Da Djokovic-Federer a Murray-Raonic il salto non è indifferente ma probabilmente è la finale più giusta, come si dice sempre.
Andy Murray era uno dei favoriti della vigilia, e non ha mai dato la sensazione di poter essere battuto in nessuno dei sei incontri che gli sono serviti per raggiungere la finale. Neanche nel quarto di finale contro Tsonga è sembrato mai seriamente in pericolo, anche se avrebbe meritato di perderlo quel primo set giocato con indolenza antica e che lo aveva condotto fino al 4-6 nel tiebreak. Però Murray ha mostrato anche in quell’occasione che se raccoglie la concentrazione necessaria, cosa che gli riesce perfettamente quando un punto rischia di scavare un solco incolmabile, anche un servizio efficacissimo come quello di Jo può essere arginato. Al di là di quel match, condotto per due set a zero e vinto abbastanza facilmente al quinto, Murray ha semplicemente surclassato gli avversari che via via ha avuto di fronte. A cominciare da quel Nick Kyrgios, al quale ha dato una lezione talmente severa da condurlo all’avvilimento e fargli venire seri dubbi su quello che sta facendo. Ma anche la semifinale con Berdych non ha mancato di impressionare.
Contro un altro big serve infatti, Andy ha brekkato come e quando ha voluto, dando l’impressione di poter infliggere passivo persino più severo al ceco. Insomma dopo Kyrgios, Tsonga e Berdych, giustamente adesso dovrà vedersela con quello che al servizio fin qui è stato il più bravo di tutti, quel Milos Raonic che ha saputo cogliere la sua occasione e che finalmente ha portato in una finale slam uno nato dopo il primo gennaio del 1990.
Però se guardiamo il cammino di Raonic meglio non farsi troppe illusioni sulla possibilità del canadese di fare partita pari. Milos ha faticato a strappare il servizio a Sock, ha profondamente annoiato Seppi, è stato miracolato da Goffin negli ottavi di finale – quando il belga ha avuto sulla racchetta il passante del break per il quarto set, quando era in vantaggio di due set a uno, è riuscito a perdere un set contro Querrey, che avrà battuto Djokovic ma è sempre Querrey, e ha avuto una grossa mano in semifinale da Federer, in una partita che sembrava compromessa. Però chi vince ha sempre ragione e Milos ha mostrato sin qui di non avere intenzione di lasciare nulla di intentato per provare a diventare sempre più forte. Sia fuori dal campo – visto che si è circondato di un nugolo di allenatori, preparatori, consiglieri, motivatori e chissà cos’altro – sia dentro, migliorando tecnicamente la volée e il suo classico punto debole, il rovescio, che ha imparato anche a giocare ad una mano con uno slice davvero ragguardevole. Inoltre il canadese ha una caratteristica tipica dei campioni, cioè quella di rimanere sempre attaccato alla partita perché, in fondo, non si può mai sapere. Che tutto questo possa servire contro Andy Murray è francamente un po’ dubbio. Certo, magari Milos proverà a leggere la partita di tre settimane fa al Queen’s coltivando speranze – anche se, di nuovo, quando Murray ha cambiato marcia il canadese non ha potuto fare nulla, nonostante fosse avanti di un set e un break nel secondo set.
Meglio forse andare con la memoria alla semifinale degli Australian Open, quando Murray sembrò davvero sul punto di cadere, prima che i fragili muscoli di Raonic scricchiolassero. In quell’occasione lo scozzese sembrò molto sorpreso dai progressi di Raonic, che fece vedere anche un terribile dritto inside out e il già citato miglioramento sotto rete, ma difficilmente farà oggi lo stesso errore.
Oltre alle partite di Melbourne e di Londra i due si sono incrociati a Montecarlo, ma sulla terra la differenza è troppo ampia per poterne trarre qualcosa di più di qualche semplice curiosità.
Insomma speriamo che ci sia partita, Murray è avanti 6 a 3 e non perde da Indian Wells 2014. Terza partita in uno slam, dopo la già ricordata semifinale di Melbourne e l’ottavo di finale di New York, nell’anno della vittoria di Andy.
Partita chiusa? In fondo l’ultima volta che la finale di Wimbledon è stata la stessa di quella del Queen’s, Edberg, che aveva perso in tre set contro Becker il torneo della Regina, vinse il suo primo Wimbledon. Chissà.
I precedenti tra Andy Murray e Milos Raonic:
2012 Barcellona clay (O) QF Raonic 6-4 7-6(3)
2012 US Open hard (O) R16 Murray 6-4 6-4 6-2
2012 Tokyo Hard hard (O) SF Raonic 6-3 6-7(5) 7-6(4)
2014 Indian Wells hard (O) R16 Raonic 4-6 7-5 6-3
2014 ATP World Finals hard (I) RR Murray 6-3 7-5
2015 Madrid 1000 clay (O) QF Murray 6-4 7-5
2016 Australian Open hard (O) SF Murray 4-6 7-5 6-7(4) 6-4 6-2
2016 Montecarlo clay (O) QF Murray 6-2 6-0
2016 Queen’s grass (O) F Murray 6-7(5) 6-4 6-3