[2] A. Murray b [12] J.W. Tsonga 7-6(10) 6-1 3-6 4-6 6-1 (da Londra, il nostro inviato)
Battendo Jo Wilfried Tsonga dopo una battaglia durata quasi quattro ore Andy Murray approda in semifinale a Wimbledon per la settima volta eguagliando il record del suo coach Ivan Lendl e appaiando un altro grande come Bjorn Borg nel numero di vittorie complessive ottenute ai Championships: 51.
Si comincia sotto un tiepido sole, e malgrado la partita preveda la presenza del beniamino di casa, il Centre Court è semivuoto: sono più posti i liberi di quelli occupati. E anche gli spettatori rimasti faticano a concentrarsi sul match in corso, mostrando di non essersi ancora del tutto ripresi dalle emozioni di quello precedente (Federer Cilic).
Si apre con Tsonga al servizio. Il primo momento che alza l’attenzione del pubblico arriva dopo dieci minuti di gioco: è una palla break che Tsonga concede sull’1-1, 30-40: annullata con una buona prima. Murray tiene a zero la battuta e sul 2-1 torna a mettere pressione a Tsonga, conquistando una seconda palla break dopo un insistito scambio sulla diagonale sinistra, ma poi non ne approfitta mandando largo un rovescio piuttosto semplice. Tsonga però si complica nuovamente la vita con un doppio fallo, che significa seconda palla break del game; poi addirittura regala il break con un ulteriore doppio fallo: 3-2 Murray e servizio.
Sembra che il set si sia già incanalato a vantaggio del numero due del mondo, ma Tsonga prova a reagire immediatamente procurandosi una prima palla break grazie ad una combinazione dritto lungolinea/smorzata. Sulla palla break Murray si fa più aggressivo e chiude il punto a rete. I giocatori alternano buoni scambi a errori evitabili: a Tsonga non basteranno tre palle break per riportarsi in parità, e Murray finirà per tenere il servizio dopo 18 punti giocati in un game durato dieci minuti. Il vantaggio è così consolidato sul 4-2.
Sino a questo momento Murray ha spesso impostato gli scambi partendo dalla diagonale del rovescio, per poi aprire il gioco sull’altro lato per far colpire a Tsonga il dritto sulla corsa. Ma quando invece Jo riesce a spingere il dritto da fermo spesso ha la meglio sulla difesa di Andy. Il francese tiene il servizio a 15, e nell’ottavo gioco riesce finalmente a riagganciarsi: si procura una palla break intensificando l’aggressività sulla verticale (le statistiche riportano già 14 discese a rete) che converte con un rovescio vincente. Dopo 42 minuti di gioco è tutto in parità: 4-4.
Con un game di servizio giocato in modo autoritario Tsonga torna a condurre il set sul 5-4, ma Murray replica a sua volta tenendo a 15 la battuta. Ora Tsonga appare più sicuro al servizio e le sue prime si sono fatte più potenti, e spesso Murray deve rifugiarsi in risposte organizzate in qualche modo, di pura opposizione. I due game finali del set non spostano gli equilibri. Dopo 59 minuti di gioco arriva il tiebreak.
Tsonga lo comincia come peggio non si può: doppio fallo, ma recupera il minibreak immediatamente scendendo a rete e chiudendo con uno smash. La sua aggressività è sempre più insistita: su quattro scambi, tre volte si è presentato a rete. Nel settimo punto del tiebreak Murray sfida la sorte: fa colpire a Tsonga un dritto da fermo e viene punito con un vincente lungolinea. Ma Murray torna in scia grazie a un attacco in rete di Jo.
Sul 5-4 si gioca lo scambio più spettacolare del set, con Tsonga chiamato a rete da un dropshot e poi spinto indietro da un lob di Murray che Jo controlla con una veronica: si riprende lo scambio da fondo e alla seconda discesa a rete il francese ottiene il punto: 6-4 e due set point. Sul primo Murray si salva con un ace e sul secondo passa a rete Tsonga con un dritto incrociato: 6 pari. Ora il tiebreak è una lotta punto a punto, con set point da una parte e dall’altra; una lotta che si risolve a favore di Murray sul 12-10 con un minibreak ottenuto con un passante vincente (malgrado il tentativo di volèe in tuffo di Tsonga) e poi grazie a una discesa a rete di Andy: la volèe che gli procura il dodicesimo punto fa esplodere lo stadio. Dopo 76 minuti di gioco (18 minuti di solo tiebreak), il pubblico è ormai pienamente concentrato sul match in corso, con un tifo acceso e tutti i posti occupati. E con la soddisfazione che il beniamino di casa sia riuscito a spuntarla: 7-6 Murray.
Tsonga prova a resettare le cose con un toilet break, ma alla ripresa del gioco dimostra di non avere assorbito il contraccolpo psicologico (sono stati 3 i set point mancati). Sullo 0-1 gioca un game di servizio infarcito di errori e perde a 15 il game. In meno di 8 minuti con un parziale di 1 punto a 12 si trova sotto 0-3. Per lui sembra difficilissimo riprendersi: dopo un’altra serie di gratuiti regala il secondo break, che di nuovo Murray consolida sul 5-0. Con il set ormai compromesso Tsonga si impegna per ottenere il game del 5-1 e fare almeno in modo di poter iniziare a servire per primo nel terzo set. Così accade, visto che Andy chiude 6-1 in appena 25 minuti.
Nel terzo set finalmente Tsonga mostra di essere tornato in carreggiata, e sul 2-1 è proprio lui che si procura la prima palla break, aiutato da un doppio fallo di Murray. Grazie a una risposta violentissima (che in uscita dal servizio Andy non riesce a controllare) sale 3-1.
Dopo l’eclissi del secondo set si torna a vedere il giocatore brillante del primo set, che prende l’iniziativa e scende spesso a rete. Jo prova perfino qualche serve&volley, con risultati alterni, ma dimostrando che ha di nuovo voglia di combattere. Con un ace e una stop volley vincente sale 4-1. Murray tiene il suo turno di servizio, ma Tsonga, aiutato anche da due ace, si mantiene a distanza: 5-2. Nell’ottavo game gioca sciolto, sfoderando dei dritti a tutto braccio che lo portano sul 30 pari. Discesa a rete e smash vincente: 30-40 e set point Tsonga. Murray si salva con una buona prima e si ripete con un altro servizio vincente. Il dritto lungo di Tsonga gli consente di accorciare sul 3-5. Ma Tsonga non trema e nel nono game serve una serie di ottime prime che gli permettono di conquistare a 30 il game del 6-3 in 41 minuti. E’ il primo set perso da Murray nel torneo.
Il quarto set si apre con un game da 14 punti e nove minuti di durata: Murray gioca in modo discontinuo, ma si salva con il servizio da una pericolosa palla break: 1-0. Il livello è un po’ sceso: i giocatori hanno perso di brillantezza, e gli scambi articolati si sono fatti più rari. Sul 2-3 Tsonga comincia il suo turno di servizio con due errori di dritto, poi si presenta a rete e sbaglia lo smash su un lob difficilissimo: 0-40. Murray alla seconda occasione approfitta di un errore di rovescio di Tsonga per salire 4-2.
Ma Tsonga reagisce immediatamente, imposta il game di risposta in modo molto aggressivo e si porta a sua volta sullo 0-40. Murray risale, con un ace e con la collaborazione di Jo, che non controlla una risposta e manda fuori un lungolinea non impossibile. Parità. Nuova palla break dopo uno scambio vinto con una volèe di rovescio e questa volta con un dritto inside out di rara potenza Tsonga ottiene il controbreak: 3-4.
Nel game che dovrebbe sancire l’aggancio, Jo sale 40-30, ma poi sbaglia una facile volèe di dritto sulla rete. E’ l’inizio di una serie di scambi rocamboleschi, con Andy che manca quattro palle break (la seconda con un passante da dentro il campo piuttosto comodo bloccato dal nastro). E alla fine, grazie anche ad un ace, arriva la parità sul 4-4.
Murray ha mancato una grande occasione, Tsonga invece si dimostra molto più concreto: conquista una palla break e la converte immediatamente con un ottimo passante di rovescio lungolinea: 5-4 e servizio. Tenuto a 15 per il 6-4 del pareggio in 56 minuti.
Avanti 4-2, Murray ha subito un parziale di zero giochi a quattro e ha finito per perdere il set 6-4. Dopo oltre tre ore di match è tutto da rifare.
Il quinto set si apre con Murray al servizio che deve fronteggiare una pericolosa palla break, salvata grazie al servizio. Quello che non è riuscito a Tsonga riesce a Murray nel game successivo: sulla palla break si muove in avanti e chiude il punto con un dritto vincente: 2-0. Tsonga accusa la botta, non riesce a mettere pressione sufficiente ad Andy sul suo turno di battuta e poi finisce per perdere nuovamente il servizio pur essendo salito 40-15. Lo sforzo del recupero da due set sotto è probabilmente costato troppo sul piano psicofisico al francese, che non riesce a giocare con lucidità i punti importanti. L’errore di dritto con cui consegna il secondo break (del 4-0) lo testimonia. Murray è lanciato, e sale facilmente 5-0 con un game in cui non concede nulla.
La partita è ormai decisa e gli ultimi due game (tenuti a zero da entrambi) servono solo a definire il punteggio: 7-6, 6-1, 3-6, 4-6, 6-1. Tre ore e 54 minuti di gioco.
Non so in quanti avrebbero scommesso nella reazione di Tsonga dopo averlo visto perdere rapidamente il secondo set. Demoralizzato, e con di fronte un giocatore come Murray che non aveva ancora perso un set in tutto il torneo, pareva francamente spacciato. Invece ha saputo risalire la china, costruendosi le occasioni nell’unico modo per lui possibile: aumentando l’aggressività e spingendo quando ne aveva la possibilità. Le statistiche di fine match lo confermano: Jo ha prodotto più vincenti ma, come era immaginabile, anche più errori.
D’altra parte Murray aveva molto di più da perdere: primo favorito del torneo dopo l’uscita di Djokovic e con l’appoggio del pubblico di casa, ha rischiato di compromettere tutto nel quarto set, quando da 4-2 avanti ha subito un parziale di 4 game a zero. L’ultimo passaggio difficile è stata la palla break in apertura di quinto set: superata quella, è riuscito ad essere più lucido e forse anche più solido fisicamente, sino al netto 6-1 conclusivo.
Saldo vincenti /errori non forzati positivo per entrambi: +10 Tsonga (56/46) addirittura + 22 per Murray (44/22).
Ora per Murray un giorno di riposo prima di vedersela con Tomas Berdych.