Questa puntata della rubrica tecnica andrà in onda in forma ridotta, ma non a causa di uno sciopero dei giornalisti RAI: molto più semplicemente, si è concluso il torneo di Wimbledon, ma la stagione del “tennis di tutti i giorni” è in pieno svolgimento, e nonostante la buona volontà, con una Wilson in una mano e le palle da tennis nell’altra non è semplice scrivere.
A volte, però, capita che qualcosa catturi l’occhio, anche se si ha avuto poco tempo per seguire le vicende e le avventure dei nostri eroi sui prati di Londra. Di quello che è avvenuto a Church Road hanno fornito splendida copertura gli inviati di Ubitennis e l’instancabile redazione, bella e meritata la vittoria di Andy Murray, ottimi e continui i progressi di Milos Raonic, ammirevole la voglia di esserci ancora di Roger Federer, sorprendente l’inciampo di Novak Djokovic (ma non si può mica vincere sempre). Tecnicamente, un torneo piuttosto regolare, giustamente portato a casa da quello che alla fine aveva più mezzi ed esperienza.
Come detto, qualcosa di poco comune c’è comunque stato, una di quelle cose che non si vedono spesso, e che vale la pena di analizzare dal punto di vista tecnico: il tennis del vincitore del singolare maschile junior, Denis Shapovalov, 17 anni compiuti in aprile, e già numero 372 ATP. Guardando giocare i ragazzini non bisogna valutare più di tanto l’insieme del gioco, i cui diversi elementi sono quasi sempre ancora spezzettati e in continua evoluzione, così come il fisico di atleti ancora in fase di sviluppo e crescita. Riguardo ai singoli colpi, invece, se hanno la potenzialità di diventare vere e proprie armi anche a livello di circuito maggiore, si vede da subito. Denis ha un ottimo servizio (arriva a 125-126 miglia, cioè circa 200 kmh, spesso e volentieri) e un bel dritto semiwestern moderno, che spinge molto bene, e che potrebbe migliorare ulteriormente sfruttando di più gli angoli stretti sulla diagonale sinistra essendo mancino. Ma la vera “bomba” del prospetto canadese è il rovescio a una mano, una fucilata con esecuzione impeccabile, che già adesso non sfigurerebbe tra i “grandi”. Diamoci un’occhiata da vicino.
Siamo sull’1-1 nel secondo set, al servizio l’avversario di Denis, Alex De Minaur, che ha vinto il primo, è una fase decisiva del match (qui la cronaca di AGF), con Shapovalov alla caccia del break in una situazione di punteggio delicatissima e pericolosa. Alex si presenta a rete giocando una bella volée a uscire, e Denis decide di lasciar andare il braccio: ne esce uno dei passanti più violenti, precisi e imprendibili che si siano visti a Wimbledon quest’anno. Palla bassissima, impattata in piena corsa laterale, roba da Gasquet o Wawrinka in forma.
Tecnicamente, il dettaglio interessante è la fantastica capacità di Shapovalov di gestire lo swing attraverso il colpo, in orizzontale fino all’ultimo, con la massima ritenzione della palla sulle corde, e conseguentemente la massima velocità possibile. Qui sopra vediamo la preparazione fino all’impatto, perfetta, racchetta portata bella alta e ottimo appoggio del piede sinistro, con il destro in trascinamento sulla punta.
Ma la parte notevole avviene dopo: come vediamo qui sopra, e per una volta la definizione non proprio memorabile delle immagini in realtà aiuta a rendersene conto (guardate la palla, che a causa dei pochi frame per secondo, appare un poco come una scia mostrando bene la traiettoria), il percorso della testa della racchetta rimane incredibilmente in linea con la direzione del colpo fino all’ultimo centimetro utile dello swing. Un impatto pieno, che più pieno non si può, che produce una bomba diagonale semipiatta da 140 kmh comodi, praticamente telecomandata dal follow-through, tirata a una mano da un neo-diciassettenne. Ribadisco, queste non sono cose che si vedono spesso tra junior. Dove potrà arrivare Denis Shapovalov è ancora presto per dirlo, ma ha due anni interi meno di Alexander Zverev, per esempio. Se verrà fatto un buon lavoro fisico e tattico sul ragazzo, quella fucilata di rovescio potremo ammirarla molte altre volte, e farà male a veramente tanta gente sul circuito. Bravo Denis, continua così.