Niente più indiscrezioni. È Novak Djokovic a rompere gli indugi annunciando l’interruzione del suo rapporto con Boris Becker, nel box del n.2 del mondo da dicembre 2013. Sotto l’egida dell’ex tennista tedesco il serbo ha conquistato 25 titoli, tra i quali 6 Slam e 14 Masters 1000. Si chiude così un sodalizio tra i più rappresentativi del tennis contemporaneo. Queste le parole di Novak su Facebook:
https://www.facebook.com/djokovic.official/posts/1315909288461919
In attesa di conoscere maggiori dettagli sulla natura della separazione – la faccenda del “guru” appare abbastanza inconsistente come motivazione – partono le prime supposizioni sulla composizione del team di Djokovic nel 2017. Le sue prime dichiarazioni lasciano immaginare che cercherà un sostituto piuttosto che rimanere con il solo Vajda, ma non è facile immaginare una figura che possa sostituire Becker specie, considerando l’obiettivo che il serbo dovrà prefiggersi nella prossima stagione: ritornare sul gradino più alto del ranking.
Non si è fatta attendere troppo la replica di Boris Becker, che a poche ora dalla separazione ha pungolato il suo ex allievo: la colpa del serbo sarebbe quella di non aver onorato al 100% i programmi d’allenamento in favore degli interessi extra-tennistici, in primis la famiglia. “Gli ultimi sei mesi sono stati molto complicati, Novak ha scelto di passare più tempo con la famiglia. Io sono al primo a dire certo, la famiglia al primo posto, ma lui ha voluto perseguire anche altri interessi fuori dal campo. Come giocatore di tennis serve essere molto egoisti, 24 ore su 24: è più facile quando hai 20 anni, a 28-29 inizi ad avere un figlio, una moglie, una famiglia a cui pensare, queste cose rischiano di passare in secondo piano.
E ancora, a sintetizzare il motivo del divorzio: “Negli ultimi tempi non siamo riusciti a fare quello che volevamo perché Novak aveva cose più importanti da fare. Quindi ci si mette in discussione. Qual è il mio ruolo? Perché andiamo a New York, Shanghai o Tokyo? E da lì comincia tutto“. Boris conferma che rimarrà per il 2017 il suo “tifoso numero uno”, anche senza essere più al suo fianco, ma onorando la sua indole schietta non risparmia un’ultima battuta, che assume quasi i contorni di un’accusa. “Novak deve tornare a lavoro, tornare ad allenarsi e focalizzarsi nuovamente su tutto ciò che l’ha reso il più forte. Negli ultimi sei mesi non si è allenato come avrebbe dovuto, e lui lo sa. Il successo non arriva semplicemente premendo un pulsante, o presentandosi a un torneo. Bisogna lavorare duramente fuori perché gli altri faranno lo stesso. Ma sono certo che lo farà“.