Primo torneo di Berdych dopo l’appendicite, miglior stagione in carriera in corso per Lorenzi: se per il senese c’era un’occasione per ottenere finalmente il primo successo contro un top 10, era questa. L’incontro che ha aperto la giornata, però, si è rivelato combattuto soltanto per i primi otto game. Poi il diesel ceco ha iniziato a funzionare a pieno regime, e ha spezzato un incontro che non si è più aggiustato.
Sul duro indoor della Sibur Arena Berdych e Lorenzi hanno tenuto senza difficoltà i primi turni di battuta, anche perché se è vero che la superficie aiutava il “cannone” del tennista di Valasske Mezirici, la sua mobilità in risposta era ridotta davvero ai minimi termini. Riusciva ad appoggiarsi con successo allo schema del “servizio di qua e poi dritto di là”, ma otteneva le briciole da ogni altra situazione di gioco. Lorenzi, sempre intelligente, ha capito quindi che doveva giocare più palle possibili e la prima occasione di break se la è guadagnata lui. Nel nono game ha rimontato Berdych da 40-0 fino sul deuce – pregevole nell’occasione il lob che ne ha punito un attacco mal direzionato – e poi gli ha giocato subito una palla corta, sulla quale il ceco è arrivato tardi e male. L’ex numero 4 si è ripreso con il servizio, annullandola e conservando il game, e poi ha rincarato la dose, approfittando di tre errori di misura consecutivi di Lorenzi per strappare il set. È lì che il match, mai davvero decollato, si è schiantato del tutto. In avvio di secondo set è stato ancora break Berdych, che da quei cinque game consecutivi in poi non ha rischiato più, ne ha approfittato per sciogliere un po’ le gambe e ha chiuso in un’ora e venti minuti. Domani sarà di nuovo in campo per affrontare Alexander Zverev nella semifinale della parte bassa di tabellone.
Il “futuro numero uno” si è liberato con facilità di Mikhail Youzhny, che non ha saputo dare seguito all’impresa di ieri contro Raonic: dopo un primo set a senso unico (29 punti a 16 per Zverev, che ne ha persi soltanto 3 al servizio), il trentaquattrenne moscovita ha provato a dare tutto nei game di risposta del secondo. Il massimo risultato raggiunto, tuttavia, è stato portarne qualcuno ai vantaggi, mentre dall’altra parte i break fioccavano. Sarebbe stato bello vedere più partita tra queste due incarnazioni, classica e contemporanea, della Russia – Zverev è nato ad Amburgo da famiglia sovietica – e del tennis: sgambettata e tocco di Youzhny, e le bordate di “Sascha” a replicare. Queste ultime si sono rivelate troppo efficaci, però, perché il match emozionasse davvero, e il doppio 6-2 finale basta a dimostrarlo.
Pochi sussulti anche in chiusura di programma, Stan Wawrinka è prevalso senza troppa fatica sul tennis non troppo ortodosso di Viktor Troicki, a suo agio sul veloce e bravo a nascondere le intenzioni. Lo svizzero ha trovato l’allungo nel finale di un primo parziale dominato dalla battuta, annullando poi in apertura del secondo una pericolosa palla break con un rovescio lungolinea, che ha pizzicato la linea bianca. Da quel punto in poi c’è stata poca gara, e Wawrinka ha conservato le energie che gli serviranno domani contro Roberto Bautista-Agut.
Risultati:
[3] T. Berdych b. P. Lorenzi 6-4 6-3
[4] R. Bautista-Agut b. [8] J. Sousa 4-6 6-1 6-2
[5] A. Zverev b. M. Youzhny 6-2 6-2
[1] S. Wawrinka vs [7] V. Troicki 7-5 6-2