[1] T. Berdych b. [3] R. Gasquet 7-6(5) 6-7(2) 6-3
I precedenti, conclusisi con sette vittorie per parte, autorizzavano la speranza di una sfida bilanciata, e il trend positivo favorevole al ceco, vincitore in cinque degli ultimi sei confronti, si credeva poter essere mitigato dai recenti grattacapi fisici occorsi a quest’ultimo. Il duello, che non sarebbe eccessivo definire un classico minore del circuito, è in effetti vissuto sul filo di un controverso equilibrio; equilibrio nelle sventatezze – si vedano i gentili omaggi sottoforma di break che i giocatori si sono scambiati nei primi due giochi – e negli indisturbati turni in battuta successivi, prodromici a un tie break che non si sarebbe potuto in alcun modo evitare. Nel gioco decisivo è apparso il Tomas che non t’aspetti, quello in grado di girare a suo favore una situazione fattasi complessa: presto depredato l’avverso servizio con una gran risposta di rovescio, Berdych ha inopinatamente ceduto due punti consecutivi in battuta, il secondo con un sanguinoso doppio fallo, finendo per trovarsi sotto per cinque a quattro. Ma quando la tavola sembrava apparecchiata per una mesta resa, il campione in carica ha trovato nel dritto, fino a quel momento sedato, le risorse per ribellarsi al destino beffardo: due vincenti sulla riga consecutivi gli hanno regalato la palla del set, che Tomas ha convertito con un servizio vincente.
L’andamento del tredicesimo gioco ha tramortito il rovescio d’oro di Beziers: abbandonato dal fondamentale più affidabile, Gasquet ha subito un mortifero break nel terzo gioco della seconda frazione, e la sua finale sembrava destinata a un rapido epilogo. Il bombardiere di Valasske Mezirici, liberato nello spirito, ha dato sfogo alla propria potenza procurandosi due match point in risposta nel nono game: Gasquet è riuscito a rimanere attaccato al match con le unghie ma, digiuno di palle break sin dall’alba della contesa, non si vedeva come avrebbe potuto trovare il modo di far breccia nella solidissima battuta dello sfidante. Tuttavia, se è vero che Riccardo non è cuor di leone, nemmeno Berdych usa esibire gli occhi della tigre quando urge azzannare la preda alla giugulare. Il ceco, chiamato a servire per il torneo, ha ceduto la battuta addirittura a zero mangiandosi alcuni punti in modo perfino grottesco, e il tie break è stato chiamato a un doppio lavoro per cercare di dirimere la complicata vicenda. Tomas lo ha giocato con la faccia smarrita del bambino cui hanno soffiato il regalo di Natale da sotto al naso, e la conclusione al terzo si è rivelata la conseguenza più logica.
L’inerzia del match, che a questo punto si sospettava parteggiare per Richard, ha cambiato nuovamente padrone nel sesto game: autore di un brutto turno in battuta, il terzo favorito del torneo ha concesso due palle break, ed è capitolato mandando largo un comodo dritto dal centro del campo nel tentativo di difendere la seconda. Stavolta Berdych non ha tremato e ha chiuso pochi minuti dopo sul 6-3 al secondo match point. Tomas, sollevato, conquista così il primo alloro della stagione, il secondo consecutivo nella provincia di Guangdong. La settima qualificazione consecutiva alle Finals resta a portata di mano.