Il 2016 rischia di essere l’anno peggiore della storia del tennis italiano. Come se non fossero sufficienti i cattivi risultati sportivi negli slam di uomini e donne e le brutte batoste subite dalle nazionali arriva adesso una notizia sconcertante: Marco Cecchinato, forse l’unico uomo su cui il tennis azzurro potesse puntare è stato condannato a 18 mesi di squalifica e 40.000 € di multa per aver alterato una sua partita – quella contro il polacco Kamil Majchrzak – al challenger di Mohamedia, in Marocco.
Il Tribunale ha anche condannato Antonio Campo e Riccardo Accardi
Nella ricostruzione del tribunale – formato dal Presidente Giorgio Gasparotto, e da Fulvio Brizio e Massimo Montanari – tutto parte da una segnalazione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di un flusso anomalo di scommesse su una partita dell’8 ottobre del 2015, quella appunto giocata da Cecchinato contro Kamil Majchrzak. Si tratta del quarto di finale del torneo, e Cecchinato ci arriva dopo aver superato a primo turno Matteo Viola e nel turno successivo lo spagnolo Oratio Roca Batalla. Marco è nel momento migliore della sua carriera (è il momento in cui ottiene il suo Best Ranking, numero 82) e ha lasciato sei game al connazionale e cinque allo spagnolo. Il polacco è numero 338, ma Cecchinato perde nettamente, 6-1 6-4. Il 2 a 0 per il polacco veniva pagato a 7 (per ogni Euro scommesso ne vincevi 7). In Italia due sole persone avevano scommesso su questo risultato Riccardo Accardi e suo padre. La Procura Federale li ascoltava e scopriva che Riccardo Accardi e Marco Cecchinato erano amici di lunga data, che frequentavano lo stesso circolo del tennis, a Palermo, e che si sentivano abbastanza spesso. Accardi negava che si fosse accordato con Cecchinato o che l’amico gli avesse rivelato informazioni da poter utilizzare per le scommesse. La Procura gli ha chiesto come mai avesse allora scommesso contro l’amico e Accardi pare abbia parlato di un “presentimento” che Cecchinato fosse scarico. Sentito Cecchinato, l’azzurro diceva che secondo lui Accardi aveva tratto indebite conseguenze da alcuni suoi rituali scaramantici, come quello appunto di dirsi non a posto fisicamente o “scarico” e di non credere alla sua vittoria.
Per la procura è stato abbastanza, anche perché Cecchinato ammetteva che Accardi a volte scommetteva per lui, ma “su altri sport” non sul tennis e risultavano disperse tutte le conversazioni intercorse tra i due dal settembre al dicembre 2015, con un’eccezione, quella del 23 settembre. In questa chat, Cecchinato scrive che deve “rifarsi con i marocchini per la scommessa perduta su Napoli Carpi”. Non solo, ma Cecchinato si sarebbe contraddetto cambiando versione sui suoi colloqui con Accardi, prima ammettendoli e poi negandoli.
Per quanto riguarda l’incontro tra Seppi e Isner, Cecchinato ha confessato di aver dato ad Accardi delle informazioni sullo stato di salute dell’altoatesino “affinché egli scommettesse sulla sconfitta dell’italiano” ma dice di averle apprese esattamente come chiunque altro, leggendo i giornali. Peccato che Cecchinato si allenasse con Seppi in quei giorni…
Il procedimento contro Cecchinato riguarda anche altri due incontri, uno di doppio, nel quale era impegnato insieme a Luca Vanni contro Sergey Betov e Mikhail Elgin. Il secondo sarebbe un singolare giocato ad Antalya tra Lorenzo Frigerio e Daniel Cox.
Luca Vanni e Lorenzo Frigerio hanno ammesso le loro colpe – di cui la sentenza non parla – e hanno “patteggiato” un pena pecuniaria.