[WC] D. Shapovalov b. [11] N. Kyrgios 7-6(2) 3-6 6-3 (Raffaello Esposito)
È partita la Rogers Cup, uno dei tornei più antichi, prima edizione nel 1881 e tutti i grandi nell’albo d’oro. Quest’anno, per la regola dell’alternanza che governa questo evento, l’ATP 1000 si gioca all’Aviva Centre di Toronto e l’incontro fra il neo campione di Wimbledon Juniores e il n° 19 mondiale Nick Kyrgios ha avuto l’onore del campo centrale. Il canadese Denis Shapovalov è entrato nel tennis dei grandi meno di tre mesi fa a Drummondville, promette di rimanerci a lungo e nella serata canadese si è preso lo scalpo del “vecchio” Nick Kyrgios. L’australiano ha mostrato subito tutto il suo repertorio di atteggiamenti infastiditi e colpi o la va o la spacca, fra aces, doppi falli, seconde di servizio a 207 kmh e pigre steccate. Forse aveva problemi di spostamento ma il suo avversario non si è fatto distrarre, annullando con classe tre palle break in avvio ed una a metà primo set. Ma soprattutto Shapovalov ha fatto vedere di esserci sia a livello tecnico che mentale. Due gambe da Mercurio lo portano quasi sempre a giocare in anticipo, traiettorie di gioco e scelte tattiche sono accurate, la testa è sempre ben sul campo.
E certe soluzioni lasciano intravvedere classe purissima. Lo stesso non si può dire di Kyrgios, che gioca solo con il servizio e sparacchia sulla luna tutto il resto. Il tiebreak del primo set è la sublimazione di questo incomprensibile atteggiamento. Non si capisce se gli manchi la forma o la voglia ma precipita subito 0-5 con un rovescio a gambe dritte e un doppio fallo e l’altro non gli dà più scampo. Dopo le celebri frasi rivolte a Wawrinka lo scorso anno si comincia ad avere il sospetto che l’aria del Canada non giovi all’australiano, che nel secondo set accentua il suo atteggiamento da “cosa vogliono questi da me?” giocando un game d’apertura in battuta ai limiti del ridicolo. Si salva solo perché ad un doppio fallo segue un ace sottolineato da sardonico sorriso. Nick gioca a caso, non regge più di tre scambi e getta al vento anche il primo break del match facendosi riprendere subito. Non ha la minima intenzione di andare al terzo ma Shapovalov ha un attimo di cedimento nell’ottavo gioco, manca una facile chiusura per il 40-15 e perde servizio e set col punteggio di 6-3. Nick non gliela perdona e decide definitivamente di battersi da solo commettendo quattro doppi falli nel secondo gioco del parziale decisivo. Shapovalov è un ragazzo educato, sa bene che a caval donato non si guarda in bocca e governa da qui in poi il punteggio in battuta fino al 6-3, con palla break annullata, che gli consegna la più grande vittoria di una carriera che non è ancora cominciata. Da oggi in poi, signori, occhio al giovane Denis. Ricordate chi è stato l’ultimo mancino con il rovescio ad una mano a vincere Wimbledon? Si chiamava John e portava una fascetta rossa…
Al prossimo turno il canadese affronterà Grigor Dimitrov che ha sconfitto a fatica Sugita. Non sarà una prova del nove, non ce n’è bisogno.
[16] J. Sock b. D. Kudla 6-2 6-2 (Domenico Giugliano)
Sul Grandstand di Toronto, si affrontavano la testa di serie numero 16 del torneo e 26 del mondo, Jack Sock, contro il connazionale Denis Kudla. Era il quarto confronto tra i due, che vede Kudla in vantaggio per 2-1. L’ultimo precedente è stato però favorevole a Sock, a Basilea lo scorso autunno. Il primo set scorre via molto veloce. Sock scappa subito via con il break al primo game. Nei suoi turni di battuta c’è poco gioco, grazie agli aces e i servizi vincenti. Tuttavia, Kudla tenta una timida risposta sul 3-1, con il controbreak, ma dopo questa fiammata, Sock prende il sopravvento e chiude in 35 minuti il parziale per 6-2. Il secondo set è un incubo per Kudla che perde subito il servizio nel primo game e viene brekkato anche nel terzo, con un 3-0 pesante che non ammette repliche. I turni di sevizio di Sock scorrono via veloci, anche grazie alla percentuale di prime che sale sopra il 50%. Gli ultimi games seguono i turni di servizio e in un’ora e 8 minuti di gioco, il bombardiere americano chiude con un doppio 6-2. Per lui al prossimo turno il vincente di Dolgopolov-Young.
[9] J. Isner b. D. Sela 4-6 6-3 6-2 (Emmanuel Marian)
John Isner ritrova il suo elemento naturale, quel cemento nordamericano foriero delle massime soddisfazioni in carriera, ma l’approccio al torneo di Toronto è stato più problematico di quanto lo si potesse stimare. Dudi Sela, il suo avversario odierno, è stato bravo a sfuggire al designato ruolo di vittima sacrificale impostando una partita tatticamente accorta, e ha retto l’urto per più di mezz’ora riuscendo persino ad avvantaggiarsi di un set. Conscio di rendere trenta centimetri e quaranta chili al granatiere di Greensboro, l’israeliano ha inceppato il cannone avverso somministrando continue variazioni e back molto bassi; Isner, costretto a scendere dai suoi 208 centimetri per picchiare la palla, è spesso andato incontro a errori grossolani, e addirittura, fatto del tutto anomalo specie sui suoi campi, ha concesso due palle break nel settimo game: il numero 16 ATP ha cancellato la prima servendo un terrificante ace esterno a 231 chilometri orari, ma sulla seconda Dudi ha impressionato con un sublime rovescio vincente lungo la linea, portando il set dalla sua parte senza tentennamenti. Il favorito della vigilia non ha lasciato molto spazio alle fantasie di chi pregustava la prima sorpresa del torneo, tuttavia. Salito con la percentuale di prime e finalmente più incisivo in risposta, Isner ha rimesso le cose in ordine nei due restanti parziali, letteralmente dominati, e ha staccato il pass per il secondo turno, dove lo attende il derby del deep south con Ryan Harrison.
[12] B. Tomic b. [Q] A. Gonzalez 6-4 7-6(0) (Giovanni Vianello)
Un Bernard Tomic a tratti in difficoltà fisiche ha avuto la meglio di Alejandro Gonzalez, colombiano attualmente n.163 del mondo. Entrambi i giocatori hanno sofferto il vento nel primo set, e la qualità del match ne ha risentito; la partita è stata più combattuta nel secondo parziale. Il primo set si apre con tre break nei primi tre giochi, con Tomic che si trova avanti 2-1 e servizio, poi non si vede più un break, Tomic si limita a gestire i propri turni di battuta. Nel decimo gioco l’australiano rischia qualcosa, quando manca un set-point su uno scambio di 31 colpi con un dritto a campo aperto in lungolinea e poi va in apnea, salvandosi tuttavia grazie a due ace consecutivi ed aggiudicandosi game e set ai vantaggi. Nel secondo set il vento è più clemente e Gonzalez riesce ad elevare il proprio livello di gioco. Il colombiano si trova due volte avanti di un break, soprattutto per demeriti di Tomic, ma l’australiano sotto prima 2-0 e poi 3-1 riesce immediatamente a trovare i controbreak. Il secondo set si conclude al tie-break e vede Tomic finalmente dominare il campo. Tomic, accreditato della testa di serie n.12 sfiderà Steven Diez, wild card canadese che ha sconfitto Kyle Edmund.
B. Coric b. I. Dodig 5-7 6-4 6-2 (Valerio Vignoli)
Su un centrale praticamente deserto, il 19enne croato Borna Coric si aggiudica alla sua maniera, con la grinta più che con la brillantezza, il derby con il più esperto connazionale Ivan Dodig, trovando il primo successo in carriera nella Rogers Cup. Al prossimo turno lo attende la testa di serie n.5 Tomas Berdych.
Dodig inizia con il match con il piede sbagliato e sul 1 pari regala il primo break dell’incontro con un rovescio fuori misura. Coric tuttavia è molto falloso e non riesce a confermare il vantaggio nel gioco successivo. Proprio quando il parziale sembra destinato a concludersi al tiebreak, il teenager di Zagabria concede 2 set point al suo avversario. Il veterano di Medjugorje è timido sul primo ma riesce a sfruttare il secondo e ad ottenere così il parziale con lo score di 7-5. Frustrato da un pessimo inizio di match, il promettente croato frantuma la sua racchetta e si prende un meritato warning dal giudice di sedia. Dopo una pausa negli spogliatoi, Coric torna in campo molto più concentrato. Grazie ad una maggiore solidità, il n.53 del ranking ATP comincia a rispondere meglio fino a strappare il break sul 3 pari con un rovescio incrociato vincente. Dodig scende di livello e un Coric trasformato conquista il secondo parziale per 6-4. Gli equilibri in campo ormai sono ribaltati e sul 2 pari del set decisivo il più maturo dei due croati perde ancora il servizio. Coric soffre per prendere il largo nel sesto gioco ma nel settimo piazza con un passante di rovescio un ulteriore break che lo manda a servire per il match. Dodig ha un sussulto ma alla fine il classe 1996 chiude set (per 6-2) e incontro in poco meno di due ore mezza di gioco.
G. Dimitrov b. Y. Sugita 5-7 7-6(5) 6-4 (Ruggero Canevazzi)
Secondo incontro di giornata sul Centrale di Toronto tra l’ex n.8 del mondo Grigor Dimitrov e l’attuale n. 107 ATP Yuichi Sagita. Il giapponese quest’anno ha vinto il Challenger di Kyoto sul duro indoor e vanta due successi ATP di peso, ad Halle contro la promessa americana Taylor Fritz e a Washington contro Vasek Pospisil. Dimitrov viene da due finali perse a Sydney e Istanbul (nella capitale turca scatenò tutta la sua frustrazione in una ripetuta distruzione di racchette, fino alla clamorosa espulsione sul match-point per Schwartzman) e poco altro. Nessun precedente tra i due.
Il bulgaro cerca con attenzione la regolarità, ma è terribilmente contratto e privo di fiducia, così sbaglia anche i colpi di puro palleggio, mentre il nipponico scatta con l’entusiasmo e la serenità di chi non ha niente da perdere. Il risultato di questi due approcci opposti è un incredibile 4-0 iniziale per Sugita, con il bulgaro che colpo dopo colpo, errore dopo errore, si volta verso il suo angolo capitanato da Vallverdu con gli occhi smarriti di chi non sa proprio cosa fare. Sugita fa il suo con diligenza e nulla più, tanto è vero che sotto 5-1 Dimitrov inizia finalmente a sciogliersi e sale di livello quel che basta a recuperare fino al 5 pari. Il n.40 ATP continua però a sbagliare molto, è statico e spesso fuori tempo, così arrivano nuovi evitabilissimi gratuiti, che alimentano le sue insicurezze fino a cedere di nuovo la battuta: Yuichi serve per la terza volta per il set e ora non fallisce, 7-5 per il giapponese.
Nel secondo set il venticinquenne di Haskovo subisce due break consecutivi (sono di fatto tre con l’ultimo gioco del primo set, cinque in totale su 8 turni di servizio), poi recuperati fino al 4-3 per lui. A ben guardare, l’incubo oltre che per Dimitrov è per il pubblico, sia sugli spalti che a casa, che assiste a una partita orrenda, piena di gratuiti come se piovesse. Il match segue i servizi fino al tie-break. Sugita sale meritatamente fino al 5-2, semplicemente perché sbaglia meno dell’avversario, poi all’improvviso, dopo quasi due ore, Grigor Dimitrov scende in campo: un bellissimo rovescio vincente lungo linea seguito da un lob al bacio sulla riga in risposta al lob tentato dal ventisettenne di Sendai. Il bulgaro alza il ritmo e costringe a due errori l’avversario, prima di chiudere 7-5 prendendo la rete.
Nel terzo parziale si arriva rapidamente al 2 pari, quando il giapponese salva una prima palla break con un ace di seconda, ma poi cede la battuta con un errore non forzato e un doppio fallo. Il match prosegue seguendo i servizi, ora sembra quasi una partita di tennis, per quanto estremamente piatta e noiosa. Il vincitore del Queen’s 2014 decide che può bastare, conferma la crescita al servizio e chiude al decimo gioco dopo quasi 2 ore e mezzo di sofferenza inenarrabile, per lui e per chi ha visto la partita.
Al secondo turno affronterà la wild card canadese Denis Shapovalov, che ha eliminato a sorpresa Nick Kyrgios.
Risultati:
B. Coric b. I. Dodig 5-7 6-4 6-2
G. Dimitrov b. Y. Sugita 5-7 7-6(5) 6-4
[9] J. Isner b. D. Sela 4-6 6-3 6-2
[WC] D. Shapovalov b. [11] N. Kyrgios 7-6(2) 3-6 6-3
S. Querrey b. [WC] F. Dancevic 7-6(5) 6-4
K. Anderson b. V. Troicki 7-6(4) 6-3
G. Muller b. [PR] D. Tursunov 7-6(5) 6-1
[Q] R. Harrison b. A. Kuznetsov 6-3 6-1
[12] B. Tomic b. [Q] A. Gonzalez 6-4 7-6(0)
[16] J. Sock b. D. Kudla 6-2 6-2
[WC] S. Diez b. K. Edmund 3-6 6-3 6-2
[WC] P. Polansky b. [Q] T. Smyczek 4-6 6-3 6-0
M. Youzhny b. S. Robert 6-3 7-6(6)