Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) si è riunito questa mattina a Losanna per adottare una decisione in merito al dossier promosso dalla WADA che ha accusato la Russia di aver messo in piedi un vero e proprio sistema per eludere i controlli anti-doping con la collaborazione dei laboratori di Sochi e Mosca, dei servizi segreti e del ministero dello sport. Ebbene il CIO ha dato credito alla relazione della commissione indipendente guidata da Richard McLaren, delegata ad indagare sul caso. Nel comunicato rilasciato ai margini della teleconferenza si legge infatti che “tutti gli atleti russi sono considerati parte di un sistema volto a sovvertire e manipolare l’anti-doping“, ma la loro presenza ai Giochi Olimpici di Rio sarà stabilita dalle singole federazioni sportive internazionali. Non sarà quindi applicato il principio di presunzione di innocenza, ma l’onere della prova – di essere innocenti – spetterà agli stessi atleti, che avranno quindi poco più di una settimana per dimostrare di essere estranei al sistema.
La decisione arriva tre giorni dopo quella del TAS di Losanna, che aveva respinto il ricorso di 68 atleti russi che si erano opposti alla scelta della IAAF di sospendere la federazione atletica russa.
A Rio non potrà esserci nemmeno Yulia Stepanova, la mezzofondista russa che dopo la positività nel 2013 all’EPO aveva scelto di sputare il rospo denunciando le pratiche illecite del ‘doping di stato’. Il CIO le aveva infatti accordato il permesso di partecipare alle Olimpiadi da ‘neutrale’, gareggiando sotto la bandiera del Comitato Olimpico, ma la Commissione Etica ha optato per l’esclusione dai Giochi di tutti gli atleti russi che in passato hanno scontato una squalifica per doping. Sarà così Daria Klishina, che vive e risiede negli Stati Uniti, l’unica sportiva russa in gara nell’atletica leggera.
Gli atleti russi che soddisfaranno tutti i requisiti richiesti dalle rispettive federazioni saranno sottoposti ad un rigoroso programma di test supplementari e un’eventuale mancata disponibilità porterà alla revoca immediata dell’accredito da parte del CIO.
In conference-call l presidente del Comitato olimpico internazionale, Tomas Bach, ha risposto alle domande dei giornalisti.
Come può ciascuna Federazione fornire le prove richieste in così poco tempo? E quale messaggio crede che stia mandando la Stepanova?
Sarà il CIO a prendere la decisione definitiva basandosi sulla decisione del CAS (Court of Arbitration for Sport). Il giudice dovrà analizzare nel dettaglio i documenti forniti dal Comitato Olimpico Russo e approvati dalle Federazioni Internazionali. Abbiamo una chiara struttura a diversi livelli per prendere le decisioni.
Il caso dello Stepanova sarà di incoraggiamento per gli atleti a denunciare illeciti in futuro, abbiamo apprezzato il fatto che si sia fatta avanti soprattutto per quello che è successo 5 o 6 anni fa. Dobbiamo anche segnalare il ruolo di suo marito, perché è stato importante. Sono stati invitati ai Giochi Olimpici come ospiti del CIO e il CIO continuerà a sostenerla.
Lei è stato un atleta: se lo fosse ancora a Rio sarebbe convinto al 100%, lottando con un atleta russo, di affrontare un avversario pulito?
Continuiamo a sostenere che un singolo atleta non debba pagare il prezzo di un intero sistema. Bisogna sempre guardare il caso singolarmente, agire come fosse un caso a sé stante. Sono felice della decisione presa oggi e molti atleti di tutto il mondo sono d’accordo con noi. Nell’Executive Board molti membri hanno espresso questo concetto: la nostra responsabilità è verso il singolo atleta.
Motivi e obiettivi della decisione? Chi prenderà le decisioni finali?
La decisione finale non sta alle singole federazioni ma al CIO su consiglio di una parte indipendente. Gli atleti russi dovranno superare ostacoli enormi per poter partecipare alle Olimpiadi di Rio.
Questa decisione è stata presa con l’unico scopo di proteggere gli atleti puliti in tutto il mondo. E lo stiamo facendo attraverso i durissimi criteri imposti agli atleti russi. Questa decisione non può accontentare tutti ma rispetta le regole di giustizia e i diritti degli atleti puliti di tutto il mondo.
In serata è arrivato il comunicato della Federazione Internazionale Tennis (ITF).
(a cura di Luca De Gaspari, Vanni Gibertini e Marco Lauria)