[1] N. Djokovic b. [9] J.W. Tsonga 6-3 6-2 rit. (da New York, Ferruccio Roberti)
Sebbene a New York non piova e le previsioni meteo non annuncino ulteriori scrosci dopo quelli pomeridiani, l’uggiosa ed umida serata newyorkese fa preferire agli organizzatori di non rischiare e utilizzare la tanto pubblicizzata novità dell’edizione 2016, la chiusura del nuovo tetto dell’Arthur Ashe. In uno dei due quarti del tabellone maschile che vede affrontarsi due tra le prime dieci teste di serie, Djokovic e Tsonga, le speranze di vedere una partita almeno equilibrata alla vigilia del match non erano assolutamente consistenti: ci si aggrappava al fatto che il francese avesse almeno vinto sei sfide contro il serbo sul cemento all’aperto, perdendone nove, alle quali andavano aggiunte altre sei vittorie di Djokovic sulle altre superfici, per un computo totale di soli sei successi di Tsonga in ventuno precedenti contro il numero 1 del mondo. Purtroppo, le stesse statistiche erano impietose col francese: nelle ultime tredici volte che aveva affrontato il serbo, aveva vinto solo una volta, nel Masters 1000 di Toronto, e fatta eccezione per quella partita, il serbo nelle ultime nove volte che aveva battuto Tsonga, non aveva addirittura mai perso un set.
Alle ore 21 locali, in un Arthur Ashe gremito, che accoglie celebrità dello spettacolo (Ben Stiller e Hugh Jackman) e della politica ( l’ex sindaco di Ny Michael Bloomber, applauditissimo) inizia dunque la ventiduesima sfida tra i due, la cui prima fu la più nobile, la finale dell’Australian Open 2008. Il primo momento di grande spettacolo arriva nel secondo game: sul 40-0 una super volee di rovescio di Djokovic fa spellare le mani al pubblico, ma il primo momento di pericolo dell’incontro lo vive lo stesso serbo. Nel quinto game un errore di rovescio di Nole manda sul 30-40 Tsonga: uno scambio prolungato apre il campo al francese che però mette fuori il suo colpo migliore. Nel gioco successivo, Tsonga parte malissimo con due doppi falli a cui fa seguito un banale errore di rovescio: il numero 12 ATP annulla la prima, prima di incappare in un incredibile terzo fallo che manda sul 4-2 Nole. Nell’ottavo game un doppio fallo di Nole e due suoi errori nei fondamentali di dritto di rovescio, portano alla palla break Tsonga: il nastro durante lo scambio chiama a rete Nole, che, sul passante di rovescio di Tsonga, manda in rete la volee di dritto. Il numero uno al mondo però torna subito ai suoi livelli: anche grazie ad un altro doppio fallo di Tsonga va sul 15-40, ma il servizio del francese può annullare solo queste, prima con un servizio vincente, poi con lo schema servizio- dritto. L’ennesimo errore di rovescio del francese nel primo set manda nuovamente a palla break il serbo: su gran passante di dritto di Nole, Jo-Wilfried sbaglia la demi volee. Nole va a servire per il set e non trema: un rovescio in back di Tsonga affossato in rete regala il primo set a Nole dopo 34 minuti.
Un primo parziale nel quale le doti atletiche di Tsonga sono state annullate da un Nole molto attento a neutralizzarlo con grande efficacia, giocando con insistenza sul rovescio del francese, ancora più falloso del solito e soprattutto poco efficace al servizio: zero punti su otto quando si è giocato sulla seconda. Nel terzo gioco del secondo set, Nole ipoteca l’incontro alzando ancora il suo livello: sul 40 pari prima un grande passante di dritto, poi una bella volee di rovescio, lo mandano sul 2-1 e servizio. Da quel punto in poi, sul servizio di Nole non si gioca più: nel secondo set conquista l’ 80% dei punti giocati quando batte. Tsonga appare stanco e sfiduciato e soffre invece tantissimo quando è lui al servizio e così due errori, uno nella volee di dritto, uno nel rovescio, mandano sul 5-2 e servizio Nole, che si porta sui due set a 0 con un ace. Tsonga, che dopo il 2-5 aveva chiamato il medical time-out, non ne ha più e le condizioni del ginocchio sinistro gli suggeriscono di non prendere inutili rischi in una partita ormai chiusa e nella quale era stato deficitario col rovescio. Nole usufruisce così del terzo ritiro nel suo cammino nel torneo: il serbo è apparso in gran spolvero e può così accedere alle semifinali degli US Open per il decimo anno consecutivo. Qui affronterà un altro transalpino, Gael Monfils, n°12 Atp, col quale ha vinto tutte e dodici le volte che lo ha affrontato.
[10] G. Monfils b. [24] L. Pouille 6-4 6-3 6-3 (Bruno Apicella)
Gael Monfils per la prima volta in carriera disputerà la semifinale nel torneo degli US Open grazie alla vittoria conquistata nel derby francese con Lucas Pouille. Per il numero 11 del ranking ATP si tratta della sua seconda semifinale in carriera in un torneo dello Slam dopo quella raggiunta nel 2008 al Roland Garros. Sono bastati tre set a Gael per chiudere la pratica Pouille (numero 25 ATP) e raggiungere, al terzo tentativo, la semifinale a New York dove attende il vincente del match tra Novak Djokovic e Jo Wilfried Tsonga. Monfils, che non ha ancora perso un set in tutto il torneo, non ha concesso una sola palla break in tutto il match e soprattutto si è dimostrato solido con il dritto facendo prevalere la sua maggiore esperienza sul connazionale che agli ottavi aveva estromesso dal torneo Rafael Nadal. L’unico precedente tra i due giocatori risale agli Australian Open 2015 ed era stato vinto da Monfils al termine di una battaglia conclusasi al quinto set. Troppo solido e centrato Monfils contro un Pouille troppo falloso (44 gratuiti e 26 vincenti) che ha avvertito le fatiche degli ultimi giorni con tre match consecutivi conclusi al 5 set.
Pouille parte al servizio e nei primi giochi non ci sono break. Monfils, nel terzo game, inizia a muovere l’avversario inducendolo all’errore e procurandosi la prima palla break. Il ventiduenne francese, nei momenti di difficoltà, trova la via della rete e annulla con una volèe di rovescio il break point prima di salvare il game con una volèe di dritto. Il numero 25 del ranking ATP, infatti, è bravo ad accorciare gli scambi e mettere in atto il serve and volley che gli permette di essere aggressivo e conquistare facilmente i punti. Ma Monfils, nel settimo game, alza il livello del suo tennis in risposta, varia soprattutto con il dritto e offre sempre una palla con una traiettoria diversa al suo avversario impedendogli così di mettere in campo le sue accelerazioni vincenti.
La tattica di Monfils porta Pouille a commettere prima diversi gratuiti e poi a dover annullare tre break point consecutivi. Dopo aver salvato i primi due, Monfils concretizza il vantaggio grazie anche ad un dritto spedito out dall’avversario. Ottenuto il break Gael riesce a mantenere il vantaggio grazie alle tante prime di servizio messe in campo che si trasformano in battute vincenti alternate ai diversi ace. E proprio il servizio, accompagnato poi da un dritto incrociato vincente, dà il primo set a Monfils che si aggiudica il parziale per 6 a 4.
In apertura di secondo set Pouille difende la battuta annullando due palle break grazie al servizio e a qualche errore di troppo di Gael che rimanda l’occasione per il vantaggio al terzo game. Monfils è paziente e si costruisce il punto trovando profondità nei colpi. Mentre l’ennesimo errore di dritto di Pouille, che non riesce a dare continuità al suo gioco, consegna il turno di battuta al connazionale più esperto che si porta a condurre sul 3 a 2 con un set e un break di vantaggio. Monfils viaggia in scioltezza nei suoi turni di battuta e, come nel primo set, continua a non concedere palle break salendo fino al 4 a 3. Dopo l’interruzione per pioggia, con la chiusura del tetto dell’Arthur Ashe, il match riprende da dove era terminato: Monfils è padrone del campo. Il vincitore dell’ATP di Washington 2016 riesce a chiudere il set nel game di risposta grazie anche ad un doppio fallo di Pouille.
Come nel parziale precedente è il quarto game del set a dare a Monfils il break che si rivela decisivo per il match: Gael spinge su ogni colpo mentre Lucas prova a scendere a rete per togliere il tempo all’avversario. Quando Pouille prova una palla corta per annullare la palla break, Monfils recupera il drop shot rispedendo la palla in campo e, subito dop, chiude il punto con una volèe di dritto in salto. Il numero 11 del mondo sale 5 a 3 e termina l’incontro con il servizio a disposizione: Pouille, mette a segno due vincenti di dritto, portandosi fino al 30 pari. Ma Gael conquistato il primo match point sfrutta subito l’occasione mettendo a segno l’ace numero 13.
Monfils raggiunge la semifinale agli US Open dopo l’occasione sfiorata nel 2014 al termine di un match combattuto fino all’ultimo punto con Roger Federer. Inoltre grazie a questo risultato potrà rientrare in top ten portandosi fino al numero 8 del ranking. Per Pouille, invece, si tratta di un altro ottimo torneo dopo i quarti di finali raggiunti quest’anno sull’erba di Wimbledon. Grazie ai quarti di finale, adesso, potrà entrare per la prima volta in carriera nella top 20 toccando il best ranking di numero 18.