[4] F. Fognini b. D. Dzumhur 4-6 6-1 6-1 (dalla nostra inviata a Umago, Laura Guidobaldi)
In una bella serata d’estate e accompagnato da un tifo appassionato da parte dei tanti italiani presenti a Umago, Fabio Fognini vola per la quinta volta in carriera in semifinale al Croatia Open. Il ligure dà prova di grande autorevolezza in campo e supera Damir Dzumhur con lo score di 4-6 6-1 6-1.
Il bosniaco, classe 1992 e n. 81 Atp, è ai suoi secondi quarti di finale in carriera; è capace di disputare un buon primo set, partendo con il piede sull’acceleratore per sorprendere l’azzurro 6-4 in 31 minuti. Ma, forse, l’esito del primo set deriva più da qualche distrazione di Fabio che dai grandi meriti di Dzumhur. Infatti, non appena Fognini decide di alzare il livello del suo tennis, è tutta un’altra storia. Nel secondo parziale, supportato da un tifo sempre più acceso, aumenta l’intensità e la precisione del proprio gioco aggredendo Damir con maggiore autorevolezza. Spinge e spinge ancora, trovandosi rapidamente in vantaggio 5-0. Ora il tennista di Arma di Taggia lascia partire dalle sue corde il suo miglior repertorio: serve & volley, micidiali fendenti lungolinea e smorzate ad hoc. Niente da fare per Dzumhur. Il secondo set è tutto italiano per 6-1.
Nella frazione finale, il bosniaco sembra rientrare in partita, mettendo a segno il break sull’1-0 Fognini. Ma è solo un fuoco di paglia. Il ligure continua a mettere in campo un ottimo tennis, fatto di potenza, precisione, variazioni e concentrazione. I colpi partono fluidi dalla racchetta di Fabio che, alla fine, fa sua la vittoria per 4-6 6-1 6-1; per lui si tratta della quinta semifinale a Umago, dopo quelle disputate nel 2008, 2011, 2013 e nel 2014. Ad aspettarlo la grande rivelazione delle ultime due settimane, il portoghese Gastao Elias.
“Finalmente sto ritrovando il mio tennis e sono molto contento” ha detto Fabio alla stampa dopo il match. “Dopo aver perso il primo set, sono rimasto calmo e ho cercato di fare il mio gioco e in effetti ho alzato il livello. È andata bene. Qui a Umago mi trovo bene, ho buone sensazioni, è la quinta semifinale per me qui. Con il prossimo avversario non sarà facile. Sta giocando bene e, anche se io ho un ranking migliore, non vuol dire nulla. Penso a un match alla volta e, anche se sono la testa di serie più alta rimasta in tabellone, non significa niente. Oggi giocano tutti bene ed è sempre difficile. Resto concentrato sulla prossima partita e vedremo”.
A. Martin b. [2] J. Sousa 6-3 4-6 6-2 (dal nostro inviato ad Umago, Ilvio Vidovich)
La seconda sfida sul Grand Stand di Umago propone ancora una sfida inedita a livello del circuito maggiore, quella tra la testa di serie n. 2 Joao Sousa e lo slovacco Andrej Martin. Ma i due si sono già incontrati a livello Challenger qualche anno fa, per la precisione nel 2013, con una vittoria per parte.
Il primo set è deciso dall’unico break del parziale, quello ottenuto da Martin all’ottavo gioco, con il portoghese che però recrimina per le 6 palle break non sfruttate in questa frazione. 6-3 per Martin e si nota che il colpo che fa la differenza in questo match è il dritto del n. 117 del mondo, fondamentale con il quale lo slovacco riesce a prendere l’iniziativa da fondo fino a crearsi lo spazio per piazzare il vincente. Sousa cerca di contenere la potenza dell’avversario da quel lato, per poi cambiare il gioco sulla diagonale del rovescio dove riesce invece ad avere la meglio, anche grazie alla sua rapidità che gli permette spesso di andare anche a colpire con il dritto inside-out da quella parte.
Ma che Sousa sia in difficoltà nel riuscire ad applicare la sua tattica di gioco lo si nota prima dall’urlo con cui saluta il punto dell’1-0 nel secondo che interrompe la striscia di game vincenti di Martin, ma soprattutto con la veemenza con cui nel secondo game si avventa sull’arbitro che effettua un overule su una prima di servizio dello slovacco, chiamata inizialmente out dal giudice di linea, sul 15-40 a suo favore. “Non mi è mai capitata una cosa del genere in vita mia, è un errore incredibile il tuo” continua a ripetere il n. 32 del mondo letteralmente inviperito, stato d’animo che peggiora dopo che Martin tiene il servizio annullando in totale altre tre palle break. Scena che si ripete poco dopo nel sesto game, quando un nuovo overule dell’arbitro, sempre su una prima del 26enne di Bratislava, scatena di nuovo le rimostranze di Sousa. “Non voglio essere arbitrato da questo qua, Andrej vieni a vedere anche tu la palla è fuori” grida ad alta voce il portoghese, che chiede più volte l’intervento del supervisor e solo quando capisce che l’arbitro non ha la minima intenzione di accontentarlo, torna a capo chino a rispondere a fondo campo e perde a zero il game.
Lo slovacco appena può continua a spinge col dritto e viene anche a conquistarsi il punto a rete, scatenando l’entusiasmo di una ventina di connazionali, che sulle tribune sostengono senza sosta il loro beniamino, ma in questa fase Sousa riesce a contenere un po’ di più la potenza del dritto di Martin e a chiuderlo più spesso nell’angolo del rovescio. E in questa situazione non è strano che arrivi il primo vero passaggio a vuoto del 26enne di Bratislava quando va alla battuta per rimanere nel set sul 5-4 per il portoghese: cede per la prima volta, a zero, il servizio ed è 6-4 Sousa.
Sugli spalti si pensa che l’inerzia del match sia ora a favore del 27enne di Guimares, ma Martin, alla sua prima apparizione nei quarti di finale di un torneo ATP, non intende fermarsi proprio ora: strappa subito il servizio all’avversario, annulla poi l’ennesima palla break e dopo un game lunghissimo si porta sul 2-0.
Ora i due giocano a viso aperto, gli scambi sono prolungati – anche perché la temperatura è scesa ed è più accettabile – e probabilmente Sousa confida nel fatto che Martin non possa continuare a picchiare come un fabbro con il dritto. Ed i due errori di dritto dello slovacco che gli costano il break del 2 pari sembrano dare ragione al portoghese. Ma non è così. Si tratta solo di un passaggio a vuoto temporaneo, perché da quel momento il dritto di Martin diventa veramente devastante: con due vincenti si procura l’ennesima palla break che poi trasforma per il 3-2 a suo favore, ma è soprattutto nei due game successivi che sale in cattedra in maniera impressionante. Annulla ancora una palla break (saranno 11 su 13 in totale) con un dritto vincente, per poi salire 4-2 con uno stupendo passante di rovescio lungolinea e nel game successivo fa i buchi per terra con il suo dritto e conquista il 5-2. Nell’ultimo game, quando sale 40-15, la tensione si fa un po’ sentire, sotto forma di un inedito serve&volley sul secondo match point che Sousa annulla con un lob. Ma il Martin di oggi è troppo ispirato e al terzo match point chiude 6-2 con l’ennesimo dritto vincente e poi alza le braccia al cielo, prima di salutare ripetutamente i tifosi che lo hanno incessantemente sostenuto durante tutto il match. E che, siamo sicuri, saranno presenti anche domani nel match contro Berlocq, pronti a spingerlo verso la sua prima finale ATP.
C. Berlocq b. [3] J. Chardy 6-4 6-2 (dalla nostra inviata a Umago, Laura Guidobaldi)
Giornata caldissima a Umago. Il sole splende e il mare brilla. Brilla meno Jérémy Chardy, n. 38 del ranking che, opposto a Carlos Berlocq – classe 1983 e n. 87 ATP – si dimostra fallosissimo e cede per 6-4 6-2. A metà del primo set, il francese perde totalmente le misure dei colpi e del campo, comincia a commettere numerosi errori che non riuscirà più a limitare.
Lo Stadion Goran Ivanisevic è ancora semivuoto. La temperatura è elevata e, a pochi metri dal campo, i turisti del complesso di Stellamaris si stanno godendo il fresco mare dell’Istria e si abbronzano al sole. Nel frattempo, Chardy e Berlocq sudano sette camicie in campo, mantenendo l’equilibrio fino al 2-2 del primo set. Carlos impone a Chardy i suoi dritti alti in top spin sul rovescio, mentre il francese spinge all’impazzata con il dritto e rovescio, più piatti e fulminei. Il tennista di Chascomus si muove benissimo in campo nonostante le 33 primavere ma, soprattutto, impone un tennis d’attesa e profondo, insidiando l’avversario con back chirurgici. Arriva il break per Carlos che sale 3-2 e servizio. Ma Jérémy azzera il vantaggio dell’avversario con l’immediato controbreak. L’argentino continua a martellare Chardy con i suoi scomodi dritti in top, inducendolo inesorabilmente all’errore. Niente da fare per Jérémy che continua a “regalare” punti su punti, spesso lunghi di metri, soccombendo così per 6-4.
Nel secondo parziale, Carlos prende il largo sul 5-0. Chardy appare totalmente in balìa della stanchezza e della sfiducia. È inespressivo, ancora vittima di gratuiti fuori misura. L’argentino lo fa spostare da una parte all’altra del campo, sorprendendolo con smorzate velenose e beneficiando soprattutto dei numerosi falli in cui incappa il transalpino. Ma ecco che il tennista di Pau ha un sussulto d’orgoglio. Spinge ancora nel cercare gli angoli e le righe, tentando di entrare maggiormente dentro il campo e prendere il tempo al 33enne di Chascomus. Fa un passo in avanti sul 2-5 ma finisce qui. Berlocq continua a martellarlo, la palla Chardy torna quasi sempre indietro e Carlos fa suo l’incontro per 6-4 6-2. Nonostante i 15 vincenti con il dritto, il francese deve recriminare ben 35 gratuiti, a fronte di una decina per l’argentino.
“Sono molto deluso” ha confessato Chardy dopo la sconfitta. “È colpa mia; lui ha giocato bene, con un gioco di pazienza e profondo. Ma io gli ho dato un sacco di gratuiti. Purtroppo è così. È il mio gioco, a volte funziona ma a volte va male. Ora mi concentro sul prossimo torneo, vado a Toronto per poi proseguire la tourné americana“.
G. Elias b. [6] P. Carreno Busta 6-4 6-4 (dal nostro inviato ad Umago, Ilvio Vidovich)
I quarti di finale dei Croatia Open iniziano con l’inedita sfida iberica tra lo spagnolo Pablo Carreno Busta, tds n. 6, e il portoghese Gastao Elias, autore ieri dell’eliminazione del n. 1 del seeding Pablo Cuevas. Entrambi i giocatori sono a caccia della seconda semifinale ATP in stagione, Carreno l’aveva raggiunta in febbraio a San Paulo (dove poi era giunto in finale), Elias per la prima volta in carriera solo la scorsa settimana a Bastad.
A giudicare però dall’inizio del match, sembra il portoghese quello più desideroso di bissare il risultato appena ottenuto, mentre il n. 56 del ranking pare rimasto negli spogliatoi. Tanto che dopo un iniziale parziale di nove punti a zero a suo favore Elias si porta in un batter d’occhio sul 3-0,sotto lo sguardo del connazionale Sousa che si è fermato in tribuna a guardare un paio di game prima di iniziare il riscaldamento in previsione dell’incontro che dovrà giocare subito dopo. Carreno Busta è molto falloso da fondo, specie con il dritto, colpo con il quale di solito gestisce lo scambio, non riuscendo a leggere in maniera adeguata le traiettorie del dritto di Elias che gli propone colpi con rotazione in spin di intensità e potenza sempre diversa. Grazie al servizio il 25enne spagnolo accorcia le distanze e deve ringraziare un calo alla battuta del n. 72 del mondo che inizia improvvisamente ad avere difficoltà a mettere la prima in campo e cede il servizio dal 40-15 a suo favore. Il n. 6 del seeding però non riesce a completare l’aggancio, cede nuovamente il servizio e Elias si porta poi sul 5-2, nonostante due doppi falli che testimoniano il permanere dei suoi problemi al servizio. Carreno Busta invece si avvicina nel punteggio grazie a due ace e un servizio vincente, e poi ottiene nuovamente il break, con Elias un po’ meno brillante da fondo e sembra altalenante al servizio (42% di prime in questo set). Ma di nuovo lo spagnolo non riesce ad agganciare l’avversario: Elias risponde bene e da fondo il primo a sbagliare è il 25enne di Gijon. Primo set 6-4 Elias.
Ci si attende la reazione di Carreno Busta, invece il match diventa un monologo del tennista portoghese, che continua ad avere la meglio negli scambi da fondo, non solo grazie agli errori dell’avversario – che continuano – ma anche comandando ora il gioco con il suo dritto in top sempre profondo. Elias ha anche registrato il servizio, mentre quello dello spagnolo è calato un po’, Tutto questo spiega il 5-0 a favore di Elias. Partita che sembra destinata a finire da lì a poco, tanto che il primo game ottenuto da Carreno Busta sa tanto di punto della bandiera. Invece, un po’ come nel terzo set di ieri, Elias in dirittura di arrivo sente un po’ la tensione, mentre il suo avversario gioca un po’ più sciolto, come spesso capita quando ormai non si ha più nulla da perdere. Sta di fatto che il dritto del portoghese, fino a quel momento praticamente ineccepibile, inizia ad andare fuori giri. Carreno Busta cerca anche qualche variazione con un paio di attacchi a rete e inaspettatamente, per come si era messo l’incontro solo pochi minuti prima, recupera il doppio break e si porta sul 4-5. Non è però destino che oggi il n. 56 riesca a completare una rimonta: Elias torna in sé grazie ad una stupenda risposta di dritto nel primo punto del game e poi è Carreno Busta che torna a sbagliare da fondo e consegna a zero il break del 6-4 Elias, che vale per il 25enne di Lourinha la seconda semifinale consecutiva – e assoluta – a livello ATP, come minimo l’entrata nei top 70 e la conferma che è diventato grande.
Risultati:
G. Elias b. [6] P. Carreno Busta 6-4 6-4
C. Berloq b. [3] J. Chardy 6-4 6-2
[4] Fognini b. D. Dzumhur 4-6 6-1 6-1
A. Martin b. [2] J. Sousa 6-3 4-6 6-2