L’ora è arrivata, tra pochissimo i cancelli di Church Road si apriranno per garantire al pubblico la visione del torneo più prestigioso di sempre (in realtà ci sono state già le quali, ma vuoi metterle col torneo di Nottingham?). Un’edizione di Wimbledon che rischia di essere addirittura scontata nell’epilogo, nonostante l’erba sia la superficie meno prevedibile di tutto il circuito. Tutti a caccia di Novak Djokovic che insegue i 3/4 di slam, per continuare quel sogno chiamato Grand Slam.
Giunto alla sua 130esima edizione Wimbledon si tramanda dal lontano 1877. Roger Federer e Pete Sampras sono i tennisti nell’Era Open con più successi, sette. Dopo di loro Bjorn Borg a cinque. A sette titoli anche William Charles Renshaw ma in pratica parliamo dell’800. Neanche a dirlo Roger Federer è il tennista che più di tutti ha lasciato il segno sui verdi prati londinesi. Dieci finali, record anche questo; 79 partite vinte, il record è di Connors a 84, scavalcabile dunque dallo svizzero già quest’anno; nelle tre finali più lunghe del torneo è sempre presente il suo nome (2009 vs Roddick, 2008 vs Nadal e 2014 vs Djokovic); e infine sette finali consecutive, record solitario. Il già citato Connors vanta anche lui record importanti da queste parti, oltre al numero di vittorie suo anche il record per i match giocati, ben 102. Numero questo che Federer, fermo a 89, potrebbe invece superare solo in due edizioni. Miglior percentuale di successo invece per Borg che nell’Era Open ha il 92,73% di successi. Dello svedese anche il record di vittorie consecutive, 41 con Federer fermo a 40 e incapace ormai di spodestarlo dal trono.
L’anno scorso Novak Djokovic bissò il successo del 2014, sempre in finale su Roger Federer. Quella del 2015 fu inoltre meno combattuta della precedente e chiusasi solo al quarto set. In semifinale ci arrivarono Richard Gasquet ed Andy Murray, il primo sfidò il poi campione Djokovic mentre lo scozzese perse con Federer, entrambe le sfide finirono tre set a zero.
Quest’anno la musica rischia di non cambiare soprattutto perché innanzitutto Djokovic è sempre più forte e poi perché l’unica vera alternativa si chiama Andy Murray con Roger Federer che invece non ha espresso il suo miglior gioco ultimamente, nonostante questa sia la sua superficie preferita. Vincere uno slam in ogni caso non è comunque impresa facile ma i presupposti per il quarto successo serbo ci sono tutti.
Partendo da Federer per l’analisi dettagliata tocca ripetersi subito dicendo che, quello visto a Stoccarda e Halle, non è il miglior Federer. Forse il peggiore di sempre su erba. Già la passata stagione immaginare lo svizzero non vincente di nessun torneo di preparazione, soprattutto se sono due, a Wimbledon era utopia. Quest’anno è stato così con l’elvetico che per sua ammissione ha dichiarato che avrebbe preferito avere un mese in più per preparare questa parte di stagione. Inoltre nelle prossime due settimane ci sarà l’incognita della lunga distanza, fattore decisamente negativo per il fisico ancora non pronto del pluricampione. Il tabellone inoltre l’ha messo dalla stessa parte di Djokovic, motivo in più per non immaginarlo in finale. Prima di quel momento lo svizzero potrebbe affrontare comunque altri tennisti ostici come Cilic o Nishikori, prima di loro occhio ai francesi Monfils e Simon. Tutto sommato comunque il sorteggio poteva andare peggio all’elvetico che spera, senza dubbio, col passare delle partite spera di trovare la condizione e il feeling giusto, fattori entrambi venuti meno nelle ultime settimane. Vederlo vincere sarebbe un miracolo sportivo? Forse sì e forse no, di certo un sogno per i suoi tifosi e una manna dal cielo per noi appassionati pronti a scrivere l’ennesimo capitolo della storia del tennis. Le sue chance ad ogni modo restano basse con la sua percentuale che non può superare il 20%.
Dopo aver lasciato, da gran signori quali siamo, le prime parole a Federer doverosamente ci spostiamo sul vero favorito della competizione: Novak Djokovic. Ogni parola sulla forza attuale del tennista serbo potrebbe addirittura essere scontata. Ricordiamo invece che Nole insegue, finalmente, la sua prima accoppiata Parigi/Londra. Impresa riuscita solo ai più grandi di questo sport e se Novak davvero punta ad entrare in questo olimpo questa è un’occasione che non deve lasciarsi scappare. Quasi sicuramente avrà anche altre occasioni, ma perché attendere. Non è stato fortunato il serbo nel sorteggio perché in quello spicchio sono capitati tennisti ostici come Kohlschreiber e Raonic. Il primo potrebbe essere un ottavo bello ostico mentre il secondo è di certo il peggior tennista, tra i papabili, da affrontare nei quarti. Anche perché dopo il duetto Murray-Djokovic il nome di Raonic, con Federer, è quello più caldo per questi Championships. Infine Nole è chiaramente il padrone del suo futuro per le prossime settimane ma c’è da dire che un cammino, partendo dal terzo turno, che lo vede affrontare in successione Querrey, Kohlschreiber, Raonic e Federer non se lo augura nessuno. Forse gli dei del tennis lo stanno castigando dopo il draw del Roland Garros. La sua percentuale di successo rimane comunque quella più alta, ci mancherebbe, con un bel 45% di chance di vittoria.
Ed eccoci a quello che prima abbiamo definito l’idolo di casa: Andy Murray. Fresco vincitore del Queen’s dove lo scozzese ha appena riscritto la storia del torneo più importante su erba dopo quello dell’All England Club con il suo quinto successo. È lui senza dubbio il candidato numero due allo scettro di Wimbledon, dovrà fare i conti con Djokovic chiaramente e con un cammino verso la finale che potrebbe metterlo di fronte al difficile ottavo contro Nick Kyrgios. Match forse più duro anche di un quarto con Gasquet. In semifinale potrebbe giocare con Wawrinka, sarebbe la sua prima a Wimbledon, o magari con Thiem. Dalla sua Murray avrà sicuramente la forma fisica e mentale, perché è proprio in questa stagione che sembra aver raggiunto un successivo passo in avanti verso la sua completa maturazione tennista. Di certo la sua fama di fab four se l’è conquistata più nel circuito ATP che non negli slam ma chi se non lui può ambire ad interrompere il sogno di Novak Djokovic. Il fattore in più inoltre sarà il ritorno di Ivan Lendl nel suo angolo accolto con gran entusiasmo dallo stesso numero due del mondo. La sua percentuale è del 30%.
Rimane un misero 5%, numero davvero molto basso. Raonic senza ombra di dubbio avrebbe potuto avere una percentuale tutta sua ma il sorteggio ha fatto sì che il canadese finisse anche lui nel calderone coi vari Thiem, Gasquet, Cilic, Nishikori. Dopo questi nomi c’è il miracolo, solo quello.
Giusto ricollegarci infine con il titolo della rubrica di questa settimana. Si parla di sogni, del sogno di chiunque in particolare di vincere Wimbledon. Quest’anno però tutti hanno un motivo in più: Djokovic sogna di eguagliare Laver; Murray di confermarsi grande; Federer di tornare Re, anche se solo un’ultima volta; per il resto già solo pensare di vincere Wimbledon è un sogno.
I numeri:
128 tennisti in gara;
9 top 10 in campo, assente solo Nadal;
3 italiani in gara;
130esima edizione.