Lo scorso 13 settembre il gruppo di hacker russi “Fancy Bears” si è introdotto in un’area riservata del sito della WADA rendendo pubblici una serie di documenti che attesterebbero l’assunzione, per fini terapeutici, di sostanze dopanti da parte di alcuni importanti atleti che hanno preso parte alle Olimpiadi: dalle sorelle Williams, al ciclista Bradley Wiggins, al mezzofondista Mo Farah. È anzitutto fondamentale premettere che i documenti si riferiscono a farmaci assunti per fini terapeutici nell’ambito del programma TUE, il quale permette ad un atleta di ottenere l’autorizzazione ad assumere una sostanza vietata, regolarmente prescritta, per finalità terapeutiche. L’approvazione è effettuata da ADAMS, organo gestionale della WADA.
Nell’ambito delle indagini interne che l’agenzia mondiale anti-doping ha avviato a seguito dei fatti del 13 settembre emerge che non tutti i dati rilasciati da “Fancy Bears” rifletterebbero i dati ADAMS. “Stiamo analizzando attentamente tutti i dati. Si tratta per noi di una priorità. Vogliamo incoraggiare tutti coloro che sono stati coinvolti di mettersi in contatto con noi nel caso ci fossero eventuali imprecisioni nei documenti rilasciati”. La WADA ha anche dichiarato di aver preso provvedimenti per rafforzare il sistema di sicurezza all’interno di ADAMS in modo tale da tutelare al massimo la privacy degli atleti.