La storia è sempre la stessa, così come le afflizioni dei tennisti, tendenti a ripetersi in un ciclo senza fine. I professionisti della racchetta non si pongono particolari problemi quando si tratta di marcare visita in un torneo di seconda fascia perché soggiogati da un raffreddore. Diversa è la questione se il torneo in oggetto è un major; un major che magari garantisce ai 64 sconfitti al primo turno una “buonuscita” di dollari 43.313. L’anno scorso le accuse di rapina si erano abbattute sulla russa Vitalia Diatchenko, rea di essere scappata con il bottino dopo un incontro di primo round contro Serena Williams in cui riusciva a stento a reggersi in piedi, mentre ieri è toccato a Polona Hercog finire nell’occhio del ciclone.
Perso per sei giochi a zero il primo set contro Angelique Kerber e sotto per uno a zero nella seconda frazione, la tennista slovena si è ritirata dopo 33 minuti di calvario fisico e agonistico; 33 minuti comunque sufficienti a garantirle il diritto di passare alla cassa. Come sempre avviene in casi simili, il comportamento della numero 120 del mondo è stato bollato come irrispettoso nei confronti di pubblico, organizzazione e soprattutto delle colleghe in salute sconfitte nell’ultimo turno del tabellone cadetto, le quali avrebbero potuto intascare l’assegno al posto di Polona onorando in altro modo il torneo. Proprio una di queste ultime, Donna Vekic, battuta a un passo dal main draw dall’argentina Nadia Podoroska, ha esternato sul proprio account Twitter il disappunto per le scelte della slovena, dileggiandola con un laconico “Classy”. La vicenda è destinata a lasciare in eredità la consueta dose di rancori personali, ma non si scorge una soluzione definiva alla questione. Chi sarà lo spregiudicato degente ad arricchirsi al prossimo Australian Open?
👍🏻👍🏻 classy 👍🏻👍🏻 https://t.co/6OVbrAnUaB
— Donna (@DonnaVekic) 29 agosto 2016