Dietro al lato est dell’Arthur Ashe Stadium, adiacente al players garden, c’è uno dei luoghi più frequentati, diverse volte al giorno, da tutti i giocatori presenti a Flushing Meadows: la sala incordatori, gestita dal team Wilson. Ci lavorano praticamente solo professionisti del mestiere, ben selezionati, che seguono il tour mondiale del tennis in ogni torneo dove l’azienda americana ha ottenuto i prestigiosi “appalti” della preparazione delle racchette per i campioni. Lo US Open, prevedibilmente, è uno di questi. Quando, dopo qualche giorno di torneo, mi è venuta l’idea di andare a ficcanasare da quelle parti, non mi sarei mai aspettato la disponibilità, e soprattutto la totale apertura nel dare informazioni sul loro lavoro, del direttore Ronald “Ron” Rocchi, gran personaggio (è il “Player Insight and Tour Raquet Innovation” manager per Wilson), e dei ragazzi al suo comando. Uno di questi è l’italiano Giuseppe Sella, originario di Brescia, ed è grazie a lui, e alla sua memoria da autentico computer, che possiamo rispondere con tanto di audio specifici a una delle domande che più spesso si fanno gli appassionati: quali sono, esattamente, le specifiche delle incordature dei campioni?
Ma andiamo con ordine. La bella chiacchierata introduttiva con Ron, potete ascoltate gli audio qui sopra, ci ha dato un’interessantissima panoramica generale sulle tendenze e sulle preferenze dei tennisti professionisti.
In particolare, racconta Rocchi, “nella domenica di vigila del torneo abbiamo fatto il record: 514 racchette incordate. Di norma il tempo necessario per la lavorazione è di 18-20 minuti a racchetta, potermmo fare più in fretta, ma la qualità è fondamentale. Tutti i giocatori sono molto esigenti, hanno richieste specifiche anche per diverse specifiche racchette. Capita che uno lasci qui 6 racchette, chiedendo diverse tensioni per ognuna, e richiedendo che vengano incordate il più possibile vicino all’orario del match. ma non prima delle 10 di mattina (per l’umidità e la temperatura, ndr).
Uno dei più esigenti come volume di utilizzo dell’attrezzatura è Kei Nishikori, che chiede 8 racchette appena fatte per ogni singolo match, e non usa mai, nè per la partita nè per gli allenamenti attrezzi non incordati il giorno stesso. Vedi quella racchetta lì (la potete vedere anche voi nella foto qui sotto, e in testa al pezzo ndr)? Stiamo aspettando per farla, lui è in campo adesso, e manderà fusti usati da rifare, alla fine per questo match gliene avremo incordate 12, 8 prima, e 4 durante la partita!
Anche Serena Williams è una che per ogni match ci porta 8-9 racchette, di solito vuole due tensioni differenti, 3-4 in un modo, 3-4 in un altro, alcune a 28-29 chili, ma se fa più freddo abbassa un poco la tensione. Quest’anno siamo già avanti rispetto ai numeri del 2015, possiamo aspettarci alla fine circa 5300 incordature totali per il torneo. Questo significa 58 chilometri di corde da mettere, e da togliere!
E’ vero, il vostro Filippo Volandri è uno di quelli che incorda a meno chili (sotto i 15, a volte addirittura 11-12 ndr), ma la cosa importante da far capire è che la tendenza generale dei professionisti è scendere sempre di più con la tensione usando i monofili in poliestere. Anni fa era normale per i pro incordare i monofili a 26-27 chili, James Blake arrivava a 30 su un pattern 18-20 (numero di corde verticali-orizzontali, ndr), e sì, viene praticamente una tavola di legno. Ma ormai sono scesi tutti, non come Volandri che è il record inferiore, ma tantissimi per esempio stanno tra i 18 e i 22 chili. I giocatori di club devono capire questo, è a quelle tensioni che le corde danno il loro meglio.
In molti incordano ibrido, all’inizio si usava poliestrere sulle verticali per durabilità e budello sulle orizzontali per sensibilità, adesso in diversi tra cui Roger Federer (che ha iniziato la tendenza per primo) fanno il contrario, budello sulle verticali e monofilo sulle orizzontali, con il monofilo ovviamente più lasco, una cosa come 27 chili le verticali in budello e 25-25.5 le orizzontali in poliestere. Rafael Nadal usa un’incordatura assolutamente standard, nessun pattern particolare, la cosa interessante è che Rafa usa un manico di misura 4 e 1/4, piuttosto piccolo, e in molti stanno facendo come lui. La tendenza generale, insomma, è meno tensione e manici più piccoli, per poter avere miglior mobilità del polso.”
Dopo aver parlato con Ron, ho avuto il piacere di incontrare il rappresentante “azzurro” dello “stringer team”, come detto il preparatissimo Giuseppe Sella, e la chiacchierata con lui è andata oltre le più rosee previsioni: il nostro connazionale non solo sa a memoria ogni dettaglio delle incordature dei top player, ma con eccezionale disponibilità non ha avuto alcun problema a elencarcele! Potete ascoltare gli audio in italiano più sotto, meritano a dire poco.
Giuseppe ha raccontato di quando ha avuto il suo piccolo ma certamente importantissimo ruolo nel “coadiuvare” Fabio Fognini quando battè Rafa Nadal proprio a New York l’anno scorso, incordandogli al volo durante il match le tre racchette con cui Fabio alla fine arrivò alla vittoria (“forse la mia racchetta più emozionante“), ha parlato di come le donne tendano a incordare con un paio di chili di tensione in più degli uomini (che in media stanno tra i 23 e i 25 chili), di come avere controllo consenta una tensione minore e possa aiutare a giocare a braccio sciolto, e poi siamo andati nei dettagli. E che dettagli. Discutendo di incordature ibride, metà budello naturale e metà monofilo in poliestere, è venuto intanto fuori che tra i top a usare questo mix sono Djokovic, Federer e Tsonga (con il budello sulle verticali e il monofilo sulle orizzontali) Del Potro e Murray (con budello sulle orizzontali e monofilo sulle verticali).
Dopodichè, cogliendo l’occasione, ho chiesto a Giuseppe un vero e proprio elenco. E lui, con flemma e incredibile accuratezza, non ha avuto nessun problema a fornirmelo. Che io sappia, non sono informazioni riservate, e un po’ qua e un po’ là alcune sono reperibili in rete. Ma averle tutte insieme, con questa precisione, e soprattutto dalla fonte più aggiornata e originale possibile, cioè il professionista che quelle stesse racchette le ha incordate con le sue mani, credo sia un’esclusiva decisamente unica per gli appassionati che amano conoscere anche i dettagli. Ladies&gentlemen, in successione qui sotto l’audio originale dell’intervista, e la tabella trascritta con tutte le specifiche esatte delle incordature dei migliori tennisti del mondo!
Uomini:
Novak Djokovic Babolat vs team verticali, Luxilon alu power orizzontali, 26,5 kg verticali, 25,5 orizzontali
Andy Murray Luxilon alu power verticali, Babolat vs team orizzontali, 27 kg entrambe
Roger Federer Wilson gut verticali 1.30, Luxilon alu power rough orizzontali, 27,5 kg verticali, 26 orizzontali
Rafael Nadal Babolat rpm blast 1.35 26 kg entrambe, fino all’anno scorso 25
Stan Wawrinka Babolat rpm blast 27 kg verticali 25 orizzontali
David Ferrer Luxilon original 23 kg entrambe
Juan Martin del Potro Luxilon alu power verticali, Wilson gut orizzontali, 26 kg entrambe
Kei Nishikori Wilson gut verticali, Luxilon 4g orizzontali, 25 kg verticali, 24 orizzontali
Grigor Dimitrov Wilson gut verticali, Luxilon 4g orizzontali, 26 kg verticali, 25 orizzontali
Nick Kyrgios Yonex Poly tour pro 25 kg entrambe
Donne:
Serena Williams Wilson gut verticali, Luxilon 4g orizzontali, da 28 a 30 kg verticali, 29 orizzontali
Angelique Kerber gut verticali, Yonex poly tour fire orizzontali, 25 kg verticali, 24 orizzontali
Agnieszka Radwanska Babolat rpm blast verticali, Babolat natural gut orizzontali, 23 kg entrambe
Martina Hingis Yonex Poly tour pro 26 kg verticali, 25 orizzontali
Italiani:
Fabio Fognini Babolat rpm blast 27 kg verticali, 25 orizzontali
Roberta Vinci Luxilon alu power verticali, Babolat vs team orizzontali, 32 verticali, 31 orizzontali (fino a Miami dell’anno scorso 25-24 kg, poi è salita, la finale con Pennetta aveva 27,5 e 26,5)
Flavia Pennetta Wilson gut verticali 1.25, Luxilon alu power orizzontali, 23,5 kg entrambe
Direi esaustivo, come minimo. Un ringraziamento enorme a Giuseppe, a Ron e a tutti i ragazzi del team, persone disponibilissime e di una cordialità unica (come potete vedere qui sopra, sono stato “assunto” con tanto di maglietta). In conclusione, un dettaglio interessante è che i pro allo US Open pagano questo servizio, di tasca loro, 30 dollari a racchetta, le corde le forniscono naturalmente i giocatori stessi. Per chi vuole fare i conti in tasca a uno come Kei Nishikori, che tra match e training viaggia sulle 10 racchette al giorno, significa che una semifinale (12 giorni di torneo, più 4-5 di allenamento prima), gli costa circa 5000 dollari solo di lavoro degli incordatori. Fa impressione al tennista di Club, ma considerato il prize-money, se lo può permettere senza problemi.