Se dovessi scegliere la sorpresa più grande di quest’anno, per cosa opteresti tra il ritorno di del Potro alle Olimpiadi, e il tuo ritorno al numero uno appena due settimane dopo Andy Murray?
Non ho la stessa percezione di sorpresa, rispetto a quella che hai tu. Per me non sarebbe una sorpresa.
Come mai hai giocato così bene negli ultimi anni qui a Londra, considerando che è l’ultimo torneo dell’anno e tutti arrivano piuttosto stanchi?
So che la stagione è lunga, anche io non sono freschissimo come all’inizio, è chiaro. Io cerco di dare ogni singola e ultima goccia di energia fino alla fine, e negli ultimi quattro anni sono riuscito a giocare benissimo in autunno, Parigi e Londra. Mi piace giocare qui, la superifice e credo che giocare contro i primi otto, senza partite facili, fa sembrare l’intero torneo come l’ultima parte di uno Slam, mia aiuta e mi carica. Quanto alla semifinale, vedremo cosa succederà domani, e mi preparerò di conseguenza.
Difficile prepararti quando non sai chi affronterai. Ce ne sono tre diversi, quanto è diverso rispetto al formato normale?
Eccitante, l’unico torneo che ha questo formato e a me piace il Round Robin. Credo che anche le Olimpiadi dovrebbero averli, così si vedono più partite, anche se qualcuno perde non è per forza fuori e può addirittura qualificarsi.
Hai giocato bene, ma credo che il tuo livello di intensità sia aumentato dopo il time violation che hai ricevuto. Che ne pensi?
Non credo, quel singolo punto si è rivelato il più spettacolare. Ho chiacchierato con il supervisor, per sapere cosa ne pensasse. Come ho già detto in passato, io so e confermo di essere uno dei giocatori che prende più tempo tra un punto e l’altro. Ma credo sarebbe più rispettoso per giocatori e pubblico se almeno mi fosse fatta una sorta di richiamo prima del warning, insomma un po’ di buon senso. Oggi era il quarto game, dopo uno scmabio lungo: c’è da cpiare bene il motivo di ogni decisione del giudice.
Sei stato stressato ultimamente? Se sì, quando?
Siamo tutti umani, ogni giorno abbiamo sfide da superare, in vita personale e professionale, emozioni. Giocare ad alti livelli comporta picchi emozionali e di adrenalina più significativi, e bisogna incanalarli e filtrarli. In alcuni momenti dell’anno ci si sente meglio o peggio, l’importante e gestire queste situazioni. Non è la prima volta che abbia avuto un periodo negativo.
Cosa pensi della finale di Davis Cup? Come pensi sarebbe il formato ideale?
Come ho già detto, forse otto anni fa: questo formato non va bene, non funziona, sopratutto per i top players. Il calendario è pessimo, se pensi a sei anni fa e vedi quanti top players giocavano finali Slam e Coppa Davis, negli ultimi anni sono diminuiti. La mia opinione: round robin tra le varie squadre in un settimana, poi semifinali e finale. Mi sembra semplice, allo stato attuale non funziona. Anche tre set su cinque sarebbe meglio. Ma la ITF non sembra interessarsene, addirittura propongono di togliere il fattore casa e giocare in campo neutro, che è la caratteristica principale della competizione. Adoro la Davis, ma qualcosa deve cambiare.