A margine della conferenza stampa dopo la vittoria al primo turno dei Championship contro il qualificato francese Tristan Lamartine, il tennista serbo Viktor Troicki si è fermato a scambiare un paio di battute scherzose con i giornalisti del suo paese. Argomento principale del siparietto la pronuncia del suo cognome, dato che sembra che non passi giorno che qualche collega straniero non chieda loro quale sia la pronuncia corretta.
“Quelli che seguono il circuito hanno imparato a pronunciare il mio cognome. Di solito in inglese mi chiamano “Troiki”, ma ho sentito anche altre varianti. Lo scorso anno agli US Open, nel comunicare all’altoparlante i match del primo turno, nell’intero complesso si è sentito il nome “Trajoki”. Non so come gli sia venuto in mente, sta di fatto che qualche giocatore se l’è ricordato e poi mi ha preso in giro” ha rivelato il 30enne belgradese.
Il n. 27 del mondo ha poi raccontato come anche gli arbitri si trovino in difficoltà a pronunciare correttamente il suo cognome e che quindi ha dovuto escogitare un metodo per far capire loro la pronuncia corretta. “Per me è facile negli Stati Uniti perché posso spiegarlo attraverso Nowitzki (il famoso giocatore tedesco di pallacanestro, che milita in NBA, nei Dallas Mavericks, dal 1998, ndr). Dico loro ‘Dite Nowitzki’ e subito dopo: ‘Dite Troizki’. Insomma all’inizio non va e serve un po’ di tempo perché capiscano come pronunciarlo correttamente, ma basta solo spiegarglielo” ha concluso Troicki, che al secondo turno sfiderà lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas, n. 36 ATP.