Kyrgios dà, a Kyrgios tolgono. Più o meno è la sintesi della sua carriera, divisa tra gesti atletici eclatanti e azioni poco convenzionali che lui “consegna” al tennis e multe, rimproveri e attacchi tramite i quali provano a sfilargli certezze e, come questa volta, denaro. Non si vuole apparire indulgenti, ma è evidente che il personaggio Kyrgios, piaccia o non piaccia, è un catalizzatore d’attenzioni come forse nessuno nell’attuale panorama tennistico.
L’ATP ovviamente deve fare il suo mestiere e ha giustamente punito il ragazzo australiano per le sue performance contro Mischa Zverev, culminate nella battuta “flottante” con la quale Nick ha regalato un punto al suo avversario mentre già si dirigeva verso la sedia per il cambio campo, per poi sollecitare l’arbitro a chiamare il tempo in modo da porre fine all’incontro il più velocemente possibile. Un atteggiamento di strafottenza che certo non si allinea all’idea del del tanto chiacchierato “spirito sportivo”: l’australiano è quindi stato punito con 10000 dollari di multa per “mancanza del massimo impegno”, 5000 per “abuso verbale nei confronti degli spettatori” e 1500 per “condotta antisportiva”. Un totale di 16500 dollari, cifra che non supera il prize money che spetta a chi raggiunge il secondo turno a Shanghai ($27435).
Formalità, che non spostano d’una virgola i termini del dibattito degli appassionati di tennis. Con, o contro Nick Kyrgios?