito gruppo di tennisti staziona a 2 successi, tra di loro ne troviamo due ancora in attività: Karlovic e Gasquet (Feliciano Lopez vanta invece due titoli giocati a Eastbourne). Lo stesso Allen, infine, detiene anche il record di finale giocate: ben 10.
Saltati i convenevoli e le presentazioni di rito sguardo all’edizione 2016. Come detto ultima spiaggia prima di Wimbledon il torneo non vanta nessun top ten in tabellone e solo un top twenty Kevin Anderson. Dopo di lui a guidare il seeding ci saranno Pablo Cuevas e Joao Sousa, non proprio due specialisti della stagione erbivora. Le speranze italiane invece saranno riposte nelle mani di Andreas Seppi, tra i favoriti, e Paolo Lorenzi, ovviamente meno favorito dell’altoatesino. Ci sarà anche Denis Istomin che proverà a difendere il titolo della passata stagione raggiunto in finale contro Sam Querrey, anche lui ai nastri di partenza. L’altra pedina a stelle e strisce sarà Steve Johnson. Gli ultimi nomi invece candidabili ad un successo finale sono la testa di serie numero quattro, Alexandr Dolgopolov, e la otto, Gilles Muller. Da registrare anche la presenza di Taylor Fritz, chiamato a replicare quanto di buono visto nella partita contro Roger Federer a Stoccarda.
Le percentuali sono più che mai difficili da stilare. Dopo tutto non troviamo un nome in grado di candidarsi fortemente alla vittoria finale. Tanti invece sono i possibili vincitori, con chance pressoché uguali di alzare il trofeo a fine settimana. Persino Halle, per rimanere attuali, ha dimostrato che non basta il biglietto da visita per aver certa vittoria. Tralasciamo dunque qualsiasi roulette di numeri dando pari chance a gran parte dei tennisti citati predentemente.
I numeri, invece, vengono riproposti con piacere:
48 tennisti in gara;
0 top ten;
2 italiani in tabellone;
704.805 € di montepremi;
98esima edizione (escluse quelle di Eastbourne).