Non ce l’ha fatta Andrea, ma che cuore, che carattere! Non si può dire che abbia sfiorato l’impresa, non sarebbe onesto, ma la semifinale del torneo di Bastad, almeno per due ore, non è stata lontanissima. Alzi la mano, del resto, chi si aspettava una battaglia all’ultimo sangue contro Albert Ramos, uno che è 35 al mondo, che sulla terra sa giocare e che, poco più di un mese fa, ha fatto quarti al Roland Garros sculacciando nientemeno che Milos Raonic. Eppure, per due lunghissimi set, Arnaboldi ha giocato non solo alla pari, ma addirittura meglio del catalano, costringendo quest’ultimo a dar fondo a ogni riserva della sua notevole esperienza per cavarsi da una situazione che si stava facendo sempre più complessa.
Il numero 230 del mondo parte sprintando e si porta rapidamente sul tre a zero sorprendendo Ramos con schemi frizzanti e finanche spettacolari; alternando improvvise accelerazioni a insidiose difese in back; cambiando di continuo le rotazioni e impedendo all’avversario di prendere in mano il comando dello scambio. Andrea si inceppa nel settimo gioco, quello che la gente si diverte a definire fatidico, e con tre esiziali doppi falli concede il contro break. Nondimeno, il Nostro è in grado di trasformare un momento che poteva rivelarsi fatale in un’opportunità di riscatto e pochi minuti dopo, con l’iberico impegnato a servire per restare nel parziale, disegnando il campo in modo sublime con il dritto mancino si assicura il primo set.
La seconda frazione non è lontana da quello che potrebbe definirsi uno psicodramma collettivo: Ramos, smarrito, per ben tre volte si trova avanti di un break, ma il Gran Lombardo ogni volta si fa sotto rifiutando di soccombere, forse prevedendo che un eventuale terzo set lo avrebbe sorpreso privo di energie. Andrea gioca però un brutto turno in battuta nell’undicesimo gioco subendo il quarto break del parziale, e nel game successivo non riesce a sfruttare tre consecutive possibilità di tie break. La seconda, in particolare, segna di fatto la fine della contesa: Ramos con un dritto disperato pizzica la riga; Andrea chiede inutilmente l’intervento dell’arbitro e protesta amaramente. Ramos tira un profondo sospiro di sollievo e pochi secondi dopo intasca il parziale portando l’incontro al terzo. Ma non c’è più storia. “Arna”, in riserva, cede in modo piuttosto sfortunato i primi tre giochi e velocemente si eclissa, subendo un 6-0 che non rende giustizia a una prestazione straordinaria. Lo spagnolo porta a casa la qualificazione e un bello spavento; in semifinale attende il vincitore dell’incontro tra David Ferrer e Dustin Brown. Andrea probabilmente tornerà a battere il circuito Challenger per continuare a inseguire il suo sogno. Se le premesse sono queste, ventotto anni non sono troppi per coltivarlo.
Dopo un’altra giornata difficile passa il turno anche David Ferrer. Stavolta è l’istrionico Dustin Brown a far passare un tranquillo pomeriggio di paura al tennista valenciano. Dominante nel primo set, vinto grazie a due break ottenuti nel quarto e nel sesto game, “Ferru” strappa il servizio anche nel settimo gioco del secondo set lasciando supporre una rapida conclusione della contesa. Probabilmente vittima di uno dei rarissimi momenti di rilassatezza della propria carriera, il numero 14 del mondo si concede tuttavia un sonnellino di 5 minuti, e quando si risveglia lo score della seconda frazione recita 6-4 Brown al termine di un parziale di 12 punti a 4 in favore di “Dreddy”. Il set decisivo scorre a lungo sui binari di un relativo equilibrio, anche se Ferrer deve salvarsi da una pericolosa palla break nel quarto gioco. Brown tira tutto, risoluto nella decisione di non lasciar nulla d’intentato, ma un paio d’azzardi di troppo lo spingono nel baratro durante il turno in battuta del settimo game, che risulterà decisivo per la vittoria dell’ex numero 3 del mondo.
Tanto godibili e incerti gli incontri della parte alta del tabellone, quanto lineari e senza storia quelli della parte bassa. Ma se la facile vittoria di Nando Verdasco sull’argentino Bagnis era facilmente pronosticabile, la rapida lezione impartita da Gastao Elias a Joao Sousa nel derby portoghese ha lasciato di stucco i più. Parso svogliato e con le testa altrove, il secondo favorito del seeding è naufragato in un mare di errori, scelte tattiche incomprensibili e break subiti, ben cinque, diretta conseguenza di una percentuale di trasformazione drammatica con la seconda palla in campo. Domani Elias non sarà favorito, ma la prima semifinale in carriera nel tour maggiore merita sin da ora di essere festeggiata.
Risultati:
[3] A. Ramos b. A. Arnaboldi 5-7 7-5 6-0
[5] F. Verdasco b. F. Bagnis 6-2 6-1
[1] D. Ferrer b. D. Brown 6-1 4-6 6-4
G. Elias b. [2] J. Sousa 6-2 6-2