Wimbledon, uomini: Djokovic salvato dalla pioggia, Querrey è avanti di due set
[28] S. Querrey b. [1] N. Djokovic 7-6(6) 6-1 3-6 7-6(5) (dal nostro inviato a Londra)
“Ho creato un mostro”. Così disse Roger Federer quando perse contro James Blake alle Olimpiadi di Pechino. Il fuoriclasse svizzero si riferiva allo stupore di tutto il pubblico nell’osservare che persino lui, Roger Federer, poteva perdere una partita contro qualcuno che non si chiamava Rafa Nadal. Bene, Novak Djokovic ha fatto persino peggio, perché nessun Andy, o Stan o, magari, Roger, sembravano in grado di scalfire un dominio come poche volte avevamo visto in uno sport. E invece, a ricordarci che pur sempre di uomini si parla, è bastato un semplice Sam – cosa può esserci di più banale di uno statunitense che si chiama Sam? – per far crollare una serie di record che a ricordarli ora sembra voler solo affondare il coltello nella piaga.
Novak Djokovic ha interrotto la sua corsa verso il Grande Slam giocando una partita davvero molto brutta, in perenne difficoltà con i propri colpi di solito così sicuri, talmente in confusione da tirare un incredibile di numero di prime in mezzo alla rete o fuori di metri e di sciupare rapidamente tutti i challenge del quarto set. E questo nonostante la partita stamattina fosse ricominciata sotto i migliori auspici. Scesi in campo in orario, per una volta, Djokovic ha chiuso a trenta il primo game e nel secondo, nonostante due ace ad annullare due palle break di Querrey, ha subito brekkato il buon Sam. Da lì al 4 a 0 il passo è stato rapidissimo, ma non tanto da evitare il promo scroscio di pioggia.
Quando i due sono rientrati in campo Querrey sembrava essersi un po’ rasserenato, nell’attesa di sapere di che Djokovic stessimo trattando. I segnali non erano confortanti, perché Novak è andato 5 a 1 ma poi ha perso il servizio quando si è trovato a dover chiudere il set. Querrey si è avvicinato fino al 5 a 3 ma stavolta Nole ha ritrovato solidità e con essa il set.
Quando sembrava che tutto stesse tornando al suo posto incredibilmente Djokovic ha perso serenità. Nonostante le tre palle break, Querrey salvava il primo game ma la partita sembrava irrimediabilmente segnata. E anche di facile lettura, tutto sommato: se Querrey metteva la prima aveva qualche speranza di fare il punto, altrimenti a Nole bastava aspettare il puntuale errore di rovescio dell’avversario. Si ripeteva il tutto nel terzo game, con altre tre palle break per Djokovic non sfruttate, ma al quarto game, forse turbato da tutte quelle occasioni sprecate, Djokovic entrava davvero in confusione. Senza fare niente di speciale Querrey si procurava due palle break che il serbo riusciva a gestire in qualche modo, ma dopo aver fallito ancora due occasioni sul servizio di Sam, Djokovic precipitava addirittura 15-40. Querrey sbagliava un passante complicato nella prima palla break e sulla seconda il numero 1 del mondo trovava una prima. Ma adesso Djokovic andava a sprazzi, non chiudeva il game e concedeva un’altra opportunità a Querrey, anche quella riparata in qualche modo.
Nel nono game finalmente a Djokovic riusciva il break, che curiosamente non festeggiava, forse cercando una qualche concentrazione. Missione fallita perché Nole, così come nel terzo set e nella partita contro Mannarino, al momento di chiudere il set rientrava in confusione, attaccando scriteriatamente, nella speranza, forse, che il rovescio di Querrey gli regalasse il punto. E invece il colpo meno competitivo del californiano, stavolta funzionava e Sam si portava sul 5 pari. C’era tempo per l’undicesimo game, che di nuovo la pioggia mandava negli spogliatoi i due.
45 minuti passati a chiedersi se Djokovic sarebbe riuscito a ritrovarsi o se piuttosto servire a freddo avrebbe aggiunto tensione a tensione. Insieme al sole sembrava arrivato un nuovo Djokovic, che vinceva il servizio a zero, ed un vecchio Querrey, che giocava male i primi due punti del game. Tutto rinviato al tiebreak, con la consapevolezza che o Querrey avrebbe chiuso allora oppure mai più. Querrey cominciava sbagliando un incredibile smash regalando il mini break al serbo. Che si portava sul 2 a 0 dopo uno scambio lunghissimo. I sei punti di fila si interrompevano inaspettatamente quando Djokovic steccava su una risposta di Querrey che non sembrava irresistibile. Querrrey tornava a dissipare il dissipabile non riuscendo ad abbassarsi bene su una risposta approssimativa di Djokovic. Forse qui c’è stata la svolta del tiebreak, perché Querrey tirava una seconda lunghissima che forse gli dava la fiducia necessaria per reggere lo scambio successivo, clamorosamente perso da Djokovic. Dopo il cambio di campo Djokovic si portava con un ace sul 4 a 3 ma proseguiva la sua giornata terribile tirando fuori una risposta semplice e in rete un rovescio all’interno di uno scambio sostenuto. Sul 5 a 4 il minibreak decisivo: un dritto lungo del serbo portava Querrey a due match point. Il primo Djoko lo annullava con un ace, ma sul secondo, ancora dopo uno scambio che un altro Djokovic non avrebbe mai perso, l’errore decisivo, che interrompe una striscia incredibile di Novak Djokovic.
In sede di commento a caldo ci interessa solo sottolineare una cosa: la meravigliosa sportività del campione serbo, che si è fermato ad attendere Querrey e poi ha firmato gli autografi ai ragazzini della prima fila. Per il resto, avremo tempo.