[2] A. Murray b. J.M del Potro 7-5 4-6 6-2 7-5 (dal nostro inviato a Rio)
Andy Murray ha vinto le Olimpiadi …di Juan Martin del Potro. Lo scozzese aveva cominciato queste Olimpiadi portando la bandiera del Regno Unito, questa domenica l’ha vista salire sul pennone più alto dello stadio del tennis a Rio e poi è arrivato per la conferenza stampa del campione avvolto in una terza bandiera. Per uno scozzese che un anno fa non era poi così convinto che il suo Paese dovesse continuare a far parte del Regno Unito una settimana in cui si è ritrovato a fare e a pensare cose forse inaspettate, ma di grande, grandissima soddisfazione.
Quella bandiera l’aveva vista salire più in alto di tutte, di quella svizzera (Federer) e di quella argentina (il bronzo lo aveva vinto del Potro) già a Londra 4 anni fa. Ma oggi ha dovuto sudare quella medaglia d’oro molto di più. Il campione dell’ultimo Wimbledon ci ha messo 4 ore e 2 minuti a confermarsi Golden Boy, primo di sempre a vincere due volte di fila i Giochi, ma del Potro è stato uno straordinario combattente e, sconfitti Djokovic e Nadal, avrebbe forse meritato di più. “Non mi è rimasta nemmeno un’unghia ai piedi! Sono stravolto dalla stanchezza, e lo ero anche sul campo ma ho continuato a lottare fino alla fine per la gente che mi incitava, con il cuore, l’anima per una settimana che è stata molto migliore di quello che io e chiunque potesse immaginare. Quando ho visto il sorteggio ho pensato: ‘Questo per me sarà un torneo corto!’ E invece tornoa casa con una medaglia, ancora più lucente di qella che avveo vinto a Londra, un argento. Ma al di là del colore della medaglia è il ricordo di questa settimana che mi porterò sempre dietro. E’ la più bella esperienza che mi sia capitato di vivere. Un tennista non è abituato a giocare in questa atmosfera, hanno fatto io tifo per me anche i brasiliani, partecipare alle Olimpiadi è un sogno per qualsias atleta, quando tornerò in Argentina voglio dirlo ai giovani che sognano solo Wimbledon e gli Slam, che le Olimpiadi sono meravigliose”.
Sembra pensarla così, anche se non ha fatto riferimenti ai suoi precedenti successi a Wimbledon, anche Murray , un grande campione che non si fermerà a 3 Slam e 2 Olimpiadi, ma del Potro poteva raggiungere il traguardo più insperato se avesse potuto allenarsi di più e meglio – altrimenti non avrebbe perso tutte le unghie! – se avesse avuto cioè più benzina e non soltanto -insieme al dritto più terrificante che io abbia mai visto – anche uno smisurato orgoglio.
La “torre di Tandil” ha perso in 4 set dopo essere stato ad un passo dal quinto, 5-4 e servizio dopo aver brekkato Murray sul 4-3, quando ormai era almeno un’ora che si trascinava sul campo e non riuscivo a capire come è che Murray, come ho scritto nella cronaca in diretta, un po’ sadico e un po’ masochista, non riuscisse a chiudere il match.
A quel che hanno detto Murray e del Potro dedicheremo spazio a parte, ma le prime parole di Andy sono state un tributo alle Olimpiadi e all’atmosfera unica di questo torneo : “Quando si gioca in Coppa Davis chi gioca in casa ha il 90 per cento del pubblico a favore, qui invece è diviso, si sentono cori, si vedono sventolare bandiere, è bellissimo..e poi ha tributato omaggio a del Potro: “Con quello che ha passato, con tutto il tempo che ha trascorso temendo di non poter più giocare a tennis, e di tornare a giocare a questi livelli, sono contento per lui che ci sia riuscito. Qui ha battuto Djokovic, Nadal e oggi abbiamo lottato per 4 ore….io sono molto orgoglioso di quello che sono stato capace di fare, chissà se sarò a Tokyo, avro 33 anni e ci saranno nuove sfide, nuovi avversari e 4 anni sono lunghi…io mi sono dovuto operare alla schiena, sono sceso in classifica, sono dovuto risalire, tante cose possono succedere”. SEGUE