dai nostri inviati a Brescia
La cronaca (a cura di Alessandro Zijno)
Nel primo incontro sul campo 1 il qualificato bielorusso Egor Gerasimov, che in tabellone ha preso il posto della testa di serie numero 2 Rosol non presentatosi a Brescia, ha eliminato in due set il giapponese Akira Santillan, il quale alla fine del match era infuriato con se stesso e col proprio coach, con cui se l’è presa direttamente uscendo dal campo. In realtà Gerasimov ha dominato il match, anche se nel tie-break del secondo ha avuto qualche momento di difficoltà (soprattutto psicologica) e ha rischiato di rovinare tutto. Per fortuna del bielorusso anche Santillan ha sofferto molto la pressione insita nel tie-break e ha regalato quanto bastava affinché Gerasimov si portasse a casa il set. Ora per il bielorusso numero 334 del mondo ci sarà il qualificato ceco Jaloviec, che purtroppo ha superato il nostro Gianluca Mager entrato in tabellone come lucky loser grazie alla rinuncia di Napolitano, affetto da una faringite. “Gianlu” è partito bene breakkando subito l’avversario nel primo set ma ha subìto il contro-break immediato e da lì in poi ha dovuto sempre rincorrere fino al tie-break perso 7-2. Nel secondo set senza break Mager ha messo in mostra i suoi lati positivi ma anche quelli meno buoni anche se oggi in risposta molto meglio il ligure. Purtroppo il tie-break decisivo anche nel secondo set a favore del ceco Jaloviec, numero 340 ATP al suo best ranking che andrà a ritoccare ancora dopo questa settimana.
Sorpresa nel derby azzurro tra Lorenzo Sonego, avanti come classifica essendo numero 286 del mondo, e Matteo Berrettini, 723 ATP ma che vale molto di più della sua classifica soprattutto su questa superficie. Sonego parte meglio, più determinato, forse avvantaggiato da una maggiore esperienza a questi livelli, e spreca subito due palle break. A metà del primo set però la fiammata di Berrettini, che al sesto gioco, nell’unica palla break, diventa più determinato e compie la prima impresa. Chiude 6-4 il primo set e all’inizio del secondo è bravissimo ad annullare un’occasione di break del suo avversario, ma anche amico, con un servizio vincente. Da lì in poi è una battaglia di servizi e nervi fino al tie-break finale dove Berrettini gioca da gran combattente regalando nulla. C’è da fargli davvero i complimenti a questo 20enne romano, perché Sonego non si batte mai da solo e anche questa volta, apparso meno spumeggiante del solito, ha però dato battaglia. Qualche problemino fisico, in particolare al ginocchio, hanno frenato l’ascesa dell’allievo di Santopadre, ma ora che appare in ottima condizione atletica nessun traguardo è precluso per Matteo Berrettini. Domani incontro durissimo con la testa di serie numero 1 del torneo, lo slovacco Lacko.
Fuori Andrea Arnaboldi in quello che è stato finora il match of the tournament all’ATP Challenger International Città di Brescia 2016: primo set per l’azzurro, poi ritorno del lituano che si allena alla corte di Fabio Gorietti a Foligno con coach Torresi, e terzo set in cui l’unica occasione di breakkare l’ha avuta Arnaboldi ma è stata annullata da Grigelis con una gran prima di servizio. Tie-break senza storia, oggi sinceramente Grigelis l’abbiam finalmente visto giocare bene come mai ci era capitato in passato: poco falloso e molto determinato. Fantastico Salvo Caruso, davvero convinto e sicuro di sé, nella vittoria in 2 set con l’indiano Ramanathan, giocatore che sa difendere bene, serve forte e preciso con discrete percentuali e va tenuto in campo per batterlo. Salvo oggi ha sbagliato pochissimo (16 unforced contro 30 vincenti) ed ha avuto la giusta miscela tra aggressività e gioco in sicurezza. Grazie anche ai continui incoraggiamenti di coach Paolo Cannova. In semi se la vedrà col ceco Kolar che a sorpresa ha eliminato Chiudinelli.
Il racconto (a cura di Luca Goffi)
Aretino come Boncompagni, Vanni emula la struttura del programma “Alto Gradimento” (infatti la trama non c’è) dunque si assiste ad un incontro indecifrabile terminato 6-3 4-6 7-6 . Più che sull’equilibrio si gioca sullo squilibrio mentale dei due tennisti incapaci di “matare” l’avversario nel momento propizio. In apertura di parziale, è Vanni a dover arginare tre palle break, una volta uscitone vincitore, di riflesso spicca il volo piazzando il break. Il beniamino di casa successivamente inizia a prendere confidenza e a ricercare virtuosismi stilnovisti degni del suo concittadino Guittone d’Arezzo: la demi volée smorzata del sesto gioco, rimarrà il punto più poetico della partita: nonostante nel nono gioco l’azzurro sia costretto ad annullare una palla del controbreak, si impone senza affanni per 6-3. La seconda frazione rispecchia quei tratti di follia sopracitati: nel quinto gioco, Vanni al termine di una disputa all’ultimo vincente schiaccia Kavcic sulle barriere di protezione e chiude con un violento dritto in cross sopravanzandolo di un break. Proprio quando l’italiano sembra lanciato alla vittoria, ecco la risposta dello sloveno autore di sei giochi consecutivi.
Kavcic dunque oltre a recuperare, ed imporsi 6-4, demolisce le speranze di Vanni, allungando 2-0. Tuttavia l’azzurro gioca il tutto per tutto nel terzo gioco, dando vita al game più spettacolare della partita in cui scolpisce, vincenti su vincenti il proprio controbreak, assestato da una risposta vintage scattata con polaroid. Poi l’equilibrio ristagna sino al tiebreak quando Vanni emulando un altro onorevole aretino, Michelangelo Buonarroti, scolpisce la Pietà sul volto dello sloveno che compassionevole la dà vinta 7-4. Ed ora riprendiamoci anche Nova Gorica. Andiamo!
Nel match seguente, l’esperienza di Robredo imbriglia il selvatico Kudryavtsev che, nonostante fosse avanti 5-2 nel secondo set, ha perso nettamente con un doppio 7-5. L’iberico entra in campo con la voglia di dettare legge e, come un Dracone qualsiasi, relega per larghi tratti del set il malcapitato avversario nel ruolo di comparsa. Il russo, dopo il break subito a freddo nel secondo gioco, ha il merito di imporsi sulle avversità, rischiando palesemente al di sopra dei propri limiti, però l’azzardo paga. Nel nono gioco complice un Robredo tenero al servizio, la settima testa di serie, spinge nella tundra siberiana il proprio avversario e rischiando, senza voler cedere campo all’avversario, incappa alla seconda occasione nel controbreak. Lo spagnolo si rinvigorisce incamerando l’undicesimo gioco, ma in quello seguente, avanti 30-15, il russo si perde nel labirinto delle proprie velleità e “fucilato” 7-5 subisce la stessa sorte dello zar Nicola II nel luglio del 1918. L’impressione è che la conquista del set per Robredo valga quanto la vittoria ad Eraclea per Pirro (cioè nulla) poiché l’iberico dopo aver salvato due palle break e conservato il primo gioco, sente l’incombere del terzo parziale, viene infatti brekkato nel quarto game. Poi, il russo sembra essere certo di allungare la sfida quando alla quinta palla break del settimo gioco, si allontana 5-2. Lo spagnolo non si dà per vinto, risale la corrente, rispondendo con un controbreak immediato, conserva gelosamente la battuta ed infine con una serie di risposte avidamente celate per il finale di set, sorprende ancora la settima testa di serie che si inchina all’onta. Le insidie non sono finite qui perché la Wild card deve annullare un palla break ma incamera 6-5 che pone il match sui binari a lui più congeniali. Kudryavtsev si piega al suo triste destino e come Anna Karenina finisce ghigliottinato dal velocissimo treno di Robredo che alla prima palla del match realizza il definitivo 7-5.
Chiudinelli, numero tre del seeding, abbandona il torneo, spazzato via dal tifone ceco chiamato Kolar con un doppio 6-4 che non ammette repliche. Nel primo set il ceco strappa subito il servizio di un elvetico eccessivamente nervoso. L’esperienza della terza testa di serie si fa sentire infatti, seppur alterato, non si perde d’animo e nonostante i turni di Kolar siano ingiocabili, lo svizzero rimane in partita. Caratterialmente il ceco è glaciale, chic con l’ace che vale il 6-4. Nell’incipit del secondo parziale lo svizzero prova a scuotersi ma il suo gioco è arido quanto il deserto del Sahara e, passato incolume il primo turno alla battuta, l’elvetico si smonta nel terzo gioco. Il ventenne ceco riprende a martellare come in un cantiere edile, ma soffre terribilmente nel sesto passaggio quando è costretto ad annullare quattro palle break. Tuttavia Chiudinelli non vuole abbandonare anzitempo il torneo, così nell’ottavo turno riequilibra il parziale, arpionando disperatamente la parità. L’illusione si sgretola nel giro di un paio di minuti quando un doppio fallo consegna nuovamente il break nelle mani di Kolar. Il ventenne non concede altri favori alla neutrale Svizzera e con superba autorità si impone 6-4.
Risultati:
Primo turno:
[Q] E. Gerasimov b. A. Santillan 6-3 7-6(4)
[WC] M. Berrettini b. L. Sonego 6-4 7-6(5)
[Q] M. Jaloviec b. [LL] G. Mager 7-6(2) 7-6(3)
[LL] L. Grigelis b. A. Arnaboldi 3-6 6-3 7-6(2)
Secondo turno:
S. Caruso b. R. Ramanathan 6-4 7-5
L. Vanni b. [PR] B. Kavcic 6-3 4-6 7-6(4)
[WC] T. Robredo b. [7] A. Kudryavtsev 7-5 7-5
Z. Kolar b. [3] M. Chiudinelli 6-4 6-4