[5] G. Muguruza b. [8] S. Kuznetsova 3-6 6-o 6-1 (Tommaso Voto)
Un timido sorriso illumina il volto di Garbiñe Muguruza, che saluta le WTA Finals con una vittoria inutile dal punto di vista numerico, ma importante per il morale.
C’è molta delusione nel clan iberico, perché, dopo il trionfo al Roland Garros contro l’ex n.1 Serena Williams, si pensava al definitivo salto di qualità della Muguruza, che invece ha infilato una serie di delusioni e di prestazioni opache.
Il cambio di allenatore, attualmente è seguita da Sam Sumyk (ex della futura mamma Azarenka), non ha dato la svolta auspicata, soprattutto dal punto di vista mentale. L’iberica è spenta, confusa e decisamente distante dalla giocatrice “guerriera” che si è imposta a Parigi.
Discorso diverso per la russa, che nel 2016 è tornata prepotentemente sulla scena del tennis mondiale e la qualificazione al Master è il giusto premio. ora manca lo step successivo, ovvero provare a vincere il trofeo.
Si gioca a ritmo blando, del resto Svetlana è sicura del primo posto nel Gruppo Bianco e viene da due match molto tirati contro Radwanska e Pliskova. La spagnola parte bene, poi inizia a soffrire il diritto liftato della sua avversaria.
Con un rendimento al servizio alla Isner (il 93% dei punti vinti con la prima in campo), la russa si aggiudica il primo set con un netto 6-3, frutto di due break e di una prestazione complessiva convincente. Garbiñe ha spinto, ma ha trovato un muro difensivo veramente impressionante della sua avversaria.
La spagnola dal centro del campo è in grado di colpire vincente con entrambi i fondamentali, solo che quando manca di fiducia inizia a scomporsi e l’esecuzione diventa meno performante.
La reazione arriva, Garbiñe finalmente libera il braccio ed i suoi traccianti fanno male all’ex n.2 del mondo, che sembra accusare anche un complessivo calo fisico. La russa prova a resistere, ma è evidente che la sua mente è offuscata e questo rallenta la sua mobilità.
Le distanze non sono più ottimali, il campo si allarga paurosamente e la gittata del diritto diventa una preda perfetta per l’iberica, che in poco più di 24 minuti conquista un perentorio 6-0.
Le gambe non danno supporto a Svetlana, che non fa più male e viene sistematicamente investita dalla risposta della spagnola di origine venezuelana.
Il sistema dei gironi “all’italiana” del Master spesso produce partite inutili, questo è chiaramente un problema perché toglie adrenalina alle partite.
Con tutta la buona volontà (Svetlana aumenta anche il volume dei suoi “lamenti”), è evidente che la russa vuole uscire immediatamente dal campo, riposare e risparmiare energie per la semifinale.
Nelle ultime settimane Kuznetsova ha giocato molto, perché spinta dalla voglia di ritornare al Master, in cui mancava dal 2009, anno in cui vince al Roland Garros.
Settimo gioco consecutivo per Muguruza, che è letteralmente padrona del campo, tuttavia la russa è una “fighter” indomita e prova in ogni modo ad onorare l’impegno.
Il secondo gioco dell’atto conclusivo è straordinario per intensità e per cifra tecnica, Svetlana si conquista sette opportunità di controbreak, ma l’assalto viene respinto dall’iberica. Dopo 21 punti complessivi, Garbiñe centra il 2-0 e la partita si spegne.
“Mugu”scappa sul 4-0 (vincendo 10 game consecutivi) e mostra tutto il suo repertorio, ma è praticamente un allenamento, anche perché la russa gioca da ferma.
Dopo 30 minuti Svetlana muove il punteggio, evita il doppio “bagel” e si siede lentamente in panchina, ma siamo ormai ai titoli di coda.
Svetlana annulla due match point con due ace incredibili (inutile anche il falco chiamato dalla sua avversaria), poi un diritto lungo mette fine all’agonia del pubblico, che ha assistito ad un match privo di mordente.
Spesso dalle sconfitte si cercano stimoli per migliorare, Muguruza deve chiarirsi le idee, trovare un piano B, perché al suo repertorio mancano le giuste contromisure. Non aver difeso la semifinale del 2015 porterà la spagnola al n. 10 del ranking e con la concreta possibilità di vedersi scavalcata da alcune delle protagoniste del “masterino” di Zhuhai.
Svetlana chiude il gruppo al primo posto ed è una delle mine vaganti del torneo, perché con la sua voglia di combattere può essere la vera alternativa alla quasi scontata vittoria della Kerber.