180 secondi con il Direttore: per i tennisti di colore è più difficile riuscire ad emergere
Nick Kyrgios negli ultimi 15 mesi si è reso protagonista di diversi episodi poco edificanti per la sua immagine, come dimostrano i fatti verificatisi mercoledì scorso a Shanghai, il “caso Vekic” (che ha causato, tra le altre cose, la sospensione del giocatore di Canberra dalla Hall of Fame del suo college e la squalifica dell’ATP di 28 giorni, (seppur con la condizionale), le polemiche con Ben Rothenberg, il litigio con Bernard Tomic in merito alla sua non partecipazione alla sfida di Davis contro gli USA, dopo che nella sfida di 6 mesi prima in Scozia non era stato convocato proprio per il suo cattivo comportamento, per non parlare della disputa con il Comitato Olimpico australiano che ha portato Nick a non partecipare alle Olimpiadi di Rio.
A proposito di comportamenti poco corretti sul rettangolo di gioco, è interessante notare come la multa più cara di sempre l’abbia dovuta pagare Serena Williams, quando – dopo la semifinale degli Us Open 2009 contro Kim Clijsters (persa 6-4 7-5) – dovette sborsare ben 85,000 dollari per aver insultato la giudice di linea che le chiamò il fallo di piede sul 6-4 6-5 15-30 in suo sfavore. dicendole: “La vedi questa palla? Te la metto in gola, te la faccio ingoiare!”, col giudice arbitro Brian Earley che dovette intervenire. Oltre a lei, più indietro nel tempo, si ricordano le varie sanzioni inflitte a Jeff Tarango, certamente non noto per essere simpatico e corretto sia verso i suoi colleghi che nei confronti dei giudici di sedia. Tra le altre, il giocatore americano, in occasione della partita di terzo turno del torneo di Wimbledon del 1995, dovette pagare 48,000 dollari per aver detto al giudice di sedia Bruno Rebeuh: “Sei il più corrotto tra gli arbitri“. Sempre rimanendo negli USA, come dimenticare John McEnroe. “The Genius”, durante il match di ottavi di finale degli Australian Open 1990 contro Pernfors, fu squalificato dopo aver insultato il giudice di linea, spaccando poi una racchetta ed insultando l’arbitro Armstrong ed il supervisor Ken Farrar, che peraltro era già stato insultato dal mancino newyorchese sempre a Melbourne nel 1985 (in quella circostanza giocava contro Zivojinovic), quando “Mac” gli disse: “Se quella palla è buona allora tu sei un capellone“. Tra i recordman delle multe e delle squalifiche, c’è anche ovviamente il nostro Fabio Fognini, il quale – durante il match di secondo turno di Wimbledon contro Alex Kuznetsov nel 2014 – si rese colpevole di aver scagliato violentemente la racchetta a terra e di aver insultato a più riprese il supervisor Wayne McEwen, che gli costarono una sanzione di 27,500 dollari per condotta antisportiva.
Tornando al numero 14 del mondo, egli è anche fidanzato con la tennista Alja Tomljanovic – scesa al numero 935 del mondo a causa di un brutto infortunio ai muscoli addominali, dopo che nel febbraio del 2015 si era issata fino al 47esimo posto nel ranking WTA. I due sono molto attivi sui social, raccontando attraverso immagini e video la loro storia d’amore. Il ventunenne di Canberra, infatti, è molto seguito sui social network, che sia Facebook, Twitter o Instagram, dividendo anche lì gli appassionati, tra chi lo difende e cerca di essere comprensivo. Infatti c’è chi vuole a tutti i costi che diventi uno dei più forti al mondo e che quindi lo giustifica per i suoi atteggiamenti in campo invocando in sua difesa la giovane età – magari perché sono suoi coetanei – e chi, invece, lo bacchetta maggiormente, soprattutto gli addetti ai lavori e chi è più intransigente e magari anche meno giovane, come ad esempio l’autorevole opinionista del New York Times Christopher Clarey, il quale è stato molto duro con Nick in un suo articolo scritto per il quotidiano più importante e famoso del mondo. Ecco alcuni estratti:
“Io sono sempre stato per il dare tempo ed essere tollerante con i giovani, considerando che crescono sotto ai riflettori. ma ci sono dei limiti. Arrivati a questo punto, prosciogliere Kyrgios con una multa da 16,500 dollari per un’altra partita buttata in modo vergognoso è la scelta sbagliata sia per il tennis che per lui stesso.
Non è più un teenager o un giocatore alle prime armi. Gioca tornei del circuito maggiore dal 2013. Alcuni inviolabili paletti sono in piedi anche per un genio ribelle del tennis.
Se non fosse stato per un recente cambiamento nelle regole dell’ATP, Kyrgios, 21 anni, avrebbe subito una squalifica automatica di 8 settimane. Anche se non c’è alcuna garanzia che l’ATP lo sospenda per le sue ultime bravate, i responsabili del tour non lo hanno escluso.
Dopo che questi hanno rivisto il match di Shanghai, l’ATP giovedì ha comminato a Kyrgios la multa massima di 10,ooo dollari per mancanza di impegno, insieme ad altri 5,000 per abusi verbali e 1,500 per condotta antisportiva. Considerando che raggiungendo il secondo turno a Shanghai ne ha guadagnati 35,845, la sanzione sembra leggera.
Ma non deve e non dovrebbe finire qui. Una multa aggiuntiva ed una lunga squalifica sono possibili, potendo pregiudicare la sua partecipazione al suo Slam di casa, l’Australian Open, se le autorità dei Grand Slam dovessero decidere di seguire la squalifica dell’ATP per contro loro.
Brad Gilbert, il coach e commentatore statunitense, crede che Nili – l’arbitro del match tra Kyrgios e Mischa Zverev – si meriti di essere incolpato per non aver squalificato l’australiano durante le fasi iniziali della partita.
“Dopo il servizio appoggiato”, ha detto Gilbert, “devi solamente squalificarlo sul momento. Niente conferenza stampa, perdi il prize money e vai a casa: così sarebbe potuta essere un’esperienza formativa”.
E voi cosa ne pensate? Siete più d’accordo con il colpevolista Cristopher Clarey del NY Times oppure con l’innocentista Marco Lauria di Ubitennis.com?