da Basilea, il nostro inviato
Tempo di semifinali a Basilea, con le bandiere degli Swiss Indoors che danzano trascinate dal vento e si affacciano sul DreirosenBrucken, il ponte delle tre rose, a NordOvest. Si rimane su kleinBasel, il lato Nord rispett o al fiume Reno: non c’è la stessa aria di ricchezza culturale rispetto alla sponda opposta, considerata la grande quantità di uffici e luoghi di lavoro che la caratterizzano. È comunque piacevole arrivare in Claraplatz, svoltare su Hammerstrasse e raggiungere il lungofiume attraversando la squisita Wettesteinplatz: da qui si scorge in lontananza la Roche Tower, il grattacielo semipiramidale in bianco e vetro, sede centrale del colosso farmaceutico Roche. Maestoso nella leggera foschia mattutina, per quanto in contrasto con le villette e la piccola chiesa che lo circondano ai suoi piedi.
Il naturale favorito per la vittoria del torneo resta Kei Nishikori, che deve comunque fare i salti mortali per atterrare alla sua quinta finale dell’anno, dopo il successo a Memphis e le sconfitte a Miami, Barcelona e Toronto. Kei salva infatti due matchpoint ad un indomito Gilles Muller, autore di una prestazione di altissima qualità, fatta di discese a rete in controtempo e tesissimi rovesci in slice. Nishikori impiega appena nove minuti per trovare il grimaldello giusto e scassinare il servizio di Muller: il break arriva nel terzo gioco, con il lussemburghese che stenta con la prima e non riesce a rimediare alle risposte profonde dell’avversario, bravo a non farsi sormontare dagli imponenti rimbalzi dei servizi mancini che lo investono. Il giapponese domina gli scambi, costringendo Muller a spostarsi a velocità cui non è abituato: dopo l’ennesimo vincente lungolinea di rovescio di Nishikori, il fiammingo si gira verso il suo angolo alzando le spalle, come a sottolineare l’impossibilità di trovare soluzioni positive, a questi ritmi. Il nipponico spreca una chance del doppio break nel settimo game, arrivando solo con il telaio della racchetta sulla prima esterna dell’avversario, poi all’improvviso si incrina: Muller preferisce insistergli sul dritto con entrambi i colpi a rimbalzo, tentando di accorciare a rete appena possibile, e la sua aggressività paga sul 3-4, quando Nishikori non contiene un rovescio piuttosto comodo in manovra e cede il servizio alla seconda occasione. Si invertono improvvisamente le parti, circondati dai mugugni di un pubblico impaziente e spaventato dalla possibilità di perdere anche il favorito rimasto in gara, dopo l’eliminazione di Wawrinka di ieri sera; Muller resta incollato alla riga di fondo, anticipa benissimo in controbalzo e costringe l’avversario colpire sempre in movimento, fino al rovescio in corridoio che permette al lussemburghese di mettere in borsa il primo set, 6-4 dopo tre quarti d’ora.
I colleghi giapponesi digitano nervosamente e in silenzio sulla scrivania della tribuna stampa; Nishikori torna ordinato e fa le prove generali di rimonta, procurandosi una palla break nel game iniziale della seconda frazione. Muller è superlativo con un approccio di rovescio con il taglio sotto da fotografia in bianco e nero, e rimanda il tentativo: l’asiatico si incita a decibel alti su ogni risposta vincente, quasi come a tenersi sveglio, mentre vede l’avversario trovare sempre più ritmo da fondo e migliorare, se possibile, la sua confidenza con il gioco di volo. La reazione definitiva sembra ormai farsi largo sul cemento celeste della St. JakobsHalle, Muller la pensa diversamente: sul 4-5 Nishikori serve per salvare l’incontro, ma subisce la pressione di un avversario in trance agonistica e concede due match point. Un lob da spellarsi le mani e un ace esterno lo tengono in vita, si arriva al tiebreak: si gira con Kei avanti 4-2, grazie ad uno scambio vinto rispettando le caratteristiche dei due giocatori, quando il lussemburghese esagera con il dritto in recupero, ben oltre il decimo colpo. Muller concede un altro minibreak, e sull’ace del 3-6 impreca in francese, come a rendersi conto solo adesso di quanto vicino sia stato alla sua terza finale in stagione. Una volèe di rovescio più tardi, si va al terzo.
Il panico che serpeggiava nel pubblico si trasforma in entusiasmo: Muller vince uno splendido botta e risposta con il naso sul nastro e sembra galvanizzarsi, ma incappa in due doppi falli nel sesto gioco, finendo con il regalare il servizio sul tracciante di Nishikori che ruggisce deciso, 4-2. Sipario giù, il giapponese amministra senza patemi fino alla conclusione, che giunge dopo due ore e venti minuti. In finale per sollevare quel trofeo che gli sfuggì nel 2011 al cospetto di un sontuoso Roger Federer.
A PAGINA 2, LA RIMONTA DI CILIC SU UN OTTIMO ZVEREV