Sembra che Marco Cecchinato dovrà ringraziare la Procura Federale se riuscirà a lasciarsi questa storia alle spalle prima del previsto. La sentenza d’appello ha in parte sovvertito il giudizio del primo grado: i 18 mesi squalifica sono diventi 12, i 40000 € di sanzione pecuniaria sono scesi a 20000. In attesa del terzo grado di giudizio, il Collegio di Garanzia del CONI, l’evoluzione della vicenda giudiziaria sembra sorridere al tennista siciliano. Il “merito” – se di merito in questi casi si può parlare – sarebbe quindi della Procura Federale, che durante il suo operato in fase istruttoria non avrebbe posto la questione dell’impossibilità per un membro ATP di dedicarsi all’attività delle scommesse sportive. La Corte d’Appello si è quindi vista costretta a riscontrare l’assenza di illecito sportivo e decurtare la pena comminata in primo grado. In sostanza non è stata la condotta di Cecchinato a essere revisionata, i cinque capi d’accusa persistono così come le evidenze correlate. La negligenza della Procura, organo inquirente, basta però a Marco Cecchinato per vedere migliorata la sua posizione. Piccolo sconto anche per l’altro imputato Riccardo Accardi, i cui 12 mesi di squalifica sono diventati 10.
Sui termini dell’effettiva applicazione della squalifica c’è ancora da attendere la posizione dell’ATP, che deve recepire la proposta di squalifica e renderla fattiva perché Cecchinato sia impossibilitato a prendere parte ai tornei del circuito. Il siciliano da luglio ad oggi non è stato lontano dai campi: ha preso parte a otto tornei del circuito Challenger, di cui sette sul territorio italiano nonostante il rischio che gli fosse contestata la presenza in circoli affiliati alla FIT, e la scorsa settimana ha giocato (e perso) un turno di qualificazione all’ATP di Stoccolma.