dal nostro inviato a Parigi
Messa fine alla propria striscia negativa, che durava da tre partite, un sudato Tomas Berdych si è prestato ai microfoni degli inviati al Masters 1000 di Parigi-Bercy. Dopo aver ricevuto un bye per il primo turno, è arrivata oggi per lui una vittoria in tre set lottati contro Joao Sousa, “un avversario molto duro da affrontare. Ma nei momenti cruciali ho tirato fuori il mio tennis migliore, e penso di avere meritato la vittoria”. Il ceco sta cercando proprio in queste ore a Bercy l’accesso alle ATP Finals, cosa che in parte lo sorprende: “Dopo Toronto e Cincinnati, credevo che la mia stagione fosse finita. E invece tutto d’un tratto mi sentito bene fisicamente e ho avuto una scossa d’energia positiva”. Dell’infortunio di Monfils, già qualificato per Londra, viene informato dalla domanda di un reporter. La notizia non modificherà però il suo approccio al torneo in corso: cercherà di dare il meglio e giocare bene, sia qui sia eventualmente tra due settimane, anche se “giochiamo per venire giudicati non in base alla bellezza del nostro gioco, ma in base al risultato finale, che oggi è stato buono”.
Sono arrivate per Berdych anche domande sulla recente collaborazione con Goran Ivanisevic. L’ex campione di Wimbledon, separatosi da Marin Cilic nel corso dell’estate e giunto quasi immediatamente a sostituire Dani Vallverdu nel suo box, “sta aggiungendo un paio di cose al mio gioco” dice Berdych “e al momento stiamo lavorando su quelle”. Ma con cautela, perché “non è facile, vista la situazione in cui era il mio fisico (Berdych ha sofferto di appendicite a metà della stagione, ndr), aumentare troppo il carico di lavoro”. Del nuovo coach apprezza “il modo in cui è in grado di semplificare le cose, che mi è di grande aiuto. Spero potremo arrivare al punto in cui la sua esperienza di giocatore nei big match mi verrà utile, al momento non sono per nulla in quel territorio”.
https://soundcloud.com/ubitennis/berdych-non-giochiamo-per-la-bellezza-ma-per-il-risultato
(ha collaborato Raoul Ruberti)