Johanna Konta e Madison Keys stanno entrambe vivendo la miglior stagione in carriera. La statunitense ha fatto per la prima volta ingresso nella top 10 dopo la vittoria di Birmingham; la britannica l’ha sfiorata quest’estate a Montreal quando, ad una partita dalle prime dieci, si è fermata più davanti ai nervi che davanti all’avversaria, Kristina Kucova. Keys qui a Pechino ha affrontato e sconfitto due tra le favorite: Kuznetsova e Kvitova, in una rivincita del quarto di finale di Wuhan. Konta ha avuto invece un percorso più semplice, per quanto abbia comunque dovuto affrontare Karolina Pliskova. Fra le due c’è un solo precedente che, a dir la verità, non fa troppo testo: una partita di sei anni fa terminata con il ritiro dell’inglese. Le due sono ora giocatrici più mature, ai vertici della classifica grazie ad un gioco per molti versi simile, incentrato su un gran servizio e su una costante pressione esercitata coi colpi a rimbalzo.
I primi due giochi sono di riscaldamento: entrambe perdono il servizio dopo qualche errore di troppo e per vedere il primo ace e qualche vincente bisogna aspettare il terzo game. Il servizio fatica ad entrare sia per Konta che per Keys e il gioco ne risente in negativo. Alcuni scambi sono spettacolari, botte fortissime tirate da un lato all’altro, ma spesso si concludono con un errore gratuito. Konta va ancora in vantaggio di un break nel quinto gioco, ma è cosa di poca durata: l’americana conquista la parità nell’ottavo gioco alla quarta occasione disponibile. Dal 4-4 al tiebreak il gioco scorre via rapido: non si vedono più palle break e il servizio la fa da padrone. Sulla linea del traguardo l’americana però si disunisce: arrivano nel tiebreak errori in serie, soprattutto dalla parte del dritto, che portano Konta agevolmente alla conquista del parziale e del tiebreak per 7 punti a 1. I numeri sono simili: 8 vincenti e 10 errori per l’inglese e 10 vincenti e 13 errori per l’americana e percentuale di prime per entrambe sul 50%. Keys viene anche da una battaglia di quasi 3 ore contro Kvitova ieri che, confrontata con i dodici giochi di fila vinti da Konta su Zhang, la pone in una situazione mentale e fisica di svantaggio sulla lunga distanza. Questo non le impedisce però di lottare ancora punto su punto ad inizio secondo set. Keys annulla infatti due palle break nel secondo gioco che avrebbero potuto determinare la fine virtuale della partita e, sfruttando qualche errore di Konta sul 2-2, conquista il break e il vantaggio nel set, per la prima volta nella partita. L’inglese continua nella serie di errori, nonostante l’immediato intervento del coach sul 3-2 per Keys. Va ancora sotto 0-40 al servizio e, dopo un gran dritto lungolinea che annulla la prima palla break, concede il break per la seconda volta consecutiva. Konta recupera uno dei due break dopo un gioco lottato, fatto di doppi falli e aces e vincenti da togliere il fiato ed errori da far accapponare la pelle. L’inglese tiene poi il servizio a zero e la pressione comincia a farsi sentire sulle spalle di Keys. L’americana è costretta ad annullare due palle per il riaggancio, prima di riuscire finalmente a conquistare il set alla quinta occasione disponibile. 6-4 dunque per Keys e gran urlo liberatorio per scacciare stanchezza, nervosismo e tensione.
La partita è piacevole tutto sommato e, del resto, entrambe hanno un gioco spettacolare, basato in larga parte sulla fiducia nei colpi. Un paio di bolidi dentro per pochi centimetri e l’inerzia della partita cambia. Il terzo set inizia e prosegue secondo la falsariga del primo set. Uno scambio indolore di break in avvio e poi pochi patemi al servizio. Anzi, non ci sono palle break annullate nei successivi sette giochi, quasi che le due abbiano deciso di giocarsi tutto alla stoccata finale. O almeno fino al nono gioco, che Keys inizia con un doppio fallo e continua con un gratuito di dritto. In pochi secondi ci sono tre palle match per l’inglese. La prima va via con un passante di dritto incrociato clamoroso, il secondo però è quello buono. Seconda finale dell’anno e della carriera per Johanna Konta, dopo quella vinta a Stanford contro Venus Williams. Da lunedì sarà anche nella top 10, ciliegina sulla torta di un anno fantastico: la Gran Bretagna non aveva una propria rappresentante tra le prima 10 dal 1984.
In finale la britannica sfiderà Agnieska Radwanska, che ha superato in due set Elina Svitolina con lo score di 7-6(3) 6-3 in un’ora e 41 minuti di partita (“Aga” ha vinto l’unico scontro diretto quest’anno negli ottavi di finale di Cincinnati, rimontando dopo aver perso il primo set e prevalendo 6-0 nel parziale decisivo).
Tra le due giocatrici c’erano tre precedenti, tutti sul cemento e vinti dalla polacca, che l’ultima volta l’aveva superata quest’anno in due set nella finale di New Haven, soffrendo solo nel secondo parziale.
La partita inizia con Radwanska che, nel game d’apertura, cede il servizio commettendo un doppio fallo ed un errore in lunghezza con il dritto dal centro del campo. Nel game seguente, però, “Aga” trova due risposte estremamente aggressive che, unite ad un paio di gratuiti di rovescio dell’ucraina, valgono l’1 pari. Nel quinto game la giocatrice di Odessa si porta sul 15-40 sul servizio della rivale, approfittando di un dritto lungolinea di Radwanska che finisce in corridoio e trovando poi uno splendido schiaffo al volo in avanzamento, centrando poi il break con un dritto in diagonale di Radwanska sbagliato in larghezza. Si scambia molto sulla diagonale sinistra, con Svitolina che cerca di non far colpire in movimento la numero 3 del mondo, la quale da ferma – considerati i suoi limiti fisici – fa molta più fatica a generare potenza con i propri colpi e a trovare angoli insidiosi. La numero 19 WTA riesce così a confermare il break di vantaggio, portandosi avanti 5-3. Nel nono game la giocatrice nata a Cracovia continua a fare molta fatica nel giocare da ferma, mentre l’ucraina trova una splendida risposta di rovescio lungolinea che la porta 0-30, ma un errore in risposta ed uno col dritto, uniti ad un ottimo servizio e ad uno schiaffo al volo della numero 3 del seeding consentono a Agnieska di accorciare sul 4-5. Nel decimo gioco un errore col dritto di Svitolina – in quest’occasione troppo lontana dal campo – e due col rovescio consegnano il controbreak alla polacca: 5 pari. Adesso Radwanska sembra aver preso fiducia, cercando molto spesso duelli a rete e, sul 6-5 per lei, trova un gran lob, chiudendo poi con lo smash per il 30-40 che vale il set point, annullato però da una splendida volée di rovescio in allungo dell’ucraina. Un dropshot in rete della numero 3 del mondo ed una splendida chiusura a rete dell’allieva di Justine Henin portano la contesa al tiebreak. Qui “Aga” trova due servizi vincenti, un bel rovescio dal centro verso sinistra ed un buon dritto in avanzamento seguito dallo smash che la portano avanti 4-0, chiudendo poi facilmente 7 punti a 3.
All’inizio del secondo parziale due errori da fondocampo di Svitolina, un buon lob ed un ottimo passante in corsa di dritto della giocatrice allenata da Tomaz Wiktorowski portano quest’ultima avanti di un break, confermato nel game successivo: 2-0. Ora “Aga” mette in mostra tutto il suo repertorio, fatto di dropshot, lob, attacchi in controtempo, splendidi tocchi nei pressi della rete, grandi difese. La testa di serie numero 16, invece, abbandona l’eccellente piano tattico della prima frazione di gioco, cercando maggiormente gli angoli e denotando troppa fretta nella ricerca del punto, esaltando le qualità sopra menzionate dell’avversaria, che scappa così sul 3-0. Tuttavia, come spesso accade quando è avanti nel punteggio, Radwanska accusa un calo di concentrazione, esagerando con le smorzate e, dopo un brutto schiaffo al volo affossato in rete, perde il servizio, con la rivale che poi accorcia sul 3-2. Nel sesto game la numero 19 del mondo spinge bene con il dritto e si procura due palle del 3 pari, ma qui “Aga” è brava a giocare in maniera aggressiva e a portarsi in parità. Due ottime prime di servizio regalano poi il 4-2 alla numero 3 del seeding. Nel gioco seguente, uno smash non chiuso da parte di Elina – colpo con cui fa molta fatica, o perché non si posiziona perfettamente con i piedi, o perché salta troppo presto, a volte non guardando nemmeno dove va l’avversaria – porta il game ai vantaggi. Una volée non chiusa da parte di quest’ultima regala il break point a Radwanska, che però sbaglia col dritto dal centro del campo, con l’ucraina che alla fine riesce ad aggiudicarsi il game con uno splendido dropshot incrociato di rovescio. Nell’ottavo game la polacca tiene facilmente il servizio a 15 e, dopo un ottimo dritto in avanzamento, si procura due match point sul 5-3 15-40. Un rovescio in corridoio della numero 19 del mondo regala alla terza giocatrice del mondo la quinta finale in un WTA Premier Mandatory della carriera, la terza a Pechino – perse nel 2009 in finale contro Kuznetsova, mentre nel 2011 trionfò contro Petkovic.
Risultati:
[11] J. Konta b. [8] M. Keys 7-6(1) 4-6 6-4
[3] A. Radwanska b. [16] E. Svitolina 7-6(3) 6-3
A cura di Lorenzo Dicandia e Gabriele Ferrara