Ubaldo Scanagatta commenta il day3
Fuori, purtroppo, le tre ragazze impegnate nella parte alta del tabellone femminile, occhi puntati sui tre italici virgulti che oggi saranno alla prese con partite in cui partono da chiari sfavoriti, ma non del tutto chiuse. Il rischio di ritrovarci senza rappresentanti maschili dopo appena due turni è ovviamente fortissimo e già l’1 a 2 sarebbe una mezza prodezza e quindi cerchiamo di capire su chi puntare maggiormente.
Naturalmente il pensiero vola subito a Fabio Fognini, da molti ritenuto così talentuoso da meritare, al netto dei nervi non proprio saldi, addirittura un posto tra i top10. Lasciamo stare e vediamo come stanno le cose contro David Ferrer, che sta concludendo l’anno peggiore della sua carriera. Non senza ricordare che sarà anche stato emozionante il recupero da due set sotto contro Gabashvili – con il russo che ha servito due volte per il match – ma il buon Teymuraz è il numero 105 del mondo, non giocava praticamente dal torneo di Umago nei tornei maggiori, e la comparsata di Rio si era chiusa con la sconfitta in tre set contro il moldavo Radu Albot. Insomma, fare partita pari ed arrivare sul punto di perdere una partita del genere non è proprio indice di grande forma, lasciamo stare i discorsi da top10. Adesso per il buon Fabio ci sarà appunto l’esame Ferrer, che lo ha battuto 9 volte su 9, sull’erba, sulla terra e naturalmente sul duro. Fognini in nove incontri ha vinto la miseria di due set, di cui uno al tiebreak e solo una volta, a Bercy nel 2010, è arrivato testa a testa con l’avversario, per poi perdere al tiebreak. Ecco, a Ferrer non è il caso di farlo arrivare a servire due volte per il match, a parte che allo spagnolo verosimilmente basterebbe la prima occasione. Detto questo, se non ora quando? Ferrer ha giocato poco e male in questi ultimi mesi, perdendo con gente che una volta avrebbe logorato in un paio d’ore e con Dolgopolov a primo turno ha approfittato degli infiniti problemi dell’ucraino. Ferru sembra sulla via di un onorevole ritiro e magari anche la testa non riesce più a stare attaccata al match come un volta.
Quasi lo stesso discorso si potrebbe fare per l’avversario di Lorenzi, quel Gilles Simon che dopo aver mostrato fosforo in giro per il mondo pare anche lui in fase declinante. Il francese ha disposto facilmente di Stepanek, ma veniva da tre sconfitte di fila e se quelle contro Nadal e Dimitrov (ma sì) potevano anche starci quella contro Schwartzman si aggiunge ad una serie che comprende gente come Thiago Monteiro, per fare un esempio. Con Lorenzi ci sono due precedenti lontanissimi – il primo addirittura vecchio di dieci anni – ovviamente vinti dal francese, che però a Indian Wells nel 2013 perse un set. Se proprio dobbiamo attaccarci ad una speranza, quasi quasi meglio Paolo, che ha vinto facile con Berlocq e che sicuramente manterrà i nervi a posto.
Mentre poco altro abbiamo da chiedere ad Alessandro Giannessi, con cui ci siamo complimentati abbastanza. L’esordio in uno stadio prestigioso come il Louis Armostrong è un premio alla costanza e al cospetto di Stan Wawrinka la speranza è, come ha detto lui stesso, che il miglior giocatore svizzero del momento (a dar retta all’ATP…) sia in vena di qualche grazioso regalo. Non certo per vincere la partita, ma almeno per evitare spiacevoli brutte figure. Insomma, un’altra serata/nottata (Lorenzi giocherà intorno alle 19, pioggia permettendo, Fognini e Giannessi verso mezzanotte) che rischia di essere deludente, speriamo di essere stati troppo pessimisti.
Il resto della giornata – e il resto del mondo – farà più attenzione a quello che succede nell’Artur Ashe, dove giocheranno Murray e le Williams e soprattutto ci sarà l’atteso match tra Johnson e del Potro. Come ricorderete lo statunitense non ha preso bene la wild card all’argentino e il fatto di trovarsi di fronte così presto potrebbe far nascere qualche scintilla, considerato che Palito non è certo uno che le manda a dire. I due si affrontano per la prima volta e la partita è forse più aperta di quanto non possa sembrare, non è improbabile che si prolungherà.
Murray proseguirà la sua corsa alla quarta finale slam dell’anno (cosa riuscita solo a Laver nel 1969, a Djokovic nel 2015 e a Federer qualche volta) affrontando Marcel Granollers, che ha battuto 6 volte, ritirandosi la settima, a Roma sul punteggio di un set pari. Da allora lo spagnolo non ha più vinto un set e non sarà semplice farlo oggi, considerato lo stato di forma dello scozzese e il fatto che lo spagnolo ha superato il secondo turno a Flushing Meadows solo tre volte.
Così come Giannessi, anche Kachanov esordisce sul grandstand contro un pezzo da novanta e dopo aver vinto la sua prima partita nel tabellone maggiore di uno slam, dopo aver passato le qualificazioni. Verosimilmente le similitudini non si fermeranno qui, perché il russo non ha tantissime speranze contro Nishikori, posto che sia sano.
Tra le altre partite interessanti Thiem-Berankis (primo incontro tra i due, Berankis non ha mai raggiunto il terzo turno a New York); Kyrgios-Zeballos, altro incontro inedito, com l’argentino che prima di vincere contro Mayer aveva perso sei match di fila; Chardy-Dimitrov, con il bulgaro avanti 2 a 1 negli scontri diretti, ma partite vinte sempre con grande fatica.
Tra le donne il programma è dominato dal match tra Safarova e Halep, anche se la rumena ha vinto le ultime tre partite e parte favoritissima. Anche Suarez Navarro-Jankovic potrebbe essere un buon match, ma come si diceva prima gli occhi saranno su Serena Williams, che continua la difesa della prima posizione del ranking contro la WC Vania King. L’ultima volta Serena ha lasciato un solo game alla connazionale, anche stasera potrebbe non avere problemi.