Roger, come hai fatto a vincere un match così oggi?
È stata una grande battaglia, quando sei sotto di due set, 3 pari, 0-40, sai che non hai più il controllo della situazione, ma ci ho provato, ho lottato e ce l’ho fatta. Grande! È una vittoria speciale perché ho rimontato due set di svantaggio in questa stagione, che non è certo andata finora come volevo.
Hai salvato 7 palle break su 8, tre delle quali erano dei match-point. Cosa hai pensato in situazioni così critiche?
Beh, in realtà ho pensato di essere in una situazione critica per tutto il match. Ho pensato che Marin non poteva non arrivare almeno a 30 in ogni mio turno di servizio. E ogni volta poteva fare il break, ogni breakpoint poteva di fatto equivalere a un match-point. Ecco, oggi ho fronteggiato nella mia mente ben più di 3 match-point.
Dopo i primi due set pensavi che finisse come a New York nella semifinale del 2014, quando, come dicesti, lui sembrava imbattibile?
Nei primi due set sì, lui mi ha tempestato di ace e vincenti supersonici. Credo abbia fatto tra i 15 e i 20 ace nei primi due parziali. Poi ho cambiato giusto un po’ la posizione in risposta e l’atteggiamento, ho letto meglio i colpi e lui ha servito solo tra 5 e 10 ace negli altri tre set.
Dopo un match di cinque set, il più lungo da te giocato quest’anno, pensi di accusare la stanchezza nella semifinale contro Raonic?
Ho visto oggi che la testa e il fisico erano freschi anche alla fine, anzi ero più carico alla fine che nei primi due set, questo mi dà una gran fiducia per la semifinale.
Due dei tre match-point li hai annullati giocando la seconda di servizio, ma senza essere conservativo. Hai servito aggressivo sapendo che se sbagliavi eri fuori dal torneo.
Ho molta fiducia nella mia seconda di servizio, anzi credo sia stata la mia ancora di salvezza. Quando la gioco so che anche se tiro forte non rischio troppo, me lo dice la mia carriera. Una volta Pete (Sampras, ndr) ha detto che sono forte quanto la mia seconda di servizio. Magari durante il match la sbaglio o la gioco male, ma nei momenti cruciali so che non succede.
Considerati gli infortuni di quest’anno fino a Parigi, sei sorpreso di come stai giocando qui?
Sì, eccome se lo sono! Ero molto preoccupato all’inizio della stagione sull’erba, poi la fiducia è aumentata con le sette partite ad Halle e Stoccarda, mi hanno dato molti input su cosa potevo e non potevo fare. Qui a Wimbledon non pensavo di arrivare in semifinale lasciando per strada solo due set oggi. È una gran bella sorpresa per me, ma ora voglio godermela fino in fondo!
Hai una sorta di celebrity fan club qui, David Beckham e Bradley Cooper ti seguono sempre a Wimbledon. Hai parlato con loro?
Non li ho visti prima del match, non li ho visti dopo. Non ho parlato con loro. Certo, ho avuto modo d’incontrarli, è bello quando vengono a vederti personaggi famosi, spesso c’è anche Jack Nicklaus, in qualche modo la loro presenza aumenta ancora di più il prestigio del torneo. Quelli invece che mi danno un po’ di ansia quando mi vedono giocare sono i tennisti famosi. È la sola cosa che mi rende un po’ nervoso vedere i campioni del passato prendere posto per vedermi giocare, perché mi ripeto “gioca meglio, devi giocare meglio”. Non vuoi mai deludere le leggende del nostro sport.