Prima di tutto come ti senti? Dopo tutti questi incontri di fila vinti, cosa che non ti aspettavi forse sino a 15, 20 giorni fa, come ci si sente? Ne sei sorpreso?
Un po’ sì. Non mi aspettavo di giungere ai quarti al mio secondo Slam dopo il rientro. Sto facendo bene perché sto giocando bene. Il mio livello cresce ogni giorno. Sono così contento di essere uno degli ultimi otto in questo torneo e di avere la possibilità di giocare un’altra grande sfida dopodomani. Tutto può succedere. Così cercherò di essere pronto.
Dopo il terzo intervento chirurgico hai mai seriamente pensato al ritiro? In caso contrario, avevi dei dubbi sul fatto che saresti tornato a giocare uno Slam?
Sono stato vicino al ritiro prima del terzo intervento, ma dopo ho sempre creduto nelle mie possibilità di rientro nel tennis. Quando ho deciso di operarmi ci credevo. E dopo tutto è cambiato per me ed ora sono qui. Non ho grossi problemi al polso e questo è importante. A volte mi dà qualche fastidio, ma riesco a gestirlo. Sto ancora migliorando il rovescio… nel prossimo incontro devo colpire meglio di oggi il rovescio. Qui è una superficie diversa rispetto a Wimbledon e quindi i miei slice non funzionano allo stesso modo. Comunque il livello di gioco va bene. Colpisco bene di diritto e il servizio funziona bene. Non vedo l’ora di fare un bell’incontro dopodomani.
Durante la convalescenza hai dovuto colpire rovesci in slice ad una mano molto più di quanto facevi prima. Pensi di avere alla fine una maggior varietà con il rovescio che non prima dell’infortunio?
Sì. Con quel cambiamento, lo slice, sono migliorate molto anche le mie volée, poiché prima non usavo quel colpo. Ma in futuro se posso unire lo slice e le volée con il mio vecchio rovescio, sarò più pericoloso e più in fiducia con tutte le mie armi.
L’esperienza del 2009 (vittoria US Open ndt) come ha influito nel tuo modo di pensare mentre attraversavi i momenti più duri a causa degli infortuni?
Il 2009 è il passato. Certo ho chiesto la wildcard per quel ricordo. Mi piace essere qui. Ma ora la mia vita ed il mio gioco sono diversi. Sto invecchiando. Ora mi pare tutto nuovo. Dopo il terzo intervento è come se fosse una nuova carriera. Mi piace molto.
Quanto hanno pesato i Giochi Olimpici per la tua autostima?
Moltissimo perché dopo quel torneo ho iniziato a credere in me stesso. Mi sento aggressivo e competitivo contro qualunque giocatore. Per tutti i giocatori l’autostima è importante sul campo ed io sono in ottima condizione per vedere il mio futuro.
Come hai affermato, Stan Wawrinka qui su questa superficie è un giocatore molto diverso da quello che hai incontrato a Wimbledon e tu sei in una diversa condizione rispetto al tuo recupero. Considerando entrambi gli aspetti, che tipo di sfide vedi nel vostro prossimo incontro?
Sarà interessante da giocare e da vedere, di sicuro. Entrambi giochiamo con forza e picchiamo fortissimo la palla. Ma dipende da me e dal mio gioco. Dipende dal mio servizio. Soprattutto dal diritto. Cercherò di giocare con più astuzia rispetto ad oggi. Sarà un incontro diverso rispetto a Wimbledon a causa della superficie, ma se sto bene e sento bene la palla, avrò una piccola chance di vittoria.
Sei superstizioso? Pensi che la storia possa ripetersi? Nel 2009 il primo turno hai battuto Juan Monaco (argentino ndt). Quest’anno Schwartzman (argentino). Poi Ferrer come quest’anno. Allora Melzer (austriaco) oggi Thiem (austriaco).
Non mi ricordo (risate). Ricordo solo la finale con Roger e lui non c’è. Per fortuna (risate).
Traduzione di Roberto Ferri