Djokovic e amici: Milano riscopre le notti magiche delle racchette (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)
Un tuffo nel passato, il ritorno alle atmosfere mitologiche di quando Milano, con il suo torneo, si trasformava per una settimana nell’ombelico del mondo, e i più forti del circuito regalavano emozioni e spettacolo. E’ vero, stavolta si tratta soltanto di un’esibizione, ma ritrovare insieme, in due serate che profumano di talento e magia, cinque campioni che hanno collezionato complessivamente 49 Slam, resta un appuntamento destinato a marcare la storia sportiva della città.
Due serate (stasera e domani) dal nome evocativo, «Djokovic and Friends», perché il motore dell’evento è la Fondazione creata nel 2007 dal numero uno del mondo per alleviare il disagio educativo dei bambini della sua Serbia: «Sono cresciuto in un Paese — spiega il vincitore di Australia e Parigi — storicamente travolto da diversi conflitti ma in cui i piccoli sognano ancora in grande. Continuiamo a credere nei loro sogni». E così l’evento speciale per raccogliere fondi diventa una passerella da brividi: accanto a lui, ci saranno infatti Nadal, Serena Williams, Pennetta e Fognini. La presenza di Fiorello, grande amico di Nole, nell’istrionico ruolo di presentatore-commentatore-telecronista, garantisce divertimento e leggerezza, come del resto l’anomala sfida in doppio tra Novak e Flavia opposti a Serena e Fabio, con la curiosità aggiunta del duello tra marito e moglie, ma è difficile pensare che i singolari in programma, seppur senza il pathos agonistico dei momenti che contano, vengano affrontati solo con spirito amichevole.
Perché Williams e Pennetta, per dire, hanno vinto tre degli ultimi cinque Slam e Flavia, nonostante si sia ritirata giusto da un anno, appunto dal trionfo agli Us Open 2015, è sempre stata un’avversaria tosta per l’attuale numero due del mondo, nonostante le otto sconfitte in altrettanti scontri diretti. Tra l’altro, per il pubblico di Milano l’occasione è davvero eccitante, perché Serena, dopo l’eliminazione in semifinale a New York contro la Pliskova, non ha ancora fatto sapere come si snoderà il resto della sua stagione fino al Masters di Singapore e, come già accaduto dodici mesi fa, potrebbe anche decidere di non giocare più, in attesa di tornare a gennaio per gli Australian Open.
E anche se mancherà l’assillo del risultato, come considerare normale o banale un incrocio tra Djokovic e Nadal, la più fiera rivalità degli ultimi sette anni Atp e la più corposa per numeri nella storia del tennis Open con i suoi 49 episodi? Sconfitta è una parola che i fenomeni non accettano, neppure quando si tratta di un’esibizione, perciò il match che chiuderà domani sera la due giorni milanese promette adrenalina e scintille. Nole e Rafa non stanno vivendo il momento migliore della loro annata, dopo una fine d’inverno e un inizio di primavera memorabili: completamento dello Slam personale per il serbo con il successo a Parigi (seguito a quello in Australia), nono trionfo a Montecarlo e la sua amata terra per il maiorchino. Poi sono arrivati problemi personali e di infortuni, dal polso sinistro di Nadal all’infezione ai piedi per il numero uno, che infatti dovrà sottoporsi nelle prossime settimane a un piccolo intervento (…)