Approfittando della pioggia che ha rallentato il programma del primo giorno, abbiamo scelto di analizzare gli incontri della parte alta del tabellone maschile. In questi giorni si possono trovare statistiche praticamente ovunque: chi ha servito più velocemente? Chi ha una maggior percentuale di prime? Chi commette più errori con il rovescio? Chi trasforma più palle break e chi non ne ottiene alcuna? Questi numeri non sono particolarmente originali, anche se consentono di soddisfare alcune interessanti curiosità. Alcuni tuttavia meritano uno spazio anche qui: impressionanti i 51 ace di Gilles Müller contro Giraldo, così come gli 0 serviti da Schwartzman e Nishioka, con l’argentino incapace di servire un solo servizio vincente. Nessun doppio fallo per Federer, Benneteau e neppure per Karlovic, che solitamente ne commette molti al netto della pioggia di ace (26 in tre set, lunedì). Altri dati degni di nota sono i 106 vincenti di Gilles Müller, che è sceso 72 volte a rete in cinque set, mentre Karlovic lo ha fatto 53 volte in soli tre set; interessante anche prendere nota del primo match in cui chi ha fatto più punti ha poi perso l’incontro (Dutra Silva ha perso contro Almagro facendo un punto in più). Ma, come detto, questi sono dati che si possono trovare senza particolari problemi.
Abbiamo deciso di proporre qualcosa di leggermente diverso, ponendoci questa domanda: a Wimbledon è più conveniente attaccare cercando il vincente oppure è preferibile difendersi aspettando l’errore non forzato dell’avversario? Per fare questo abbiamo sperimentato tre vie, di cui riteniamo l’ultima più efficace.
Il primo metodo tiene conto della propensione alla discesa a rete. Semplicemente, abbiamo diviso il numero totale di discese a rete per il numero totale di punti giocati. Ovviamente alcuni potrebbero scendere a rete scelleratamente ed esporsi ai passanti, ma non ci interessa determinare l’accuratezza e la maestria del tocco di volo, bensì il desiderio di attaccare. Ecco chi domina questa classifica (relativa ai 32 match di 1T della parte alta):
1] Stakhovsky 0.310
2] Karlovic 0.259
3] Gulbis 0.243
4] Jaziri 0.227
5] Herbert 0.216
…
30] Dolgopolov 0.055
31] Baker 0.050
32] Giraldo 0.035
Dominano due giocatori che fanno del serve&volley un’arma preziosa, soprattutto Stakhovsky. In questa speciale classifica, Federer è ottavo (su 64), Djokovic decimo, il carneade Willis è dodicesimo e sorprende Gulbis al terzo posto (tra l’altro ha ottenuto il 62% dei punti quando è sceso a rete). Analizzando i singoli match, chi ha cercato più frequentemente la rete ha vinto 14 match, chi l’ha cercata meno frequentemente ne ha vinti 18. Questi numeri sembrano suggerire che cercare la rete – al netto degli incroci di questo 1T – non sia stato vantaggioso durante i match del primo lunedì. Tuttavia la differenza è minima, proviamo dunque a cercare un’altra strada.
Il secondo metodo si basa su colpi vincenti ed errori non forzati. Chi ottiene una somma alta di questi due numeri tendenzialmente ha attaccato di più, cercando il punto anche a costo di sbagliare grossolanamente. Ovviamente il totale va rapportato al numero di punti giocati o i match al meglio dei tre set sarebbero svantaggiati. Sommando dunque vincenti e non forzati e dividendo per il totale dei punti giocati, otteniamo questa classifica:
1] Stakhovsky 0.452
2] Karlovic 0.429
3] Raonic 0.408
4] Muller 0.398
5] Willis 0.390
…
30] Donskoy 0.210
31] Pella 0.155
32] Carreno Busta 0.153
Questo metodo può fornire delle indicazioni, ma subito notiamo che 4 dei primi 5 sono tennisti che dipendono molto dal servizio. E’ pur vero che spingere con il servizio è un fattore di rischio e denota il desiderio di attaccare, ma in questo modo otteniamo dei risultati prevedibili e poco interessanti. In questa classifica, Federer è ventunesimo, Djokovic è quarantottesimo. Anche in questo caso, chi ha totalizzato una maggior somma di vincenti e non forzati ha vinto 14 dei 32 match, numero identico a quello ottenuto in precedenza. Ci sentiamo di dire che questo non è significativo, anche considerando il campione piccolo.
Il terzo metodo si basa sulla propensione a cercare il punto durante lo scambio. Questo potrebbe sembrare più complicato ed abbiamo deciso di introdurre alcune ipotesi:
- Dal totale dei punti presi in esame vengono eliminati tutti i punti ottenuti entro il secondo colpo: ace, servizi vincenti, doppi falli, risposte vincenti e risposte steccate (errori non forzati in risposta);
- Tra i punti considerati “attivi” consideriamo i vincenti non ottenuti direttamente con servizio e risposta più gli errori forzati dell’avversario, dunque ottenuti spingendo e costringendo l’avversario all’errore;
- Tra i punti “attivi” non consideriamo gli errori non forzati, perché tra questi potrebbero esserci errori dovuti alla ricerca del vincente, ma anche dovuti a colpi sbagliati per altri motivi, come banali errori da fondo.
Il parametro viene calcolato considerando i punti “attivi” durante gli scambi (vincenti + errori forzati dell’avversario) diviso il totale dei punti giocati. Entrambi senza includere i punti che terminano con il servizio o la risposta dell’avversario. Ecco cosa otteniamo:
1] Ferrer 0.491
2] Federer 0.481
3] Raonic 0.466
4] Chardy 0.459
5] Karlovic 0.439
…
30] Garcia Lopez 0.233
31] Sela 0.205
32] Berankis 0.195
Spicca Ferrer al primo posto, ma il suo è stato il match più dominato ed infatti l’arrendevole ed attendista Sela è penultimo ed ha raccolto solo 4 game. Federer è secondo e Djokovic settimo. Molto indietro Coric (cinquantasettesimo), che anche secondo il primo metodo risulta molto indietro (quart’ultimo). Usando questo parametro, chi ha cercato maggiormente il punto durante lo scambio ha vinto 27 dei 32 match, le eccezioni sono sono Rosol (che ha perso una maratona al quinto), Kudla, Schwartzman, Tipsarevic (che ha perso contro Simon, abituato ad appoggiare i colpi su quelli dell’avversario) e Marchenko.Dunque questo metodo sembra suggerire che un gioco propositivo durante gli scambi è più vantaggioso qui a Wimbledon. Vedremo se questa tendenza sarà confermata quando analizzeremo tutti i match del primo turno.