L’alternanza Toronto-Montreal che caratterizza lo svolgimento della Rogers Cup non sembra sorridere, quest’anno, alla città del sud canadese. Archiviata la comprensibile scelta di Murray di staccare la spina dopo il trionfo di Wimbledon e le defezioni quasi simultanee di Federer e Nadal (non accadeva da Miami 2013 in un Masters 1000) un’altra testa di serie ha comunicato la sua assenza e si tratta di Jo-Wilfried Tsonga, vincitore dell’ultima edizione svoltasi a Toronto (2014).
Per Jo non si tratta di un problema fisico ma di una scelta di programmazione, nell’ottica di raccogliere il massimo delle energie in vista dell’imminente torneo olimpico di Rio de Janeiro. A Toronto mancherà anche Nicolas Mahut, che a sua volta era rientrato nel main draw grazie alle prime defezioni: il francese in coppia con Herbert appare uno dei favoriti per la conquista della medaglia d’oro nella rassegna a cinque cerchi. A beneficiare di queste ultime due assenze saranno Kudla e il giovane Taylor Fritz, che evitano le qualificazioni ed entrano direttamente in tabellone.
La scelta di Tsonga, assieme a quella dei tre big, per certi versi va in controtendenza rispetto ai casi di Thiem, Kyrgios, Tomic e ultimo quello di Raonic che per motivazioni differenti hanno deciso di non partecipare all’appuntamento olimpico. E chissà che proprio Raonic, grazie all’aria di casa e all’ottimo stato di forma, non possa approfittare della situazione per mettere le mani sul primo 1000 della sua carriera. Djokovic permettendo, s’intende.