Solo poche settimane fa, sull’erba dell’All England Club di Londra, lo statunitense Sam Querrey coglieva la vittoria più importante della sua decennale carriera professionistica, eliminando dai Championships al terzo turno il dominatore del tennis maschile, il serbo Novak Djokovic. Una tale affermazione avrebbe probabilmente fatto alzare la cresta a quasi tutti i giocatori del mondo. Ma non è il caso del pacato e umile Querrey. “Sono stati 10 giorni incredibili per me e me li porterò dietro per sempre. Ma continuo a vedermi solo come un buon giocatore. Le pensavo prima di quel match. Lo penso ancora oggi”, ha affermato con grande modestia l’attuale n.29 del ranking ATP da Washington dove è impegnato nel Citi Open.
In realtà tuttavia qualcosa nell’immediato è cambiato attorno al 28enne tennista di San Francisco dopo Wimbledon: il mondo dei media e l’opinione pubblica statunitense si sono finalmente accorte di lui. Querrey ha così “dovuto” prendere parte ad una serie di attività di pubbliche relazioni che forse, per via del suo carattere riservato, non ha apprezzato particolarmente. “Sono dovuto andare a “Good Morning America” (un popolare talh show ndr), ho dovuto fare il primo lancio ad una partita dei Dodgers, ho dovuto fare un servizio fotografico per GQ”, ha dichiarato il californiano, “Non esattamente la mia solita settimana”.
Quello che invece è più usuale per lui è battere i primi della classe. Querrey infatti vanta un più che dignitoso record di 15-31 contro i Top10 e, oltre a Nole, ha sorpreso in passato tennisti del calibro di Andy Murray, Kei Nishikori, Jo-Wilfried Tsonga, Tomas Berdych, Nikolay Davidenko e Andy Roddick. Alla sua collezione da “Giant Killer” mancano però le teste di Roger Federer e Rafa Nadal. “Vorrei battere ogni giocatore. Ma se sconfiggessi Roger o Rafa, gli ultimi due grossi nomi che non ho mai battuto, sarebbe incredibile”, ha ammesso infine Sam, “ma vedremo se succederà”.