Dopo la conferenza stampa degli ospiti, l’Argentina, è stata la volta della nazionale di casa, la Croazia. Ha parlato per primo il CT Zeljko Krajan, rispondendo alle domande sulla formazione che prevede di schierare nella finale di Coppa Davis. “Ho le mie idee ma non sono cristallizzate. Aspetteremo fino a giovedì, abbiamo molte più opzioni con Ivo (Karlovic, ndr) in squadra e questo mi facilita le cose. Sembra proprio che servisse arrivare in finale per avere questo Dream Team”. Riguardo Karlovic, presente a fianco a lui, il selezionatore croato ha aggiunto: “Mi è particolarmente caro che abbia accettato la convocazione, perché per noi è molto importante. Lo era anche prima a dire il vero, perché io voglio sempre disporre della squadra migliore. Ma ci siamo ritrovati tutti insieme giusto in tempo”.
Pochi minuti prima gli avversari si erano detti soddisfatti della superficie di gioco, dopo le preoccupazioni espresse nelle settimane precedenti in merito ad una possibile eccessiva rapidità della superficie di gioco. Logico che anche ai giocatori croati venisse chiesto un parere al riguardo. “È più lenta di quello che ci saremmo aspettati” ha risposto il numero 1 Marin Cilic, “ma si velocizzerà giocandoci sopra e con l’aumento della temperatura all’interno del palazzetto. Credo che la velocità andrà bene ad entrambi” ha chiosato con diplomazia. Più ironico, c’era da aspettarselo, il compagno Karlovic. “Non è così veloce come mi aspettavo, spero si velocizzi. A loro va bene perché se l’aspettavano più rapida”. Il gigante di Salata torna a giocare in Davis dopo quattro anni di assenza, per affrontare l’Argentina per la terza volta nella manifestazione.
I precedenti con i sudamericani non sono benauguranti per il numero 20 del mondo, tuttavia: nel 2002 perse entrambi i singolari (contro Chela e Gaudio), mentre nel 2012 venne sconfitto in singolare (dallo stesso del Potro) e in doppio (in coppia con Cilic, contro Nalbandian e Schwank). Bisogna però ricordare che in entrambi i casi si giocò sulla terra rossa, la superficie meno congeniale al gioco di Karlovic. “Mi sento in ottime condizioni, sono di nuovo in squadra per un match di questa importanza. Quello che è accaduto in passato non ha nessun nesso con l’oggi. Confido che lo scenario sarà completamente diverso“ ha risposto il trentasettenne, curiosamente coetaneo del tecnico Krajan. Nel caso in cui la Croazia dovesse vincere la finale, diventerebbe il terzo giocatore più vecchio a conquistare l’insalatiera dopo gli australiani Ken Rosewall e Mal Anderson che la vinsero entrambi nel 1973, rispettivamente a 39 e 38 anni. “Da una parte mi sento orgoglioso per essere riuscito a giocare così a lungo ad alto livello, dall’altra parte vorrei essere un po’ più giovane” ha concluso con il consueto humour il tennista zagabrese.