Cosa hai pensato dopo aver sbagliato quei match point e vedendo quel dritto che avrebbe potuto ucciderti?
In quel momento mi sono detto: ok, ora dovrai difenderti da un match point. Non riuscivo a crederci che aveva sbagliato. Ma comunque lui è come ogni altro giocatore, sente la pressione. Anche se è uno dei migliori la sente. Quando ha sbagliato io ero molto contento, non posso dire altro.
Il match point successivo lo hai giocato bene.
Dopo quelli passati volevo essere più aggressivo e prendermi le mie chance, provare a giocare col mio dritto ed è quello che ho fatto.
Sul 6-5 nel tiebreak la tua prima di servizio ha colpito la linea di fondo. Come ti sei sentito in quel momento?
(Sorride) Ne ho fatti un paio di servizi del genere durante il match. Sulla prima ho avuto una percentuale davvero bassa, circe 40% o 44%. Non ho servito bene. Ma alla fine va bene, ho sbagliato, però avevo la seconda. È stato più divertente che altro.
Qual è la tua spiegazione per il tuo successo qui e a Wimbledon?
Non lo so, che sto bene fisicamente. Sono più forte di prima, posso giocare tre match al quinto set consecutivi. Ora sto facendo molto bene perché credo di essere anche più forte mentalmente prima di una gara e la cosa mi da fiducia. Sapevo che se fossi riuscito a vincere non sarebbe stato 6-1 6-2 6-2, bensì sarebbe stata lunga. Quindi ero pronto per questo ed ero al 100% prima dell’incontro.
Lui ti ha battuto nettamente a Monte-Carlo ma vi siete allenati insieme.
Durante l’allenamento è finita 6-1 6-3 per lui. Da questo punto di vista non ero fiducioso.
Cosa hai imparato da questo?
Lui stava giocando molto veloce e durante l’allentamento giocava molto vicino alla linea di fondo. Io gli rispondevo più vicino e se le mie risposte non erano perfette lui giocava col dritto quasi esclusivamente vincenti. Quindi oggi ho deciso di restare lontano dalla linea di fondo per colpire la palla più forte e provare ad avvicinarmi. Penso sia stata una buona scelta.
Cosa pensi dell’atmosfera in campo?
Penso sia la miglior atmosfera dove abbia mai giocato. Lo Ashe Stadium è così grande e io non sono abituato a campi del genere. Era la mia prima volta, mi ero allenato lì una volta lo scorso anno. Prima del match oggi non mi ero neanche riscaldato su questo campo. Sarei dovuto arrivare questa mattina alle 10:00 o alle 9:00 ed era già tutto pieno. Certe volte non riuscivo neanche a sentirmi mentre dicevo: Allez, allez, allez.
Pensi che questo match possa cambiarti la carriera?
Forse potrebbe, te lo dirò fra qualche mese o fra qualche anno. Se ti dicessi di sì ora e fra un anno sarei numero 50 avrei torto. Quindi forse cambierà la mia carriera, ma vedremo. Mi darà molta fiducia per il prossimo turno però ora ho un altro match da giocare.
Lo scorso anno sei entrato nella top 100 e ora sei nella top 25 e migliorerai sicuramente. Cos’è cambiato dagli ani scorsi?
Mi sono trasferito a Dubai e stiamo lavorando in un modo diverso. Più duramente. Durante la pre-stagione ho cambiato molte cose, mi sono preso un preparatore fisico personale. Lui viaggia quasi sempre con noi quindi posso lavorare tutti i giorni. Persino durante i tornei lavoriamo. Penso di essere più forte anche mentalmente.