dal nostro inviato a Cortina
Marco Cecchinato riparte da Cortina. Dopo essere stato convocato in Coppa Davis contro l’Argentina, è arrivata la notizia della squalifica per 18 mesi per il “presunto” caso di scommesse, con processo ancora tutto da definire. Il palermitano non intende certo fermarsi e continua ad allenarsi e giocare. Da venerdì sera Marco si trova nella perla delle Dolomiti e si è dimostrato disponibile a parlare di tennis.
“Solo di tennis però, mi raccomando”. E noi rispettiamo le consegne, dopo aver visto un suo intero allenamento sul campo centrale di oltre due ore con tanto di parte fisica, scatti e balzi al termine del tennis giocato.
Allora com’è giocare in altura, da Palermo fino alle Dolomiti?
Mi piace, anche se ho già giocato diciamo in quota. San Marino (800 metri) ma anche Caltanissetta. Mi trovo bene. Ho tantissima voglia di giocare dopo questo periodo un po’ complicato. Mi sono permesso qualche giorno di vacanza, ma ora eccomi di nuovo in campo. Abbiamo iniziato il nuovo rapporto con il tecnico Simone Vagnozzi, con lui prende il via un nuovo percorso. Facciamo anche tanta atletica. Lavoriamo per ritrovare buone sensazioni, mi sento bello carico.
Una stagione tutto sommato positiva, continuando a parlare solo di tennis giocato. Qualche buon match, come quello di Parigi al Roland Garros contro Kyrgios, con anche la vittoria nel challenger di Milano, dove hai battuto in semifinale Carlos Berlocq. Qui a Cortina sei la prima teste di serie.
Devo essere sincero non sono proprio contentissimo di questa stagione. A parte due-tre settimane non ho giocato al mio meglio. Bene a Bucarest dove ho battuto Baghdatis e poi il Dzumhur; un grandissimo torneo a Milano, ma non ci sono stati tanti altri risultati, se non dei match alla pari, come quello contro Raonic a Roma, o con Kyrgios al Roland Garros. Faccio un po’ fatica quest’anno, pur disputando delle buone partite.
Qual’è il tuo obiettivo qui a Cortina?
In questo torneo l’obiettivo è di andare il più avanti possibile ritrovando delle buone sensazioni. Stare a lungo in campo, allenarmi, soffrire. Ritrovare la voglia che mi era un po’ mancata.
L’anno scorso qui vinse Paolo Lorenzi, che ora è diventato addirittura il numero uno d’Italia. Tu quest’anno sei l’italiano con la miglior classifica in questo challenger.
Paolino è da ammirare, è un grande tennista e una grande persona. Ho passato una bella settimana con lui in Davis. È un grande lavoratore, da ammirare in tutti i sensi, si merita di essere il numero uno. Ha fatto tanti sacrifici. Parlando invece di me, diciamo che voglio far bene anche io e speriamo di riuscirci.