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E. Svitolina b. [1] S. Williams 6-4 6-3 (Lorenzo Dicandia)
Anche in quest’Olimpiade Serena è a caccia, guarda un po’, della storia. Già quattro volte oro olimpico, di cui tre in doppio, sarebbe la prima a confermare l’oro in singolare nel caso vincesse il torneo. Dopo aver superato la difficile prova Cornet, che l’aveva battuta tre volte su tre nel 2014 e che ha un gioco che infastidisce Serena, il terzo turno, almeno a giudicare dai precedenti, dovrebbe presentarsi più semplice. Contro Svitolina ci ha vinto quattro volte su quattro, l’ultima per 6-1 6-1 al Roland Garros quest’anno. Ci aveva sofferto giusto in Australia nel 2015, quando era andata sotto di un set.
Copione che si ripete anche oggi: Serena parte contratta, si muove male come spesso accade quest’anno. La precisione dei colpi ne risente e gli errori fioccano, per quanto Svitolina ci metta del suo a provare a rimettere quante più palle possibili in campo. Serena va subito sotto di un break nel terzo gioco e, per quanto lo recuperi immediatamente, sembra essere sempre tesa e eccessivamente apprensiva. Torna sotto di un break nel settimo gioco e questa volta è quello decisivo. Sul 5-4 Svitolina serve per il set e chiude con un servizio vincente molto simile ad un ace. Due soli vincenti nel set per l’ucraina, brava però come detto a sfruttare il gioco particolarmente falloso della numero 1.
Ad inizio secondo set, ancora nel terzo gioco, Williams si ritrova di nuovo a dover annullare delle palle break. La prima la salva, ma sulla seconda un altro errore la condanna ad inseguire. Come spesso le succede quando è in difficoltà, l’intensità delle urla aumenta in un tentativo di risvegliare anche il gioco. Questo tuttavia latita: ad ogni vincente corrisponde un errore, ed i colpi sono spesso centrali e corti. Svitolina è in fiducia, pare quasi essersi trasformata nella sua allenatrice Henin. Conferma il break con un altro errore di dritto di Serena: 6-4 3-1 per l’ucraina. Nel sesto gioco arrivano due risposte vincenti di Serena ed è poi un doppio fallo di Svitolina a regalare il controbreak. Lo stato confusionale della numero 1 non è però ancora passato e si riflette al servizio: ace-doppio fallo-ace-doppio fallo e doppio fallo e ancora doppio fallo nel gioco che potrebbe portarla avanti per la prima volta nella partita. CINQUE addirittura i doppi falli nel game da parte di una Serena in lacrime: 4-3 Svitolina.
Sono rarissime le volte in carriera in cui Serena ha giocato così male: altri quattro errori gratuiti in risposta e l’ucraina è ad un gioco dalla vittoria. Williams non riesce più a servire, sembra quasi abbia un infortunio che ne comprometta il gioco. I colpi fanno fatica a superare la rete e le lacrime scendono copiose. Altro doppio fallo e tre match point consecutivi per Svitolina. I primi due in qualche modo li annulla, ma una risposta profonda su un servizio a 120 km/h di Serena costringe la numero uno alla resa.
6-4 6-3 per Svitolina. Partita difficile da commentare quella di Serena, troppo brutta per essere vera. L’ucraina ha giocato bene ma ha dovuto fare poco, specialmente dal tre pari del secondo set. Affronterà ora Petra Kvitova nei quarti.
M. Puig b. [3] G. Muguruza 6-1 6-1 (Ruggero Canevazzi)
Cataclisma a Rio de Janeiro: Garbine Muguruza, n.4 del mondo e fresca campionessa del Roland Garros, viene letteralmente asfaltata dalla n.34 WTA, Monica Puig. La tennista portoricana veniva da una buona stagione e ha raggiunto il best ranking il mese scorso al n.33, ma non è andata quest’anno oltre la finale del torneo di Sydney a gennaio. Ora raggiunge i quarti di finale del torneo olimpico, dopo una partita impressionante per il dominio che ha avuto dall’inizio alla fine del match sulla testa di serie n.3. La Muguruza ha commesso una caterva di errori (tra cui parecchi doppi falli), ma sono stati il frutto non di una giornata storta bensì della potenza e della precisione dei colpi della caraibica, che ha giocato un match d’attacco costruendosi i vincenti dopo pochi colpi grazie a una mobilità e un impatto sulla palla da antologia del tennis.
Nessun precedente fra le due, con Garbine che parte naturalmente favorita contro la coetanea ventiduenne di Porto Rico. Nonostante il poco pubblico presente, l’atmosfera è molto gradevole: musica, gente festosa e colorata che si gode i 26 °C accompagnati da un tasso di umidità sopportabile (attorno al 60%), l’ideale per giocare a tennis sotto un cielo assolato e privo di nuvole. Completo rosso con strisce bianche e blu a richiamare i colori della bandiera portoricana per Monica, mentre Garbine è completamente in bianco, con lo stemma del vessillo spagnolo cucito sul petto. Nonostante il break-point in apertura per Garbine, sprecato con un rovescio in rete, la Puig fa vedere presto come andrà il match. Nel quarto gioco arriva il primo break: Monica gioca il “perfect game” e con una risposta di dritto all’incrocio delle righe, un dritto e un rovescio potentissimi a chiudere due punti costruiti alla grande si porta sul 3-1. La n.4 del mondo non si aspettava un’avversaria così in palla, è visibilmente disorientata e commette errori non da lei, permettendo alla finalista del WTA di Sydney di strapparle un’altra volta il servizio due game più tardi con un rovescio incrociato favoloso alla terza palla break, prima di cedere il set per 6-1.
Nel secondo parziale continua un confronto impari tra una frastornata Muguruza e una superba Puig, che continua ad avere un timing sulla palla perfetto e a far uscire dal suo piatto corde fiondate violentissime e spesso vincenti, che le danno subito il break in apertura, infliggendo alla campionessa del Roland Garros un impressionante parziale di 6 game a 0. A quel punto la nativa di Caracas trova il contro break, ma lo stato di frustrazione per non poter esprimere il suo gioco d’attacco la portano a sbagliare di continuo, restituendo così il servizio appena strappato e poi cedendolo per la quarta volta di fila con un errore dilettantesco: sulla palla break per la ventiduenne di San Juan, Garbine serve benissimo ma sulla risposta corta dell’avversaria si avventa sulla palla trovandosi a colpire troppo vicina ad essa, perdendo il controllo del colpo che finisce sugli spalti. È il punto che riassume il match e la confusione mentale della finalista di Wimbledon 2015 davanti a una Puig che sta giocando la partita della vita. Dopo meno di un’ora la vincitrice del WTA International di Strasburgo 2014 è incredibilmente avanti 6-1 4-1 e servizio. Ci si aspetta un sussulto dalla n.4 WTA, ma in campo c’è solo la Puig, che continua a giocare un tennis impressionante per copertura del campo e precisione dei colpi. La n.34 del mondo tiene il servizio, poi sotto 5-1 Garbine ricorre ad alzare la parabola dei colpi per spezzare il ritmo forsennato dell’avversaria. La tattica le consente di salire 40-0, ma per l’ennesima volta Monica non molla un punto neanche a morire e, inesorabilmente, riprende ad avventarsi sulla palla, fa quattro punti consecutivi prima di chiudere al secondo match point dopo un rovescio in rete della Muguruza.
Finisce 6-1 6-1 dopo 1 ora e 6 minuti di dominio assoluto sul piano tecnico, fisico e mentale. Garbine Muguruza viene salutata dall’annuncio dello speaker ma si allontana scura in volto senza fare nemmeno un cenno al pubblico, ancora sotto shock per una sconfitta che non si poteva immaginare almeno per quanto è stata netta e inappellabile. Ai quarti la soprendente Puig affronterà la tedesca Laura Siegemund.
[11] P. Kvitova b. E. Makarova 4-6 6-4 6-4 (erresse)
È Petra Kvitova la terza qualificata ai quarti di finale, quello che potrebbe essere di maggior fascino. Se non succedono cataclismi dall’altra parte dovrebbe esserci Serena Williams, impegnata contro Elena Svitolina, ma la ceca, che fino al successo di Parigi della Muguruza era l’unica vincitrice Slam nata negli anni ’90, si è presentata in gran spolvero a quest’olimpiade. Non l’ha demoralizzata neanche il quinto set di fila perso contro Ekaterina Makarova che l’aveva già battuta due volte quest’anno, in due occasioni discretamente importanti, Miami e Wimbledon. Petra perdeva il primo set infatti, nonostante fosse passata subito a condurre, grazie ad un break dopo un interminabile primo game. Come mille volte ci ha abituati, Petra sul 3-1 si assopiva e si risvegliava solo a buoi sull’uscio della stalla, cioè quando era un set e un break sotto. La ceca trovava subito il controbreak, teneva il servizio e approfittava di una qualche incertezza della russa che andava a servire per salvare il secondo set.
Era la Makarova stavolta ad accusare il colpo, ma ancora una volta Petra riusciva a vincere 4 game di fila prima di perdere il servizio a 15. La partita si incattiviva e diventava una vera e propria battaglia, soprattutto dal settimo game, in poi. Prima, sul servizio di Petra, la russa non sfruttava tre palle break; poi perdeva il servizio e mandava la ceca a servire per il match. Nel nono game, incredibilmente, un vantaggio di 40 a 0 e relativi tre match point consecutivi non era sufficiente alla ceca per chiudere il match. Ma nel decimo, dopo 6 punti di fila della russa, la Kvitova non sbagliava più nulla e chiudeva col quarto punto di fila al quarto match point, raggiungendo i quarti. Chissà se è scaramantica, Petra.
[2] A. Kerber b. [13] S. Stosur 6-0 7-5 (Bruno Apicella)
Continua la corsa di Angelique Kerber verso una medaglia nel torneo olimpico di Rio de Janeiro. La tedesca, vincitrice quest’anno degli Australian Open e finalista a Wimbledon, ha battuto nel match di ottavi di finale e in due set l’australiana Samantha Stosur. Dopo aver vinto il primo parziale con un comodo 6-0 la numero 2 del mondo ha accusato un leggero black out nel momento di chiudere sul 5 a 4 del secondo set. È stata l’unica volta in cui la tedesca ha perso il servizio nel match prima di rimediare con un successivo break e vincere set e incontro per 7 giochi a 5.
Il primo parziale ha visto Angelique padrona del campo: la tedesca è stata capace di allungare gli scambi, di far muovere l’avversaria e di provocarne gli errori dalla parte del dritto. Kerber è stata molto solida sbagliando poco e soprattutto è riuscita a fare la differenza con il rovescio; colpo che le ha dato molti punti. Così come le traiettorie trovate dal suo dritto mancino che le hanno permesso di aprirsi il campo e mettere in difficoltà l’australiana. Perfetta in risposta la prestazione della tedesca che in trentanove minuti ha chiuso il primo parziale per 6 giochi a 0. Il secondo set, invece, si è aperto con il primo game del match conquistato dall’australiana che ha provato a giocare a braccio più sciolto; nel quinto game è stata Kerber ad alzare in risposta il ritmo degli scambi e conquistare il break. Ottenuto il vantaggio la campionessa di Melbourne 2016 sul 5 a 4 ha servito per l’incontro, ma al primo match ha commesso un doppio fallo e Stosur ha colto l’occasione per riaprire il match. L’australiana ha avuto bisogno di cinque palle break e di trovare soluzioni varie per sorprendere Kerber e conquistare il game. Stosur non è stata capace, però, di dare continuità al suo gioco con la tedesca che ha subito conquistato il contro break e servito per chiudere l’incontro. È stato un rovescio incrociato a chiudere la partita e a regalare a Kerber i quarti di finale nel torneo olimpico dove, adesso, affronterà la britannica Johanna Jonta.
[7] M. Keys b. [9] C. Suarez Navarro 6-3 3-6 6-3 (Paolo Di Lorito)
Sfida equilibratissima quella che apre il programma odierno in un centrale quasi vuoto tra Keys e Suarez Navarro, anche il divario tra le due nel ranking non è così ampio – solo tre posizioni – e proprio nell’ultimo scontro diretto di due mesi fa a Birmingham, l’americana aveva sorpassato la spagnola entrando nella top 10. Madison nei primi game domina col suo potente gioco da fondo e anche se Suarez Navarro continua a cercare la profondità per tenere l’avversaria lontana, al secondo break subito non riesce più a recuperare. Il primo set si conclude in favore di Keys e il numero dei vincenti parla chiaro: 13 a 2. Il secondo parziale segue lo stesso andamento di quello precedente ma a parti invertire, questa volta è Carla ad essere aggressiva e a mettere in difficoltà la statunitense la quale subisce il break in apertura e in risposta non riesce ad andare mai oltre il 30; dunque come nei faccia a faccia precedenti anche quest’oggi si va al terzo.
A questo punto l’impressione è che se Keys riuscisse a tornare a giocare come nel primo set sarebbe lei la favorita ed inizialmente accade proprio questo. Per due volte la statunitense passa in vantaggio di un break, tuttavia Suarez Navarro in difesa trova degli angoli incredibili e il pareggio è sempre immediato. Nell’ottavo game assistiamo alla svolta decisiva, la numero 12 del mondo ha un passaggio a vuoto e con tre gratuiti perde il servizio e poco più tardi anche il match. La ventunenne nativa dell’Illinois, alla sua prima partecipazione olimpica, raggiunge i quarti di finale dove attende la vincitrice di Errani-Kasatkina.
[10] J. Konta b. [8] S. Kuznetsova 3-6 7-5 7-5 (Diego Serra)
Vince Johanna Konta in tre set contro Svetlana Kuznetsova, vince in quello che è stato il primo confronto tra le due giocatrici. Vince un incontro partito in modo molto confuso con il servizio che diventa un ornamento inutile per le due tenniste. Si scambiano il servizio nei primi quattro game del primo set, ma Johanna Konta perde il sesto game facendosi di nuovo brekkare in maniera piuttosto ingenua. Per Kuznetsova è semplice poi portare a casa il set di una partita che pare tutta in salita per la britannica. Soprattutto quando nel secondo set si inizia con un break di Svetlana, che parte davvero di slancio, che però dura troppo poco. Inizia a giocare un tennis più convinto finalmente Konta che brekka l’avversaria nel quarto e sesto game, per poi chiudere il set con un altro break nel dodicesimo game. Incredibile come Svetlana abbia perso la tendenza che la vedeva prevalere nel giro di 3 game. Ancora davvero confuso anche il terzo set, con le due tenniste che si concedono palle break a grappoli, gioco confuso e servizi ininfluenti. A decidere il match non può che essere una certa dose di casualità, che porta Johanna Konta a difendersi da tre palle break nell’undicesimo game che avrebbero portato la giocatrice russa a servire per il match. Difesa riuscita con coraggio. Nel dodicesimo game è invece Svetlana a doversi difendere da 4 palle break, nonché match point, e al quarto Johanna Konta passa e chiude il match. Per Svetlana Kuznetsova un’occasione buttata al vento alle Olimpiadi.
Risultati:
[7] M. Keys b. [9] C. Suarez Navarro 6-3 3-6 6-3
[15] E. Svitolina b. [1] S. Williams 6-4 6-3
[10] J. Konta b. [8] S. Kuznetsova 3-6 7-5 7-5
[2] A. Kerber b. [13] S. Stosur 6-0 7-5
[11] P. Kvitova b. E. Makarova 4-6 6-4 6-4
M. Puig b. [3] G. Muguruza 6-1 6-1
D. Kasatkina b. S. Errani 7-5 6-2
L. Siegemund b. K. Flipkens 6-4 6-3