Andy Murray contro Roberto Bautista Agut: sarà questa la finale che domani decreterà il vincitore dell’ottava edizione del Masters 1000 di Shanghai. Gli head to head vedono lo scozzese in vantaggio per 2-0, grazie al 6-2 6-3 6-2 del terzo turno di Wimbledon nel 2014 e della semifinale dell’anno successivo sulla terra di Monaco (score di 6-4 6-3).
L’iberico – che da lunedì sarà almeno n.13 del mondo, best ranking per lui, e n.11 in caso di vittoria – è al miglior torneo in carriera, avendo sconfitto Tomic, Fritz, Troicki (giustiziere di Rafa Nadal), Tsonga e soprattutto Djokovic senza mai perdere un set. Percorso netto anche per Andy Murray, che non ha avuto problemi nel superare Johnson, Pouille, Goffin e Simon. Lo scozzese è alla caccia del 41esimo titolo in carriera, il 13esimo in un Masters 1000 (sarebbe il terzo in Cina, dove ha già disputato tre finali tra il 2010 e il 2012, perdendo l’ultima in uno splendido incontro al cardiopalma con Djokovic). Proprio il serbo è il vero obiettivo di Andy: lo segue nella Race a 1315 punti di distanza, che diventerebbero soltanto 915 in caso di vittoria, avendo poi la possibilità di superarlo già a Bercy o alle ATP Finals. L’allievo di Ivan Lendl è nettamente favorito, ma non sarà un match facile per lui: oltre alla pressione di dover vincere “per forza”, Bautista potrebbe metterlo in difficoltà con il suo gioco, anche se per fare almeno partita pari sarà necessaria una prestazione di Murray inferiore ai suoi standard.
Per il tennista di Castellon de la Plana sarà fondamentale mantenere una percentuale alta di prime palle in campo, almeno del 60-65%. Altrimenti il rischio è quello di venire attaccato con troppa frequenza dalla risposta di Andy – soprattutto quella con il rovescio in cross da sinistra – finendo in difesa fin dall’inizio dello scambio. Sarà interessante vedere quanto l’iberico riuscirà a variare il servizio, magari utilizzando lo slice al centro da sinistra o anche quello al corpo. Bautista dovrà tentare di comandare il più possibile con il proprio dritto, scambiando sul lato destro per 3-4 colpi, cambiando poi lungolinea se dovesse giocarlo da destra, e usando invece l’inside-in qualora dovesse lo dovesse eseguire dall’altra parte. Sarà importante per lui rispondere bene, soprattutto sulla seconda avversaria, magari approfittando di una percentuale di prime in campo non altissima da parte del britannico – il quale a volte scende sotto il 50%, a causa di un lancio di palla a volte troppo basso, altre spostato eccessivamente verso destra. Sarà inoltre cruciale per lui non perdere campo col rovescio, che Murray cercherà con insistenza, magari usando anche un back non troppo profondo. Dal lato sinistro l’iberico è migliorato molto, ma il colpo – giocato con le mani molto vicine tra di loro nell’impugnatura e con un finale del movimento poco ampio – rimane meno fluido rispetto al dritto. L’obiettivo dello spagnolo dovrà essere cercare di prendere il centro del campo senza perdere preziosi centimetri, soprattutto a partire dai colpi di inizio gioco, quelli che nel tennis moderno quasi sempre fanno la differenza. Nel caso in cui dovesse riuscire a comandare lo scambio, quindi, potrebbe anche tentare qualche sortita a rete, dove ha dimostrato di avere buona mano.
Per quanto riguarda il campione in carica di Wimbledon, invece, sarà importante non consentire all’avversario di comandare il gioco, rubandogli il tempo soprattutto sulla diagonale sinistra, aprendosi poi il campo sull’angolo scoperto. La qualità della risposta e della difesa sono sempre state due garanzie nell’economia del gioco di Andy, che già dallo scorso anno ha mostrato di star diventando decisamente più propositivo, venendo maggiormente a rete per prendersi il punto – in particolare attaccando sul lato sinistro dell’avversario, per poi chiudere con la volée. Bautista dovrà obbligatoriamente iniziare bene la partita, pensando punto per punto e cercando di sfruttare tutto quello che gli verrà concesso. Magari insinuando anche qualche dubbio nella testa del rivale, facendo leva sulla sua propensione alla lamentela. L’impressione della vigilia è che si tratti di una “mission impossible”, ma – si sa – nel tennis mai dire mai.