Tipico lunedì da torneo di categoria 250, a Stoccolma: pochi incontri, soltanto quattro, una sorta di riscaldamento per il pubblico. Con ben tre statunitensi in campo, per primo Ryan Harrison che in apertura di programma ha sconfitto in due set il ceco Adam Pavlasek in un match tra qualificati. I suoi due compatrioti a stelle e strisce sono andati invece incontro ad un destino meno glorioso, con Donald Young sconfitto da Adrian Mannarino (il quale sfiderà Alexander Zverev al secondo turno) e soprattutto la testa di serie numero 5 Steve Johnson eliminata dal modesto moldavo Radu Albot. Johnson, che ormai da qualche settimana sfoggia dei grandi baffoni, ha dato l’impressione di sottovalutare eccessivamente l’impegno ed è caduto vittima dell’aggressività del numero 103 del ranking, che non otteneva un successo in un tabellone del circuito maggiore addirittura da Wimbledon. Johnson si rivedrà a Vienna, per Albot si profila invece una discreta occasione visto che al secondo turno affronterà uno tra il qualificato Tobias Kamke e la wild card Elias Ymer.
Nell’ultimo incontro del pomeriggio svedese forse l’unica sfida di un certo richiamo, tra Marcos Baghdatis e Kevin Anderson, entrambi ex top-10. Le star della giornata – due soli precedenti nonostante la simile età e i tanti anni di carriera alle spalle, un successo per parte, sempre su superfici dure – hanno dato vita a un match che ha cambiato direzione di colpo, quando sembrava ormai destinato alla conclusione. Baghdatis, il pedalatore dei due, ha iniziato rispondendo con palle cariche ed energiche e, approfittando di un dritto a sventaglio esagerato o attaccabile lungolinea, è salito avanti di un break. Con simile procedimento ne ha ottenuto poi un secondo, aggiudicandosi così il set. Il cipriota versione deluxe si è trovato addirittura avanti nel secondo parziale, grazie ad uno splendido lob, dopo aver difeso non così agevolmente due turni di battuta. Ma quando ha servito avanti per 4-3, ha perso improvvisamente il servizio a zero. Anderson ne ha approfittato e ha immediatamente portato il match al terzo, dove ancora Baghdatis, ancora con un lob (questo ancor più difficile, di demi-volée in corsa), si è portato in testa. Lì però si è spento definitivamente: i suoi colpi sono diventati un puro mulinare di braccia, mentre le gambe si facevano sempre meno scattanti. Anderson non si è fatto troppi scrupoli e con una striscia di cinque giochi consecutivi ha scritto il suo nome nella colonna dei secondi turni.
Risultati:
[Q] R. Harrison b. [Q] A. Pavlasek 6-3 7-5
A. Mannarino b. D. Young 7-5 6-4
R. Albot b. [5] S. Johnson 6-3 6-4
K. Anderson b. [8] M. Baghdatis 2-6 6-4 6-2