[1] A. Murray b. [4] M. Raonic 6-3 6-3 (Raffaello Esposito)
Cincinnati, 20 agosto 2016, semifinale. Andy Murray contro Milos Raonic. Prendete alcune delle seguenti considerazioni sparse a vostra scelta e otterrete valida motivazione per una vittoria scritta. Milos Raonic compirà ventisei anni a fine dicembre, alla sua età Andy aveva già conquistato sia lo US Open che Wimbledon, più una manciata di Masters 1000. Lo scozzese è pro dal 2005 e ha dovuto combattere contro Roger e Rafa al loro apice per il suo spicchio di cielo, più un certo Djokovic che già ai tempi sapeva farsi rispettare. Murray ha vinto gli ultimi ventuno incontri che ha giocato, non ha perso ancora un set e nei due turni precedenti ha facilmente maneggiato due gran battitori come Kevin Anderson e Bernard Tomic. Il canadese ha perso gli ultimi sei incontri consecutivi, tutti in tornei prestigiosi (ATP finals 2014, Masters 1000 Madrid 2015, Australian Open 2016, Masters 1000 Montecarlo 2016, Queen’s 2016, Wimbledon 2016). Potrebbe già bastare così, senza considerare la differenza di talento o il fatto che con il suo gioco Milos difficilmente riesce a scalfire la solidità del fresco campione olimpico. E quasi mai abbastanza a lungo da uscire vincitore dal duello. Ma comunque la tenacia non fa difetto al n° 5 del mondo e la sua volontà di migliorarsi è stata ben visibile dopo la recente collaborazione con John McEnroe, che sembra averlo convinto ad attaccare di più la rete.
Una leggera pioggia rimanda di qualche minuto l’inizio dell’incontro, giusto il tempo di “asciugare le linee del campo” come si sente dai microfoni a bordocampo. Questa situazione certo non migliora la situazione del canadese, che con i suoi 98 chili già non è un mostro di rapidità ed ha avuto in passato qualche problema alla caviglia.
Milos comincia alla battuta e si incarta in due doppi falli che lo precipitano subito sul 15-40. Il gioco viene interrotto per asciugare ancora il campo e alla ripresa Murray non perdona. Raonic potrebbe rimediare nel gioco seguente quando uno splendido dritto in cross lo manda sul 30-40 ma Andy tiene alto il ritmo del palleggio ed esce dalla buca. Appare subito chiaro che se si scambia, se la palla rimane in gioco, Raonic finisce regolarmente stritolato. Non gli possono bastare lampi estemporanei come la risposta d’incontro che gli dà il 15-30 nel quarto gioco, anche perché l’altro non sta a guardare e in risposta è sempre pericoloso. Neanche presentarsi a rete sembra funzionare granché, un paio di passanti dello scozzese ricordano il miglior Borg. Il canadese si procura un altro ghiotto 30-40 nel sesto gioco vincendo uno scambio durissimo ma paga lo scotto nei tre punti successivi e non recupera. Da questo momento in poi Murray non rischia più nulla e chiude il primo set strappando ancora il servizio a Milos.
Raonic non sta ottenendo molto dal servizio e il dritto è un buco nero, gli errori non forzati con questo fondamentale superano abbondantemente la decina ad inizio secondo set. Murray dal canto suo comincia a dominare i propri turni di servizio, nei primi quattro concede due soli punti. Gioca tranquillo lo scozzese, sembra sapere che la sua occasione arriverà perché l’altro regala molto e ha quasi sempre bisogno di estrarre il jolly per fare punto. Ed infatti, dopo aver tenuto a 15 il sempre delicato settimo gioco con un delicato e preciso passante in corsa, lo scozzese si prende il match. Milos ci mette del suo, prima commette doppio fallo, poi lascia una facile volée di dritto con la palla che cade in campo. Ma il colpo di grazia è il doppio passante, il primo nei piedi, il secondo lungolinea in recupero, che portano Andy sul 15-40. L’ennesimo dritto in rete sancisce di fatto la fine, anche se Murray sceglie l’ultimo gioco del match per soffrire qualcosa. Si mangia due match point e concede palla break. Il tempo di annullarla, di un’ultima breve interruzione per pioggia e un dritto che pizzica la riga seguito da una volée smorzata lo mandano in finale. “Well done” sono le sportive parole del canadese dopo la stretta di mano rituale. Come dargli torto?
[12] M. Cilic b. G. Dimitrov 4-6 6-3 7-5 (Giovanni Vianello)
Nella semifinale della parte bassa del tabellone di Cincinnati si scontrano Marin Cilic e Grigor Dimitrov. Il croato, vincitore agli Us Open 2014, è accreditato della testa di serie n.12 (non ha quindi beneficiato di un bye al primo turno) e vanta in questo torneo lo scalpo di Tomas Berdych agli ottavi. Prima semifinale in un 1000 per Cilic. Per Dimitrov, invece, è già la terza semifinale in un 1000, ed anche lui può dire di vantare uno scalpo prestigioso in questo torneo, come per Cilic ottenuto in ottavi di finale, ovvero Stan Wawrinka. Solo tre precedenti tra i due, con Marin Cilic in vantaggio 2-1 e che ha vinto in maniera netta l’ultimo scontro diretto qualche giorno fa ai Giochi Olimpici di Rio.
La partita inizia con Cilic al servizio. Il croato comincia con un servizio vincente e due ace, lasciando così poco spazio al gioco più articolato di Dimitrov, e tiene la battuta a 15. Il bulgaro, nel secondo game, va avanti 40-0, subisce una rimonta fino a 40-30 a causa di un doppio fallo ed un errore forzato di dritto in controbalzo ed a questo punto il gioco viene sospeso per pioggia. Al rientro in campo, dopo circa due ore, Dimitrov tiene il servizio a 30. Nel settimo game Dimitrov gioca un buon passante e approfitta di un errore di rovescio dell’avversario che finisce col cedere il servizio a 15 grazie ad un’ottima risposta di rovescio del bulgaro. Grigor poi si porta 5-3 con un game di servizio tenuto a zero. e chiude nel decimo gioco giocando aggressivo da fondo e costringendo Cilic a muoversi aggiudicandosi così il set.
Il secondo set si apre con Cilic che tiene un combattuto turno di battuta ai vantaggi, anche se non si vedono palle break. Nel secondo game Dimitrov offre le prime palle break del match su suo servizio: la prima (sul 30-40), la annulla con servizio e dritto, la seconda con una buona prima. Il bulgaro comincia ad avere qualche problema al servizio e nel quarto gioco è nuovamente in difficoltà, si ritrova 0-30 ma con una buona prima ed un dritto lungolinea vincente si porta 30-30. È nel sesto game che Cilic riesce ad approfittare del calo del bulgaro, e aiutato da due doppi falli ottiene finalmente il break che risulterà decisivo. I due non concedono più neanche un punto al servizio e al nono game con quattro grandi servizi, Cilic tiene ancora a zero la battuta e porta così il match al terzo set.
Il parziale decisivo si apre con Dimitrov che tiene il servizio a 15 in apertura. Nel secondo game Cilic va in estrema difficoltà, va sotto 15-40 e subisce immediatamente il break con un errore forzato di dritto su un rovescio tagliato dell’avversario. Ma nel game successivo, il più lungo del match, Dimitrov va avanti 40-15 e pagherà caro non aver sfruttato l’occasione: Cilic riesce ad annullare 5 palle game e alla prima occasione si ripsrta in parità. I due adesso sono molto stanchi e faticano a tenere il servizio. Nel sesto gioco Cilic cede la battuta a zero, innervosendosi parecchio per una chiamata errata del giudice di linea sullo 0-30 su un dritto probabilmente definitivo del croato chiamato out dal giudice e visto dentro dall’occhio di falco. Ma di nuovo Dimitrov non ne approfitta e nel settimo game dopo una rimonta da 0-30 a 40-30, il bulgaro sbaglia un dritto inside-in, si procura un’altra occasione per il 5-2, ma Cilic spinge da fondo l’annulla. Il bulgaro non aggredisce nei due punti successivi e concede una palla break, che Cilic sfrutta spingendo col dritto. L’undicesimo game è quello decisivo. Dimitrov va avanti 30-0 ma subisce la rimonta ed offre una palla break. Cilic la sfrutta con un po’ di fortuna, con Dimitrov che viene ingannato da un urlo di uno spettatore che “chiama” out un dritto sulla riga di Cilic. Nel dodicesimo gioco Cilic chiude con un ace, al primo match-point e tiene la battuta, e si regala la prima finale di un Master 1000.
La semifinale meno nobile stando al seeding si è rivelata la più spettacolare. La partita ha avuto i caratteri di un ottima sfida sia a livello tecnico che a livello tattico. Alla fine a vincere è stato il più esperto ed il più cinico. Dimitrov, che pure ha giocato un’ottima partita, può rammaricarsi di aver sciupato ben due volte un break di vantaggio nel terzo set.
Per Cilic una sfida ora improba con Murray, improba non solo per il divario tecnico tra i due giocatori ma anche per la differenza di ore di riposo che ci sarà tra i due contendenti.
Risultati:
[1] A. Murray b. [4] M. Raonic 6-3 6-3
[12] M. Cilic b. G. Dimitrov 4-6 6-3 7-5