A Toronto Nole comanda la pattuglia, ma Raonic è lì. Kerber se la caverà ancora?
Rogers Cup, quarti di finale: in campo le prime 3 tds a Toronto. A Montreal la favorita è Kerber
[5] S. Halep b [9] S. Kuznetsova 3-6 6-1 6-1 (da Montreal, Vanni Gibertini)
Una partita di tennis di solito risulta tale quando ci sono due protagonisti in campo che danno fondo alle loro rispettive capacità ed energie contemporaneamente. Nel caso di Halep-Kuznetsova, le sue giocatrici si sono quasi alternate a giocare, dando vita ad un match a “doppio senso unico”, se ci si passa l’ossimoro.
La Kuznetsova aveva iniziato alla grande, rispolverando il suo tennis dei giorni migliori, spostando a meraviglia la Halep sulla linea di fondo, aprendo immediatamente il campo negli scambi soprattutto con il diritto incrociato. Si era arrivati a 4-0 in favore della russa con palla per il 5-0 fallita con una risposta non tenuta in campo. Poi, piano piano l’ago della bussola aveva iniziato inesorabilmente a virare verso la giocatrice rumena, che sul 5-2 30-0 riusciva a stoppare la corsa della Kuznetsova verso la conquista del set, ma soltanto per poco. Andata a servire sul 3-5, la Halep si faceva infilare tre punti consecutivi dal 30-15, l’ultimo dei quali con una risposta vincente che il “falco” vede pizzicare appena la riga, ed il set veniva quindi incamerato dall’atleta russa.
Dal secondo set in poi, il ritmo martellante della Halep diventava sempre più incalzante ed il tennis della Kuznetsova iniziava ad andare in frantumi. La russa faticava sempre di più a tenere lo scambio e l’incrociatore battente bandiera rumena si allontanava sempre più verso la semifinale della Rogers Cup, lasciando Sveta a naufragare nelle sue incertezze. Negli ultimi due set, solamente un game si allungava fino ai vantaggi, il primo del secondo set, ceduto dalla Kuznetsova con un doppio fallo. Tutto il resto si perdeva nel delirio crescente della russa, che non riusciva a ritrovare il bandolo della matassa nemmeno dopo una pausa di quasi 10 minuti tra il secondo ed il terzo set per cambiare abito e colori. Senza quella pausa il terzo parziale sarebbe durato molto meno dei 31 minuti indicati dal cronometro, ed anche molto meno dei 26 minuti con che erano stati necessario per giocare il secondo.
La Halep attende quindi in semifinale la vincente del primo K-derby della giornata, quello tra la Kerber, sempre più in corsa per la posizione n.1 del ranking WTA, e la giovane Kasatkina.
[2] A. Kerber b. D. Kasaktina 6-2 6-2 (Matteo Parini)
Il secondo quarto di giornata della parte bassa del tabellone vede opporsi la numero due al mondo e seconda testa di serie – ma prima favorita del seeding canadese dopo il forfait di Serena Williams – Angelique Kerber e la giovane speranza russa Daria Kasaktina, responsabile ieri dell’eliminazione della nostra Roberta Vinci. Uno scontro inedito e generazionale, considerate le nove primavere che separano le due atlete. Angelique, che ha potuto beneficiare di un bye all’esordio, a questi quarti, tanto per non smentirsi, è giunta al termine di due autentiche maratone contro Lucic-Baroni e soprattutto Svitolina. Per Daria, invece, tre set all’esordio contro Doi prima di due affermazioni simili e più rapide contro Stosur e, appunto, Vinci. Si gioca per un posto in semifinale contro Simona Halep.
Se della stagione eccezionale della tedesca si è scritto già tutto – per lei il trionfo di Melbourne e la finale nei Championships, tra l’altro – da sottolineare anche i progressi compiuti della russa in questo 2016 che l’ha vista prepotentemente risalire la classifica mondiale e che da lunedì la vedrà abbondantemente tra le Top 30.
Il primo set è più che altro una sagra del break (6 in 8 game) e degli errori. Intervallati, questi ultimi, solo da qualche pregevole uscita un lungolinea della più pragmatica tedesca che, senza strafare, si preoccupa esclusivamente di allungare gli scambi per poi passare puntualmente all’incasso. Oltremodo fallosa la sua avversaria che in ventinove minuti – tanto infatti è durato il parziale d’apertura – non riesce a mantenere un solo turno di battuta, infarcendo la propria performance di gratuiti in quantità industriale che fissano il punteggio sul 6-2. E pensare che era stata proprio la diciannovenne nativa di Togliatty la prima a mettere il naso avanti nel match.
Alla ripresa del gioco la solfa sembra essere ancora la stessa, con Kasaktina impegnata a litigare con il servizio e Kerber, sorniona, che prosegue nella sua marcia a scartamento ridotto. Quanto basta comunque alla nativa di Brema per scappare immediatamente sul punteggio di 4 a 1 in una partita che gli spettatori presenti difficilmente fisseranno nel proprio album dei ricordi. Il leitmotiv non vuole saperne di cambiare, con i rally lunghi che inesorabilmente finiscono tutti per premiare la Kerber e le iniziative della Kasaktina troppo spesso macchiate da errori anche banali nell’esecuzione dei colpi. Il sesto gioco del set rischia di costituire un evento storico con Kasaktina che, annullate due palle per l’1 a 5, finalmente riesce nell’impresa di mantenere un turno di battuta. É solo un fuoco di paglia perché anche nell’ottavo gioco, dopo un settimo rapido ed interlocutorio, la russa perde servizio e partita allo scoccare dell’ora di gioco. Si chiude quindi con un perentorio 6-2 periodico una sfida piuttosto attesa ma che a conti fatti non c’è stata.
Da rivedere Kasaktina, davvero troppo brutta quest’oggi per essere vera. Per Kerber, invece, la conferma della nuova dimensione raggiunta quest’anno, quando anche nelle giornate meno brillanti trova lo stesso il modo di far valere il peso del proprio blasone.
Risultati:
Quarti di finale
Sessione diurna
[5] S. Halep b [9] S. Kuznetsova 3-6 6-1 6-1
[2] A. Kerber b. D. Kasaktina 6-2 6-2