Cadono le stelle nel tennis olimpico. Questi non sono i Giochi di Serena (Luca Bianchin, Gazzetta dello Sport)
Il mantra di Serena Williams, il discorso con cui ha imparato a stare concentrata, fa paura: «Tieni il servizio, tieni il servizio, tieni il servizio. Concentrati, concentrati, concentrati. Sii fiduciosa, sii fiduciosa, sii fiduciosa. Tieni il servizio. Tienilo, tienilo, tienilo. Muoviti, attacca, uccidi. Sorridi. Tienilo!». Martedì sera quel servizio l’ha tenuto pochino. Di più, contro Svitolina, ha fatto cinque doppi falli nello stesso gioco, il settimo del secondo set. Surreale. Quella del mantra sembrava Svitolina, ucraina, numero 20 del mondo ma bravissima a tenere alto il ritmo, attaccare Serena, reggere con la testa nei momenti importanti. Risultato: 6-3 6-4. Serena lascia Rio, l’Olimpiade più triste della sua vita: ha perso subito nel doppio con la sorella Venus e poco dopo in singolare, come sempre da favorita. Altro che Londra 2012: allora vinse due ori, adesso due eliminazioni choc.
«Sono delusa ma lei ha giocato molto bene. Ha vinto la giocatrice migliore. Partecipare ai Giochi è stata una grande opportunità, non è andata ma almeno ero qui. Era uno dei miei obiettivi». Serena ne è uscita con classe. C’è chi ha scritto che è stata limitata da un problema a una spalla ma lei no, non ha cercato scuse. Serena non ha emozionato come Djokovic, eliminato con lacrime, ma ha salutato in stile un’Olimpiade che nel tennis ha stupito tanto. II pubblico di Rio ha tifato Svitolina, la più debole, ma alla fine ha sostenuto Serena, uscita tra gli applausi. «Per me è una sensazione irreale. E’ semplicemente un momento perfetto — ha detto l’ucraina —. Ho cercato di non pensare e di stare concentrata sul gioco». C’è riuscita. Contro la numero 1, in quattro precedenti, non aveva mai vinto.
Il tennis ieri ha avuto una giornata di pausa non voluta — il maltempo ha annullato le partite — cosi a Rio si è continuato a parlare di Serena e dei suoi 27 errori gratuiti (…)