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[15] R. Bautista Agut b. [1] N. Djokovic 6-4 6-4
Con Rafa e Roger in bacino di carenaggio questo ultimo scorcio di stagione rischia di essere un duopolio Nole-Andy ma sarà veramente così? Si è detto e scritto molto su Novak Djokovic nel corso dell’ultimo mese, sui motivi del calo dopo l’agognata corona di Parigi o sulle sue mutate aspettative rispetto al gioco. Sia come sia il serbo tende a rispondere sul campo e a non curarsi troppo, Dante insegna, delle opinioni altrui. Oggi però affrontava Roberto Bautista Agut per raggiungere la sua ennesima finale in un Masters 1000 e la sua prestazione è stata sconcertante. Certo, il combattuto quarto di finale contro Mischa Zverev non ci aveva restituito un Nole sfolgorante ma contro il solido spagnolo tutte le sue attuali insicurezze sono venute a galla. Due dei cinque precedenti persi, l’ultimo al Roland Garros e gli ottavi a New York dello scorso anno, davano qualche speranza a Bautista e lui oggi ci è riuscito.
Il tempo di scaldarsi e nel secondo gioco in risposta Djokovic comincia a martellare dal centro del campo, lo spagnolo è bravo a superare un pericoloso 30 pari con l’aiuto del servizio. L’efficacia della battuta lo sorregge e rimane attaccato alla partita, l’altro sui propri turni è una sentenza. Il serbo appare molto più a suo agio oggi che contro il serve and volley di Zverev, ma è solo un miraggio. Bautista accetta lo scambio da fondo e spinge a tutta, eccetto il primo gioco è sempre in svantaggio nei propri turni e nel settimo solo un falco provvidenziale nega a Nole un’opportunità per il vantaggio. Djokovic riposa in battuta e nel nono game sembra concretizzare finalmente la sua superiorità ma Bautista è un guerriero, gli annulla una prima palla break con un vincente e lo passa a rete sulla seconda dopo una volée alta di rovescio del serbo che poteva essere giocata molto meglio. Questo gira tutto. Nole è incredulo e sul 4-5 Spagna paga carissimo il suo primo tentennamento al servizio. Finisce 0-30, recupera ma un fortunoso dritto scentrato di Bautista si trasforma in un lob imprendibile. Sul set point Djokovic gioca senza coraggio e Bautista lo punisce. Ha resistito bene nella tempesta e questo è il giusto premio. Al termine del parziale Nole distrugge la racchetta poi è lui stesso a pulire il campo dai residui dell’attrezzo.
Il serbo è nervosissimo ad inizio secondo, si imbarca in una inutile discussione con il giudice arbitro Bernardes e mostra impazienza nel voler chiudere lo scambio. Sul due pari arriva addirittura a strapparsi la maglietta e gioca gli ultimi punti quasi a torso nudo. Poi sembra finito quando perde la battuta nel sesto game con un paio di scriteriati attacchi a rete. Recupera lo svantaggio di puro nervo ma non c’è peso né costanza nel suo gioco, Bautista è un muro però è il numero uno che pare abdicare perdendo ancora il servizio con tre errori gratuiti uno peggiore dell’altro. Per chi lo ha visto recuperare da mille situazioni impossibili la speranza non muore mai e il nono gioco lo conferma. Bautista serve avanti 5-3 e inizia una battaglia che dura quasi un quarto d’ora. Djokovic va a corrente alternata ma annulla da campione tre match point, il primo con una risposta nel sette, il secondo con una smorzata seguita da un passante al volo e il terzo con un siluro di dritto. Riesce incredibilmente a salvarsi il campione serbo ma sono solo gli ultimi fuochi. Dopo il cambio campo non ne ha più, è subito sotto 0-30, pareggia ma lo spagnolo è ancora a match point quando Nole mette in rete un facile passante di dritto. È giunto il momento, Roberto Bautista Agut chiude il match con uno splendido dritto lungolinea giocato in spaccata e controbalzo su un profondissimo attacco del re. Nole non è riuscito a tenere nessuno degli ultimi tre servizi del secondo set.
È crisi? Non è crisi? Ai posteri l’ardua sentenza.